7 pensieri limitanti che bloccano la perdita di peso

Solo un approccio globale ti permetterà di liberarti dai tuoi pensieri limitanti e perdere peso in modo sano: scoprine di più leggendo l'articolo!

23 GIU 2021 · Tempo di lettura: min.
7 pensieri limitanti che bloccano la perdita di peso

Secondo l’Oms almeno 2,8 milioni di persone  muoiono ogni anno a causa del sovrappeso o dell'obesità, e quasi il 40% della popolazione mondiale è in sovrappeso.

Da un punto di vista psicologico, molte persone usano il cibo per schivare situazioni fastidiose ed emozioni sgradevoli. Mangiare in maniera compulsiva ha l’obiettivo di distogliere l'attenzione dalle sensazioni insopportabili, non avendo a disposizione metodi più adeguati per esprimerlo.

Se ti poni alcune domande come: "a cosa servono i miei chili di troppo?",  o "forse mi proteggono da certi elementi della mia vita che mi pesano?” allora puoi iniziare ad agire e perdere peso.

Lo sappiamo: non è sempre così semplice. Per questo rivolgersi a dei professionisti è importante. Di seguito, ti svelerò sette pensieri limitanti che impediscono la perdita di peso.

1) Separare gli alimenti in buoni o cattivi

Dividere gli alimenti in cattivi, perché molto calorici, e buoni, perché poveri di calorie, come succede nella maggior parte delle diete, fa sì che ciò che è stato definito il più pericoloso diventi anche il più desiderabile.

È un processo puramente psicologico in grado di innescare reazioni che diventano concretamente fisiologiche, come la fame e l'eccitazione al solo pensiero dei cibi proibiti.

Più sono rigido nel mio limite alimentare e più desidero valicarlo, o più mi astengo da alcuni cibi più li desidero. Invece, se mi concedo il cibo, sarà più facile per me rinunciarvi.

2) Credere che una dieta molto restrittiva possa durare nel tempo

Una dieta troppo restrittiva pensata per dimagrire di solito richiede sforzi enormi e numerosi sacrifici, che non possono essere sostenuti nel tempo (il 95% delle persone che seguono una dieta di questo genere riacquistano il peso originale e l'80% riacquista più peso dopo un anno).

Questa è una trappola insidiosa perché l'alternarsi di piccoli successi a breve termine e di fallimenti, nel tempo crea l'illusione che un giorno riusciremo a mantenere il risultato. Prima o poi...

Questo è il motivo per cui spesso incontriamo persone letteralmente intrappolate per tutta la vita in questa lotta senza fine: questo circolo vizioso viene mantenuto e alimentato dal controllo della dieta e dal fallimento dato dal successivo aumento di peso.

3) Il cibo come consolazione

Lo stress della vita quotidiana e la sensazione che la vita sia dura possono portarti a mangiare. I miei pazienti mi raccontano spesso che questo accade soprattutto a fine giornata, appena escono dal lavoro o quando mangiano dopo un pasto, quando i bambini sono a letto.

Come dimagrire quando non usi il cibo per nutrirti ma per consolarti? Non mangiare più le proprie emozioni significa imparare a gestirle e risolverle senza ricorrere al cibo.

4) Pensare in modo dicotomico: "tutto o niente"

È un modo di pensare dicotomico: tutto è bianco o nero, non c'è grigio, non c'è ombra.

Questo è il regno della scissione e dell'estremo, per cui:

  • o non è niente, quindi ho il controllo completo della mia dieta, mi concedo pochissimo piacere e di solito non ci sono interruzioni;
  • o dico basta: siccome non ce la faccio, mi lascio andare, ma giuro che da domani riprendo il controllo!

Per perdere peso o mantenermi in forma non ho diritto a nessun piacere, il che mi fa venir voglia di infrangere ancora di più i divieti. Inoltre, se domani non ne ho più diritto, visto che prendo il controllo di me stesso, adesso devo mangiare tutto e subito.

Il controllo richiede la perdita di controllo.

5) Rinuncia alle sensazioni

È l'atto di troncare tutti i piaceri per evitare la tentazione e riuscire a mantenere questa linea. Ma per gestire le tue emozioni, devi davvero rinunciarci? Sono necessari enormi sforzi per evitare queste tentazioni, e questi sforzi finiscono anche per danneggiarci.

Per favorire l'autoregolazione del tuo peso attraverso l'omeostasi del tuo corpo, per scoprire o riscoprire tutti i piaceri associati alla tua dieta, i tuoi unici limiti devono essere i tuoi sentimenti di fame e sazietà.

E come diceva sant'Agostino "nessuno può vivere senza piacere".

6) Fare sport per dimagrire e non per piacere

È la lotta continua attraverso lo sport: devo bruciare più di quello che mangio, ma più mi alleno più tendo a mangiare, e più mangio più sarò condannato a fare esercizio fisico!

Il risultato di questa dinamica è spesso il collasso, con cessazione dell'attività fisica, aumento di peso e sensazioni di fallimento annessi.

Fai attenzione perché questa lotta intensa può trasformarsi in un intenso esercizio fisico per bruciare calorie e svilupparsi in un grave disturbo ossessivo-compulsivo.

7) Fare affidamento su qualcosa o qualcuno diverso da te stesso/a per gestire il tuo peso

Questo è l'effetto "pillola miracolosa" che viene utilizzato quando ci si sente incapaci di combattere il cibo. La delega a qualcosa o qualcuno che pensiamo abbia poteri speciali per aiutarci si basa più sulle nostre convinzioni cieche che su prove scientifiche.

Queste “pozioni magiche” che ti vengono vendute - basti pensare alle varie pubblicità - per bruciare grassi e perdere peso senza sforzo sono tutte inefficaci, ma potrebbero anche essere pericolose per la tua salute se consumate in modo eccessivo. Fai particolare attenzione ai prodotti etichettati come "clinicamente testati" o "all'avanguardia”.

Per concludere, solo un approccio globale (corporeo, emotivo e psicologico) ti permetterà di liberarti dai tuoi pensieri limitanti e di perdere peso in modo sano.

Sei una persona unica con una storia unica, quindi un metodo facile o alla moda che ha funzionato per gli altri potrebbe essere totalmente inefficace per te. Sta a te avviare un processo di cambiamento personalizzato, se necessario cercando un supporto personalizzato.

Articolo di Michel Ruche pubblicato su Psychologue.net

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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Bibliografia

  • 7 Psychological Reasons Why You Aren’t Losing Weight, Amelia Cambrell, Psychologist & Counsellor
  • The Psychology of Weight Loss, The Institute for the Psychology of Eating, 2018
  • Lose 5 times more weight by training your mind, Written by Maria Cohut, Ph.D. on September 26, 2018, Medical News Today  

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Commenti 1
  • Rodolfo Vittori

    Bellissimo articolo. Condivido completamente. Io seguo atleti master che presentano il problema descritto al punto 6. Un punto che, di solito, non viene mai toccato in articoli simili a questo. Sembra che la panacea di tutto sia distruggersi di corsa, sessioni in palestra, centinaia di chilometri in bici e di vasche in piscina. Ma tutto questo comporta, se fatto male, un aumento dello stress (da sommare a quello che abbiamo quotidianamente per lavoro, famiglia ecc.) e conseguentemente del cortisolo. Percezione di pericolo da parte del nostro cervello rettiliano e recupero con gli interessi delle calorie perse (comunque poche) con abbondanti libagioni, con la coscienza pulita perché si è “fatto sport”. Risultato: paradossale aumento della massa grassa in particolare quella viscerale, demoralizzazione e abbandono.

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