Al tempo del Coronavirus

Coppie e famiglie ricongiunte, coppie e famiglie "strappate" al tempo del coronavirus! Un periodo vissuto in stato di emergenza, con l'obbligo di rimanere a casa...

27 APR 2020 · Tempo di lettura: min.
Al tempo del Coronavirus

Coppie e famiglie ricongiunte, coppie e famiglie "strappate" al tempo del coronavirus!

Un periodo vissuto in stato di emergenza, con l'obbligo di rimanere a casa porta a grandi stravolgimenti nella vita delle singole persone, ma ancor di più nelle relazioni fa coniugi o fra i diversi conviventi. Porta alla luce, con estrema rapidità e urgenza punti di forza presenti nei rapporti ed anche punti di debolezza, limiti e negatività.

La convivenza forzata e prolungata costringe a confrontarsi, a dialogare e a mediare il soddisfacimento dei bisogni personali. Ove la comunicazione sia già stata avviata e sia positiva, essa si può approfondire ed articolare, essa può favorire il rispetto dello spazio, fisico e psicologico di ognuno. Permette di far capire all'altro il proprio punto di vista, permette l'identificazione con l'altro e l'attenzione alle sue necessità, permette la condivisione ed il distacco emotivo, opportuno per riorientarsi su se stessi.

Questo è ciò che è accaduto in alcune coppie ed in taluni nuclei familiari, portando un senso di soddisfazione e di appagamento, rispetto alla maturità che ognuno sente di aver raggiunto. In ognuno di questi contesti, la comunicazione ne è risultata potenziata ed ha permesso la pacificazione fra persone e lo scioglimento di eventuali nodi problematici preesistenti. Ci si è potuti liberare di ambiguità, che il silenzio e la lentezza dei ritmi di vita di questi giorni ha permesso di vedere più lucidamente. Nel silenzio e nella lentezza, nella "vita sospesa" di queste giornate ci si è ritrovati a stare di più, sia con se stessi, che con gli altri, posti vicino a noi o ritrovati "all'altro capo" di una connessione internet.

Contrapposte alle precedenti si trovano le situazioni in cui la vicinanza forzata ha condotto alla necessità di prendere atto di "uno strappo" già avvenuto in precedenza nella relazione di coppia o fra madre e figlia o fra padre e figlio o… qui l'elenco delle circostanze si potrebbe allungare. Oppure ha permesso di constatare opportuna una separazione, un sostanziale cambiamento di rotta, una scelta ormai improrogabile. L'impossibilità di compiere piccole fughe quotidiane, come accadeva prima, nella vita normale di tutti i giorni, in direzione del lavoro o dello svago, ha reso evidente che non si può continuare a fingere, non si può non prendere atto di un distacco emotivo verificatosi da tempo, non si può più non soddisfare bisogni personali a cui si è per troppo tempo rinunciato, non si possono più rimandare scelte doverose, proprio per rispettare la nostra dignità. Le separazioni aumenteranno di numero, ma non sarà il coronavirus ad averle determinate, lo stato di emergenza ha solo accelerato i processi.

Il venire a contatto con la sofferenza implicata in una scelta, ma anche l'avvertire il senso di liberazione e leggerezza che questo passo comporta, dà la forza per proseguire, per stringere i denti e dar seguito al processo di cambiamento che è avvenuto anche grazie a questa particolare situazione di isolamento! Se da un certo punto di vista essa ci fa avvertire un senso di pesantezza, stagnazione e fatica, per un altro verso, ci dà una spinta per accelerare la presa di distanza dall'altro, sia esso coniuge, amico o genitore per riconnettersi con noi stessi, con ciò che veramente siamo e vogliamo.

L'esperienza di questa particolare circostanza conseguente all'isolamento e al distanziamento sociale causati dal coronavirus ci ricordano l'importanza della comunicazione nella crescita personale, di coppia e di gruppo.

E' stato lo psicologo austriaco Paul Watzlawick, nel 1967 a considerare come la comunicazione eserciti un ruolo fondamentale nelle nostre vite e nell'ordine sociale, anche qualora ne fossimo poco consapevoli. Dei suoi studi rimangono i 5 assiomi della comunicazione umana. E' rimasta storica la sua frase "Non si può non comunicare": se non lo facciamo verbalmente, lo facciamo con la mimica e la gestualità, rivolgere lo sguardo altrove, può voler dire: "Non voglio avere a che fare con te!" Per comunicare in modo efficace occorre ricordare che esistono regole comunicative universali. È inoltre importante saper ascoltare in modo attivo i propri interlocutori, prestando attenzione alla loro espressività sia verbale che gestuale.

Al tempo del Coronavirus

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Tirelli

Bibliografia

  • BARBAGLI M., SARACENO C. "Separarsi in Italia", Il Mulino
  • BERTO F. e SCALARI P. "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati", Edizioni La Meridiana
  • A.A.V.V. "Famiglie interrotte"; Franco Angeli
  • P. Watzlawich J. H. Beavin D.D. Jackson, "Pragmatica della comunicazione umana", Astrolabio
  • G. Nardone, "Correggimi se sbaglio", Ed. Ponte Alle Grazie
  • M.G. Pettigiani,S. Sica "La comunicazione interumana", Franco Angeli
  • Thich Naht Hanh, "L'arte di comunicare", Ed. BIS

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