"Come e dove stiamo"…non "Cosa abbiamo?"
Ansia, attacchi di panico , depressione, rabbia incontrollata e ingestibile…ma anche stati d'animo incomprensibili e inspiegabili come angoscia, inquietudine, rimpianto, rammarico, risentimento, rancore, vuoto, aridità, deserto, desolazione, isolamento, chiusura, assenza, eclissi vitale e ancora: dimenticanze, errori, sbagli, atti incompiuti, indecisioni, rimuginazioni, inerzia stagnante.
Tutti, insieme agli eventi imprevisti che capitano, sono richiami, spesso e volentieri opportunità per saperne di più su noi stessi. Sono gli stessi che ci hanno sempre presentato come sintomi, disturbi, patologie.
Dai sintomi fisici sfiancanti ed estenuanti alle fantasie colorite e galoppanti, passando dai sogni nebulosi e criptici, si estende un campo ignoto alla coscienza che preme per partecipare alla nostra vita, per dire la sua e aiutarci nelle nostre difficoltà, disagi, disturbi.
Niente è più profondo della superficie e da ogni punto di quella circonferenza si raggiunge sempre il centro, il fulcro, il sé vitale e lo slancio per la crescita.
Spesso la vita si presenta apparentemente senza senso invece offre, anche nella sua stasi e frenesia, banalità e complessità, infiniti spunti, motivi, tasselli da incastonare e scenari da ricostruire.
Gioca un ruolo fondamentale la nostra storia antica, perché, in qualche modo bizzarro, alcune nostre parti furono oppresse, soffocate, accantonate, dimenticate, sepolte.
Così accade tuttora…il non senso, l'incomprensibilità di situazioni e atteggiamenti contraddittori o incoerenti viene affrontato razionalmente: ordine, controllo, disciplina, rigore, programmazione, obiettivi, traguardi, ambizioni, aspettative, credenze che le cose dovrebbero essere e andare in quel dato modo.
L'unica certezza su cui fare affidamento è che il disagio che viviamo ha un motivo che appartiene solo a noi, che emerge in questo momento della nostra vita non a caso, e che la cornice e lo sfondo della nostra storia antica suona un tema, una melodia significante.
Luci e ombre sono imprescindibili le une dalle altre, e imprimono profondità e movimento alla nostra vita. D'altra parte, la tridimensionalità di un oggetto sta proprio nell'armonico gioco tra luce e ombra.
Come ci muoviamo insieme, dove andiamo, dove ti accompagno.
I primi 3 incontri prevedono l'instaurazione di un rapporto di fiducia, caratterizzato da accoglienza, empatia e sicurezza nella relazione terapeutica. La sintonia affettiva da una parte e la partecipazione di entrambi i protagonisti sulla scena della terapia consente di fare luce su ciò che sta accadendo, sul motivo, sul senso …..
Il quarto incontro prevede la somministrazione del test di Rorschach , più comunemente noto come la prova delle macchie d'inchiostro. Esso consentirà un'ulteriore approfondimento, più strutturato e dettagliato sulle varie sfaccettature della personalità e dei vari aspetti implicati nell'approccio alla realtà e nella gestione di emozioni e sentimenti. Infine, il quinto incontro è dedicato a una restituzione diagnostica , con adeguate indicazioni, suggerimenti e proposte per un eventuale proseguo terapeutico.
Sono disponibile per accompagnare verso diverse mete, ognuno ha la sua personale, seguendo percorsi individuali e di coppia.
Chi sono e come si svolge
Attingo da vari approcci teorici: psicodinamico, analitico junghiano, gestaltico, nel senso che continuo a studiare e leggo di tutto e di più.
Ma, imparata l'arte e avendola da tempo messa da parte, credo nell'efficacia di un incontro professionalmente, ma soprattutto umanamente speciale tra due persone, nell'accoglienza, nella fiducia, nella sicurezza della relazione e nell'imprevedibilità di quello che può succedere e si può trovare solo insieme.
Credo che concedersi l'esplorazione del proprio mondo con una guida, presente affettivamente, esperta, protettiva e sicura, conduca a scoperte illuminanti, rigeneranti e nutrienti, alla gioia, alla spontaneità, alla libertà, anche attraverso il dolore delle vecchie ferite ancora aperte. Dopo averle curate insieme potranno finalmente sbocciare e fiorire quelle cicatrici che ci ricorderanno quello a cui teniamo e di cui vogliamo continuare a prenderci cura.
Per me, l'obiettivo della terapia, come molti colleghi definiscono il risultato atteso, non è arrivare a pensare "spero che domani vada meglio, o che starò meglio o che capiterà qualcosa di bello. Non mi interessa infondere questa forma di speranza illusoria, mi interessa che le persone si riapproprino del desiderio di lottare con coraggio, che si dicano "mi incuriosisce, mi interessa, voglio provare, voglio rischiare, voglio rialzarmi, perché ne vale la pena, perché non voglio perdermi la scena più bella, tuttavia non mi interessa il finale, come va a finire, mi interessa piuttosto assaporare la vita giorno per giorno, momento per momento e gustare l'ebrezza di affrontarla come un'avventura, un viaggio affascinante e suggestivo, e mi basta che sia interessante, non che finisca bene o per il meglio."
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