3 passaggi da fare quando finisce una relazione, ma i tuoi sentimenti no

Che sia con un partner, con un familiare, con un amico, con il capo, chiudere un legame è difficile. Ma quello che risulta più difficile è ciò che viene dopo.

15 MAR 2021 · Tempo di lettura: min.
3 passaggi da fare quando finisce una relazione, ma i tuoi sentimenti no

Che sia con un partner, con un familiare, con un amico, con il capo, chiudere un legame è difficile. Ma quello che risulta più difficile è ciò che viene dopo. Sebbene ricominciare sia inevitabile, spesso rimaniamo " bloccati" nei nostri sentimenti irrisolti, dubbi, ansie rimaste a riempire gli spazi vuoti.

Antonio Pascual-Leone, psicologo e ricercatore dell'Università di Windsor in Canada, lo chiama affare irrisolto. Molte persone credono che andare avanti sia solo una questione di tempo, ma se ti senti come se fossi sotto ad un treno non è proprio facile da affrontare.

Pascual-Leone avrebbe identificato un processo specifico fatto di tre passaggi che le persone vivono dopo la fine di un rapporto. Tuttavia, si tratta di un processo non lineare, disordinato (due passi avanti, un passo indietro) in cui si può restare impigliati.

In che modo possiamo sbloccarci?

Step 1: comincia a sciogliere la matassa delle tue emozioni e a identificarle

Due persone sono in una partnership, stanno lavorando ad un progetto, una delle due ha fatto da mentore all'altra, spendendo grosse energie e tempo nel formare l'altra. Alla fine colei che viene formata decide di lasciare il progetto improvvisamente. La donna che ha formato l'ex partner di lavoro palesa la sua preoccupazione di poterla incontrare all'interno dell'azienda: "Se la vedo, rabbrividisco, sarà imbarazzante, non lo so!".

Il "non lo so" rivela di per sé un senso di forte disagio a cui il soggetto non sa dare un'etichetta, un significato emotivo. "Sto male ma non so perché". Quando non siamo in grado di dare un nome al nostro malessere, è probabile che lo abbiamo "sepolto sotto un tappeto" rimandando ad altro tempo la possibilità di gestirlo. Il punto è che le emozioni messe a tacere ritornano a galla con gli interessi. È necessario accedervi quanto prima.

Come sbloccarsi?

Spesso, con la fine di un rapporto a prevalere sono rabbia e tristezza che possono intrecciarsi come una matassa con più fili colorati. Abbiamo bisogno di prenderci del tempo per dividere questi fili, trovare la parole giuste per descrivere quello che fa male, quello che ci fa vergognare, quello che è più difficile da fare.

Per farlo, chiediamoci: "dove fa male? Qual è la parte peggiore?". Se vogliamo che la sensazione di solitudine, di irrequietezza, di vuoto passi, bisogna focalizzarsi su queste emozioni e capire quale di queste genera maggiore sofferenza.

Step 2: comincia a capire di cosa hai bisogno

Quando una relazione volge a termine, alcuni di noi sanno esattamente cosa fa male ma si finisce spesso intrappolati in un loop infernale di autocolpevolizzazione, dal momento che la rottura ci porta a scavare vecchie emozioni spiacevoli situate nel profondo.

Ci ritroviamo a pensare cosa come: "è tutta colpa mia, forse merito di essere trattata così, di essere trascurata". "È vero, sono incompetente, non merito di essere amata, non ho nulla di interessante". In questo caso c'è una consapevolezza maggiore rispetto a quello che è accaduto, non siamo più nella fase di incredulità, perplessità. Tuttavia, si resta bloccati in un circolo di autosvalutazione e autocolpevolizzazione nel tentativo di fornire una spiegazione alla fine della relazione.

Come facciamo a capire se quanto detto corrisponde a quello stiamo attraversando? Anche in questo caso non siamo tutti uguali, alcuni riescono a fare questi passaggi "scivolando", altri invece li attraversano con forte e stress e con maggiore "attrito" tra uno step e l'altro.

Come sbloccarsi?

