Ansia da prestazione

L'ansia da prestazione è una forma d'ansia diffusa nella società contemporanea, nella quale trionfano i valori dell'efficienza, del successo, dell'ambizione e della competitività .

8 LUG 2014 · Tempo di lettura: min.
Ansia da prestazione

Nel vasto universo dell'ansia che affligge l'uomo moderno, un capitolo a parte merita l'ansia da prestazione cui un po' tutti siamo esposti considerata la pretesa della società contemporanea allasempiterna efficienza, alla efficacia dell'immagine, al fare più cheall'essere.

La “prestazione" dunque ha preso il posto d'onore tra i banchi di scuola, le aziende, le palestre e le sale da ballo, e, naturalmente, tra le lenzuola.

Concentrati sul successo, consci dell'enorme competitività che accompagna i nostri risultati, le azioni divengono “prest-azioni" cui si conferisce non un valore etico o estetico, e nemmeno quello della opportunità outilità di ciò che si pone in essere, quanto la “dimostrazione" della sua eccellenza nei confronti di un presunto contratto, che in questo caso è il modello sociale che ci è stato imposto e le aspettative che ne conseguono.

Nella sfera sessuale, tali condizionamenti culturali pesano enormemente sulla prestazione che, liberata dai tabù e dalle inibizioni che lo gravavano in precedenza, si trova oggi alle prese con la paura del fallimento, con il sentimento di inadeguatezza, con il timore di deludere le attese e il giudizio dell'altro/a, divenendo un atto di esibizioneorientato a non deludere il patner piuttosto che ad appagare il proprio piacere.

Tale ansia, connessa alla paura di non farcela, può essere nel maschio fonte di difficoltà all'erezione e/o al suo mantenimento, producendo una tensione eccessiva che può esitare nella eiaculazione precoce, o nella perditadell'eccitazione, come se il proprio comportamento sessuale fosse sottoposto adun continuo esame.

E' evidente che in tal modo non solo si danneggia fortemente la propria espressività erotica, ma si indebolisce la propria autostima, con il risultato di ricorrere a continue prove delle proprie capacità e, così facendo, ad altri probabili insuccessi.

A queste prove si accompagna l'uso sempre più frequenti di farmaci eccitanti, riducendo la propria vita sessuale ad un atto tecnico, che non soddisfa la propria emotività e non produce nella coppia il piaceredi una sempre maggiore ricerca di complicità e di intimità.

Nella donna, l'ansia da prestazione riguarda maggiormente la preoccupazione costante al proprio corpo, l'incapacità di lasciarsi andare, con la conseguente difficoltà al raggiungimento dell'orgasmo e talora al dolore vaginale.

In tutti i casi, e non solo nell'ambito sessuale, ma come dicevo all'inizio anche in ambito scolastico, lavorativo e relazionale in genere, quando la propria prova è percepita in relazione all'altro e al giudizio negativo che ne potrebbe scaturire, il soggetto alimenta in sél 'ideale di una “prestazione" perfetta che lo mantiene in continuatensione, pena l'esclusione o il rifiuto da parte degli altri.

Questo atteggiamento si riscontra anche nei bambini a cui si richiedono prestazioni scolastiche, sportive, talora eccessive inrelazione all'età, che li distolgono prematuramente dal piacere del gioco e che spesso riflettono l'ansiagenitoriale di costruire dei figli“quasi perfetti".

Un altro ambito in cui l'ansia da prestazione può creare disagio e sentimenti di inadeguatezza è quello lavorativo laddove il continuo confronto con i colleghi può interferire con l'espletamento del proprio compito, producendo sfiducia nelle proprie capacità se non si raggiungono gli standard di efficienza positivamente riconosciuti da partedegli altri.

In tutti questi casi, il proprio agire è sempre considerato dalla prospettiva degli altri e dalle loro aspettative cui doversi necessariamente uniformare, togliendo alle proprie capacità individuali lo spazio di manifestarsi in modooriginale e soggettivo.

Pur nella diversità delle situazioni cui ho fatto riferimento, il problema dell'ansia nasce nel momento in cui la propria azione viene considerata una “performance"da esibire agli altri per ottenerne il riconoscimento e l'approvazione.

Quando questa preoccupazione diviene eccessiva, la paura del fallimento, dell'insuccesso e del giudizio negativo crea un disagio psichico profondo che va ridimensionato attraverso la valorizzazione del proprio modo d'essere piuttosto che nell'adeguarsi ad un modello ideale precostituito culturalmente.

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Scritto da

Dott.ssa Lilia Di Rosa

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