Vorrei risposte sul mio passato

Sono un giovane appassionato di psicologia (sebbene studi tutt'altro) che si è avvicinato a questo mondo principalmente per trovare delle risposte su di sè. Non ho la disponibilità economica per un percorso psicoterapeutico, attualmente, ma d'altra parte questa è più che altro una mia curiosità e non un qualcosa che ha un serio impatto nel quotidiano.

Fin da bambino, a detta delle persone intorno a me, ho sempre dimostrato un'intelligenza superiore ai miei coetanei.. Il problema è che, al netto di un rendimento scolastico impeccabile, non avevo un comportamento normale a livello sociale. Lontano dai professori, infatti, mi umiliavo agli occhi dei miei compagni raccontando episodi inverosimili su me e la mia famiglia (non è successo, ma se avessi detto di venire da Marte in quegli anni non si sarebbe sorpreso nessuno) che minarono irrimediabilmente la mia reputazione per anni, visto che fu una cosa continuata nel tempo. Quando poi, di fronte agli insegnanti, questi ragazzi giustamente mi prendevano in giro, io dicevo che si erano inventati tutto, che agivano per gelosia nei miei confronti ecc... e la gente ci credeva! Infatti i miei genitori non hanno mai saputo nulla, per dire...

Ovviamente, questi comportamenti mi alienavano ulteriormente agli occhi dei miei coetanei: quando poi scoprii il significato della parola "bullismo", vi lascio immaginare... Arrivai a piangere davanti alle FORZE DELL'ORDINE, non so se mi spiego... Poi, MISTERIOSAMENTE, non facemmo mai denuncia: chissà come mai, eh...

Questa cosa si protrasse fino all'inizio del liceo: lì, dal nulla mi resi conto delle cose orribili che avevo fatto in precedenza, ed entrai in un forte stato depressivo. Convinto di essere socialmente spacciato e di non meritare in ogni caso una seconda possibilità, allontanai molte persone per paura di fare loro del male... Diedi libero sfogo a pensieri misogini, razzisti, omofobi (che non pensavo davvero: basti pensare che oggi sto con un uomo di colore...) e anche qui non ebbi mai ripercussioni.. Parliamo di 10 anni fa: il mondo era diverso..

Ovviamente, col senno di poi, non fatico a credere che più di una persona si sia magari tagliata o sia finita in terapia per le mie parole, ma all'epoca non mi importava: mi sentivo un mostro in ogni caso, per cui... Finisco il liceo, di nuovo realizzo ciò che ho fatto e decido di ripartire da zero: i sensi di colpa mi sovrastano e faccio qualunque cosa mi dia sollievo, volontariato e attivismo compresi.

Durante il COVID, addirittura, tramite delle pagine social apposite scrivo a ragazzi più piccoli di me (in età liceale) che per vari motivi erano in momenti difficili della loro vita.. Cerco di aiutarli, supportarli e sostenerli come posso, ma senza mai pronunciare la parola "amicizia": credo fortemente, infatti, di non meritare persone così nella mia vita.. Nel frattempo, inizio a interessarmi di psicologia e mi rendo conto di vivere in una famiglia disfunzionale ed anaffettiva, oltre che omofoba ecc... Questo mi porta, alla fine della pandemia, a troncare ogni rapporto con questi ragazzi: la loro vita è effettivamente migliorata nel frattempo, e non servo loro più... Anche oggi, preferisco saperli felici senza di me piuttosto che a contatto con la merda in cui vivo..

Credo di aver trovato un mio equilibrio e di sapere chi voglio essere, riconoscendo il "male" e prendendone le distanze a costo di sacrificarmi: perchè, però, ho avuto un percorso così travagliato? C'è qualcosa che non va in me? Potrei avere ricadute in futuro?

Anonimo.