5 consigli per superare ciò che ti fa soffrire

Per poter abbandonare la sofferenza, è necessario analizzare i motivi che ci legano ad essa.

27 AGO 2018 · Tempo di lettura: min.
5 consigli per superare ciò che ti fa soffrire

«I dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci, Hermann Hesse.

Nella vita è normale che qualcosa o qualcuno ci faccia soffrire. Relazioni finite male, amicizie interrotte, problemi in ambito lavorativo…spesso non sappiamo come affrontare queste situazioni e come far fronte al dolore. L'educazione ci ha insegnato che è meglio fuggire da ciò che ci fa soffrire, ignorando la situazione e cercando di nascondere la nostra sofferenza agli altri.

Nonostante ciò, il dolore, proprio come avviene durante l'elaborazione del lutto, può essere una fase necessaria da vivere per poter andare avanti. È preferibile fermarsi e affrontare la sofferenza, piuttosto che cercare di fuggire e tenerci tutto il dolore dentro. In un modo o nell'altro, infatti, potrebbe fuoriuscire e farci ancora più male.

In realtà, il dolore può essere un'ottima occasione di crescita personale, se siamo in grado di non aggrapparci a esso, di accettarlo e, di conseguenza, di superarlo. Ecco alcuni consigli per affrontare il dolore causato da una situazione o da una persona, senza bisogno di scappare o di nasconderlo dentro di noi.

  1. Non aggrapparti al dolore: spesso, siamo proprio noi che non vogliamo che il dolore vada via. Continuiamo a concentrarci su una situazione o una persona che ci ha fatto soffrire, costringendoci a pensarci più e più volte e, di conseguenza, a non rielaborare ciò che ci è successo. È indispensabile essere coscienti che quel dolore non ci apparterrà per sempre ma che dovremo trovare il modo di superarlo.
  2. Cosa ti lega al dolore? Per poter abbandonare la sofferenza, è necessario analizzare i motivi che ci legano ad essa. Perché porti avanti una relazione con una persona che non ricambia i tuoi sentimenti? Perché non riesci a cambiare lavoro nonostante i contro siano più numerosi dei pro? Analizzare i motivi che ci spingono a non cambiare le cose e a non andare avanti ci può aiutare a trovare la forza di svoltare.
  3. Concentrati sul presente: molte volte non facciamo altro che pensare costantemente al passato e a ciò che ci ha fatto soffrire. Concentrarsi sul presente, al contrario, ci aiuta a distogliere il pensiero e a sentirci meglio. Prova a utilizzare tecniche di meditazione o di mindfulness per imparare a prestare attenzione al "qui e ora", e non più al passato.
  4. Cosa diresti a te stesso? Nella maggior parte dei casi siamo buoni consiglieri ma, quando il problema ci tocca da vicino, non siamo in grado di analizzare con lucidità le cose che ci stanno succedendo. Per questo motivo, prova a guardare la situazione dall'esterno. Cosa diresti a un amico che si trova nella tua situazione? Quali consigli potresti offrirgli?
  5. Pensa al peggio: prova a pensare a come potrebbe peggiorare la situazione che stai vivendo. Perché? Perché a volte le emozioni annebbiano tutto, e tutto sembra terribile. Pensa alle circorstanze - difficili ma non drammatiche - che si potrebbero presentare. Poi, cerca i motivi per i quali tali circostanze dovrebbero ferirti. Ti renderai conto del fatto che molte risposte non sono poi così gravi come pensavi. In altri casi, capirai che una certa situazione può far male, ma realmente ciò che ti fa soffrire è il fatti che ti aggrappi ad essa.

Probabilmente le conseguenze non sono così disastrose come pensi o saranno meno dolorose di quello che stai vivendo in questo momento. Ancora una volta: non lasciarti frenare dalla sofferenza!

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 Articolo rivisto dal dottor Matteo Monego  

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Commenti 2
  • Franca Selvatico

    Tutto vero, solo molto difficile da attuare.

  • Romolo Cappola

    Per poter abbandonare il dolore credo che prima di tutto bisogna imparare ad accettarlo e a viverlo. Le sofferenze non si eliminano, si vivono. Potrebbe sembrare una soluzione "masochistica". Si tratta invece di offrire rispetto, riconoscimento, rappresentanza, spazio, come se il dolore fosse una Persona e come se noi avessimo bisogno di pathos, tanto che si potrebbe dire > [C.G.Jung] [Sono due motti in exergo al volume di James Hillman, "Il mito dell'analisi".]

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