Ansia e attacchi di panico: riconoscere la paura della paura

L'ansia è segnale di sofferenza, quando il corpo parla con segnali che "mandano in tilt" è necessario fermarsi, comprendersi e trovare le risorse interne per ripartire.

26 APR 2018 · Tempo di lettura: min.
Ansia e attacchi di panico: riconoscere la paura della paura

Ansia e attacchi di panico costituiscono alcune problematiche molto attuali.

"Ho paura di guidare dentro le gallerie"

"Provo ansia quando sto in mezzo alla gente"

"Ho paura quando mi allontano da casa perchè temo di non avere un soccorso vicino se mi sento male"

"Soffro di continui attacchi di panico che mi colgono all'improvviso"

Queste sono solo alcune delle frasi che vengono pronunciate da chi soffre d'ansia e non sa come gestire il disagio che spesso coglie all'improvviso e compromette la vita quotidiana in molte occasioni. Il mondo del web fornisce molte informazioni e diagnosi a riguardo, che per tale motivazione non verranno qui di seguito argomentate. Questo articolo si propone di cogliere il significato dell'ansia al fine di conoscere ciò che avviene e poter intervenire efficacemente. La paura ha ciclo ben chiaro e definito. Se prendiamo in considerazione per esempio l'attacco di panico sappiamo che è il corpo inizialmente a parlare. Tachicardia, tremore, affanno, senso di nausea costituiscono i primi segnali che mettono ko pensieri ed emozioni sottostanti. Successivamente si scatena un attacco di panico che provoca conseguentemente uno stato d'angoscia generale, dove ci si sente maggiormente vulnerabili. In ultimo tutto questo genera "la paura della paura", per cui la persona si trova a vivere in un costante stato d'allerta con il timore che l'attacco di panico possa ritornare improvvisamente. Il perchè di ciò che succede è apparentemente sconosciuto a chi ne soffre. L'ansia quindi ha una storia e fa la storia di chi ne soffre. Non è sufficiente, ed a volte impossibile, sforzarsi di fare qualcosa che fa paura. E' necessario stare con la paura e cogliere ciò che vuol significare. L'ANSIA E' UN SINTOMO, come la punta di un icerberg, sotto c'è molto altro. Innanzitutto la persona che soffre d'ansia perde la capacità di autoproteggersi e autotranquillizzarsi; l'altro (colui che accompagna o protegge dallo stimolo pauroso) diventa un Io ausiliario di una funzione che la persona crede di non possedere più. L'ansia diventa il segnale di una sofferenza psichica che trova voce solo attraverso il corpo con segnali d'allarme improvvisi. E' necessario allora aprire con coraggio ciò che genera paura. Nella sintomatologia ansiosa la persona è in balìa da una parte delle proprie paure ed dall'altra delle proprie convinzioni, norme, regole e a volte, rigidità. Il lavoro sull'ansia secondo l'approccio analitico transazionale si focalizza sul fornire energia alla nostra parte pensante; lo Stato dell'Io Adulto attraverso cui ragioniamo, pensiamo, prendiamo decisioni in modo operativo e affrontiamo la realtà. Ogni individuo è OK, ogni individuo possiede la dotazione naturale per affrontare la vita. Quando la paura prevale è necessario fermarsi e darsi il tempo di stare con le proprie vulnerabilità, conoscerle, capire da dove derivano e trovare le strategie adatte per superare ciò che sembra impossibile. E' solo lavorando su di sè, che l'impossibile si trasforma e consente di dare un significato, accettare e superare anche ciò che appare tremedamente spaventoso.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Nadia Carbone

Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in ansia
Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su ansia

PUBBLICITÀ