Vivo male l'università

Inviata da Gianfranco · 25 mar 2017 Orientamento scolastico

Come dice il titolo, ho problemi con l'università che non riesco ad affrontare bene da quando è iniziata.
Ho sempre dato grande importanza allo studio, ottenendo molte soddisfazioni, e terminando la mia carriera liceale con il massimo dei voti. Finito il liceo classico, vista la mia grande passione per la scienza, mi sono iscritto alla facoltà di fisica, pensando che sarebbe bastato impegnarmi quanto già ero solito fare per ottenere gli stessi alti risultati. Dopo pochi giorni dall'inizio, scopro che non è così: non riesco a stare al passo con le lezioni, ho enormi difficoltà a seguire, a capire gli argomenti più semplici malgrado mi sforzassi e la mia volontà vacilla: passo una prova intermedia molto facile con un voto tra il 20 e 21, fortunatamente dalla poca importanza per il professore ma ciò non mi basta. Dopo due mesi e mezzo dall'inizio decido di cambiare facoltà: dopo aver frequentato lezioni in due o tre facoltà diverse, inizio a seguire con costanza quelle di lettere antiche: la mia scelta era basata semplicemente sulla consapevolezza che non avrei riscontrato problemi in quel tipo di corso di studi ed effettivamente così è stato. Ho iniziato a seguire dal secondo semestre e non ho riscontrato grossi problemi, ma mi sento insoddisfatto: trovo le materie abbastanza interessanti, ma non riesco a fare a meno di pensare all'altra facoltà che al liceo avrei scelto prima di pensare a fisica: medicina. Avevo sempre trovato interessante la biologia e la chimica, inoltre l'idea di studiare materie più pratiche mi entusiasmava ma poi, temendo il ruolo del medico e dicendomi tutti che uno studente di medicina e poi un medico non ha mai tempo per altro se non per lavorare ho vacillato e ho preferito puntare su fisica. Quando seguo le lezioni continuo a pensare a come sarebbe se avessi scelto medicina da subito, e che non dovrei essere lì.
Inoltre ho il terrore degli esami: se fino alla fine del liceo non ho mai avuto eccessiva paura delle interrogazioni e l'esame di maturità è stato anche divertente per me, ora quando penso di dover affrontare un esame sono sicuro di non potercela fare. Che i programmi siano troppo vasti, che io non riesca a ricordare tutto e che venga bocciato.
I miei genitori non mi fanno alcun tipo di pressione, hanno totale fiducia in me ma io non più. A causa di questi problemi, ho iniziato ad andare da uno psicologo, con il quale dopo due mesi, ci siamo lasciati con la mia promessa di ufficializzare il passaggio a lettere classiche (formalmente sono ancora iscritto a fisica) e di dare qualche esame: solo dopo avrei potuto pensare a medicina.
Oggi mio padre, giustamente, mi ha fatto ufficializzare la cosa e questo mi ha terribilmente angosciato: mi sento in trappola e non so perché. Un mio grandissimo timore è di ritrovarmi disoccupato dopo tanti anni di studio, e so che con lettere questo è molto probabile: a volte mi convinco di lettere, ma poi appena penso che dovrò passare la vita tra figure retoriche e testi in greco mi sento soffocare. Così come l'idea di dover abbandonare ogni mio hobby, o di non avere più tempo libero una volta intrapresa medicina o quando sarò medico. Come ho detto, ho sempre studiato tantissimo, spesso identificavo il valore della mia persona nei voti che prendevo: grazie al mio psicologo, sto accettando il fatto che non è così, ma questa "visione" di me ancora mi influenza. Purtroppo non ho una passione particolare nello studio: mi piace tutto, adoro apprendere nozioni in quasi tutti i campi. Ho comprato il manuale dei test di medicina e mentre studio letteratura greca o qualunque altra materia del mio cdl, ogni tanto guardo la biologia o l'anatomia.
Al quarto anno di liceo, sognavo di fare il divulgatore scientifico, mi è sempre piaciuto parlare e trasmettere sapere agli altri, e l'idea di condurre documentari come Superquark mi faceva impazzire: forse per questo mi sono iscritto a fisica, ma non è stata una valutazione ponderata: non amo sufficientemente la matematica. Anche con lettere potrei divulgare, da insegnante, ma non so se ciò mi soddisferà, i ragazzi non sempre amano la cultura e sembra che siano sempre di meno quelli davvero interessati. Inoltre penso di aver già perso tanto tempo, che ciò sia una sorta di macchia indelebile sul mio curriculum e che ciò mi creerà problemi in futuro. Non riesco più a vivere alla giornata, penso spesso al futuro (che sto rovinando) o al passato (dove non avevo questi problemi): ho tante cose che dovrebbero rendermi felice (famiglia, ottimi amici che mi vogliono bene e stimano, salute) ma non riesco a esserlo e ciò mi fa sentire come un viziato.
Mi fermo qui, potrei continuare a scrivere ancora ma credo di aver reso l'idea: non so dove sbattere la testa e non riesco più a ritrovare la tranquillità che avevo al liceo.

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Miglior risposta 27 MAR 2017

Gentile Gianfranco,
Lo studio per lei è sempre stato importante e ha coinciso per tanto tempo con la sua identita'. Forse prima si trovava in un limbo, il futuro era lontano, tutto procedeva, nel migliore dei modi dal suo punto di vista. Ora deve entrare nel mondo adulto, scegliere una professione, avere delle responsabilità e raggiungere dei risultati. Teme di deludere i genitori e se stesso prima di tutto.
Ha paura di affrontare la realtà, gli esami ed è preoccupato per il futuro, vive una situazione di crisi e di stallo profondo.
Leggendo il suo quesito sento tanta confusione...cosa vuole davvero? Cosa è realmente cambiato dal periodo del liceo? Come si sente emotivamente? Lei aveva iniziato un percorso con lo psicologo, continui questi incontri con qualcuno che l'aiuti a fare luce e chiarezza dentro di lei.

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