Chiedersi: "di cosa ho bisogno di più?". Non si tratta di bisogni che si trovano in superficie, come per esempio trovare qualcuno con cui andare in vacanza, o qualcuno che apprezzi le mie idee a lavoro, o un fratello o una sorella che mi aiutino nel prendersi cura dei miei genitori anziani, o un'amica che rida alle mie battute, ma di bisogni molto più profondi che hanno un carattere esistenziale e che rispondono alla domanda: di cosa ho bisogno per sentirmi appagato come essere umano?

"Ho bisogno di sentire che io valgo, che sono amabile, che ho una dignità, che qualcuno sia interessato a conoscere il mio vero sé".

Ci sono grosse probabilità che i tuoi bisogni profondi entrino in conflitto con una relazione finita. "Ho bisogno di sentire che valgo e di sentirmi amabile in una relazione in cui mi sentivo facilmente sostituibile da qualsiasi altro".

Questo è il momento in cui avviene il cambiamento, dobbiamo essere pronti a riconoscere questi bisogni, quanto la relazione non fosse in grado di soddisfarli e soprattutto ad esprimere questi bisogni.

Step 3: fai un "viaggio" nella relazione precedente e analizza quello che è stato perso

Nell'ultimo passo, abbiamo bisogno di "tornare indietro" per analizzare il modo in cui la relazione ha avuto fine, guardare cosa fa male e cosa abbiamo perso, lavorare sulle sensazioni fisiche, sui vissuti emotivi.

Questo significa far emergere tutta la tristezza e la rabbia, e gestire quest'ultima può essere terribilmente difficile. Quando stiamo attraversando un lutto, tendiamo spesso a focalizzarci sulle cose positive: "Non andremo più in quel posto sul mare, non ci saranno più weekend fuori porta".

Dobbiamo dire addio a queste vecchie "routine" con quella persona. Un aspetto a cui si fa meno caso è tutta le questione dei progetti, dei sogni, delle speranze costruite all'interno della coppia. Per esempio per una coppia che divorzia dopo un breve matrimonio, la perdita potrebbe riguardare i figli che non nasceranno mai; per due persone in affari, potrebbe essere la perdita di un progetto che non vedrà mai la luce.

Come sbloccarsi?

Chiedersi: "che cosa mi ha ferito di più? Cosa mi manca? A quali sogni e speranze sto dicendo addio?".

Non sono domande semplici a cui si possono dare risposte su due piedi, e la loro esplorazione richiede impegno e tempo. Ma fa parte del lavoro duro da fare per terminare il processo di "guarigione".

Secondo Pascual-Leone, le emozioni sane hanno una curva di vitalità: prima emergono, poi cominci a sentirle, le esprimi e poi finalmente il tuo lavoro può essere terminato. Da quel momento in poi inizia un nuovo processo di accettazione e adattamento al/la nuovo/a te.

 

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Scritto da

Dott.ssa Maria Teresa Caputo

La dott.ssa è Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo Cognitivo-Comportamentale, iscritta all'ordine degli Psicologi della Regione Campania. Svolge la professione privatamente occupandosi di disturbi d’ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, lutto nell’ età evolutiva e nell’età adulta.

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Bibliografia

  • SC Paivio, A Pascual-Leone - 2010 Emotion-focused therapy for complex trauma: An integrative approach.
  • A Pascual-Leone, 2019 3 Step Process for Finding Closure and Moving On

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Commenti 2
  • Alessandra

    Diciamo che mi sono posta piano piano quasi in modo naturale molte di queste domande. La prima quando il rapporto è entrato in crisi e'stata, perché, ma restare bloccati nel perché porta solo dolore, rabbia, frustrazione. Poi sono riuscita a passare al cosa non voglio più. Dopo è arrivato il momento di cosa voglio e cosa mi manca. Sono arrivate le decisioni importanti, e il percorso di rinascita, dolore ce n'è ancora, soprattutto nel momento in cui penso ai sogni ai progetti sui quali avevo riposto delle speranze e che non si realizzeranno più insieme ma con strade separate. Ogni giorno c'è tanto impegno per conoscere e costruire una nuova me.

  • Luigina Vigolo

    È esattamente la fase che sto vivendo... Non è facile mettere a fuoco, obiettivamente, i propri bisogni, quelli che non venivano soddisfatti, capisco però quanto sia importante starci... Ma fa davvero tanto male. Grazie

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