Stanco della vita

Inviata da Manu · 12 lug 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Ciao,
ho 37 anni, ho una bella famiglia e non credo di avere problemi gravi nella mia vita.
Da molti mesi però non capisco che senso abbia vivere, per arrivare dove, per aspettare che prima o poi una malattia o un evento sfortunato mettano fine ai miei giorni?
In maniera molto razionale credo che potrebbe essere una valida opzione farla finita ma se non lo faccio è per due motivi: il primo è che non ho il coraggio di farlo, ma il più forte è il secondo, non voglio far stare male le persone che mi vogliono bene, non se lo meritano.
Ho perso mio padre per una malattia quando avevo 17 anni e ancora oggi sto male se mi focalizzo sul fatto che non è qua, che non posso confrontarmi con lui, e non potrei minimamente pensare che qualcosa di simile possa succedere a mia moglie, i miei figli e alle altre persone a me vicine.

E quindi sono qua, vivo, continuo a vivere, ma sono stanco.

Questo non vuol dire che non abbia momenti felici, che passi la mia giornata con la faccia triste, soprattutto quando sono in compagnia ... ma quando sono da solo ci rifletto e mi rendo conto della differenza rispetto a qualche anno fa, quando ero carico, avevo voglia di fare, di raggiungere degli obiettivi. Ora no, di obiettivi e progetti a medio termine ne ho, ma io non son più come prima.

Di tutto questo ho parlato a inizio anno a mia moglie che mi ha ascoltato, a cercato di capirmi e darmi supporto, ma mi rendo che le cose dentro di me non sono cambiate e non voglio pesare su di lei, quindi me le tengo dentro e ogni tanto ci piango su da solo.

Non so perché lo sto scrivendo, non credo di farlo per avere delle risposte ... penso sia solo uno sfogo.

Grazie del tempo che mi avete dedicato leggendo questo messaggio.

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Miglior risposta 25 LUG 2022

Gentile Manu,
innanzitutto vorrei precisare che c'è grande differenza nel vivere il dolore da parte dei congiunti a seconda se perdono un parente stretto per suicidio oppure per malattia.
In ogni caso, la perdita di suo padre per malattia quando lei aveva 17 anni è stato un trauma certamente non del tutto elaborato ed ha lasciato una cicatrice che fa ancora male.
A parte ciò, in questi ultimi anni è possibile ci siano stati nella sua vita delusioni o insuccessi con ripercussioni negative sul suo umore da indagare in un contesto di psicoterapia che le suggerisco di intraprendere.
Quanto al senso della vita, penso che ognuno lo trovi in qualcosa di prioritario da salvare.
Personalmente lo ritrovo nel costruire una famiglia con dei figli da accompagnare nel loro cammino finchè ci è data la possibilità di farlo e quindi condivido il suo pensiero che questo è un ottimo motivo per allontanare pensieri autolesionistici nei momenti di sconforto sapendo che si tratta di momenti.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-.chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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19 LUG 2022

Buonasera Manu,
quando si perde un genitore così, giovani o più vecchi credo possa fare poca differenza, il dolore per l'assenza / la loro mancanza rimane sempre.
Ha parlato di "differenza rispetto a qualche anno fa, quando era carico" e ha anche aggiunto che Sua moglie è disponibile all'ascolto ed al supporto.
Per riprendere quello che diceva Lei: per non pesare sulla famiglia, che comunque è presente, Le consiglio di contattare uno psicologo che possa aiutarLa a capire cos'è cambiato fra "qualche anno fa" ed oggi e, se ne avrà modo e possibilità, riprenderei anche l'emotività legata all'assenza di Suo padre.
Le auguro di riuscire nell'elaborazione e resto a disposizione qualora volesse contattarmi.

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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19 LUG 2022

Mio caro ha fatto molto bene a confidarsi con sua moglie. Essere una coppia vuol dire esserci l'uno per l'altro pertanto non si trattenga nel mostrarsi così come di sente, per sua moglie potrebbe essere più doloroso percepire il suo disagio senza esserne coinvolta. Probabilmente il malessere che sta vivendo da qualche mese è dovuto al timore di perdere, per un motivo imponderabile, tutto ciò per cui si è impegnato. In tutto questo non escludo che possa entrarci la perdita prematura di suo padre. Prima che la sintomatologia cronicizzi Le suggerisco di farsi aiutare da uno specialista per ritrovare l'entusiasmo che al momento sembra aver perduto.
Resto a disposizione.
Auguri
Dott.ssa M.A.Consalvi

Dott.ssa Maria Assunta Consalvi Psicologo a Roma

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14 LUG 2022

Ciao Manu,
lettera che colpisce al cuore la tua! Come si fa a non risuonare di fronte ai grandi temi esistenziali!
E poi il tuo modo di narrarli: lucido, pacato, coraggioso ...virile direi.
Che cosa risponderti?
La prima considerazione è che alcuni aspetti del lutto per la morte di tuo padre non siano stati elaborati a sufficienza, che ci siano delle parti rimosse che dal profondo corrodono il tuo sentimento della vita. E , prendendo per buona questa ipotesi, varrebbe la pena di chiedersi perchè il malessere si fa vivo adesso, dopo anni di latitanza.

Un'altra considerazione potrebbe riguardare l'autenticità del tuo Sè: hai trovato senso e forza negli obiettivi che ti sei dato, lo trovi ancora quando sei in mezzo agli altri ma avverti il vuoto quando ti ritrovi da solo (e l'andare per obiettivi non ha più la forza di una volta).
Può essere (ma è solo un'ipotesi) che tu sia stato e sia ancora molto bravo nell'assecondare le aspettative di chi ti sta intorno ma tu non sia altrettanto bravo nel capire i tuoi desideri profondi e nel dar loro spazio nella tua vita. Un Sè forse un pò troppo compiacente?

Ancora un'altra considerazione, quasi banale per chi fa il mio mestiere, è che qualcosa sia accaduto nella tua infanzia, prima della morte del tuo amato padre, che ti ha molto turbato all'epoca, al punto da essere rimossa: la mente non sa più, da allora, che cosa è successo ma il corpo lo sa. Da qui il malessere senza nome.

E infine (per questa mia breve risposta) può anche essere che tu stia veramente cercando il senso ultimo della vita. Una volta le religioni, le ideologie o la fiducia nel futuro per esempio, si incaricavano di rispondere a questa domanda. Risposte precostituite a ben vedere, ma in ogni caso efficaci. Oggi ognuno deve fare la fatica di trovarsi le sue risposte, anche modeste. Non tutti sono Kant, ma tutti hanno bisogno di sapere perchè vivono.
Se così fosse, se questa cioè fosse l'ipotesi più accreditata per la spiegazione del tuo malessere, allora vivamente ti consiglierei un'analisi junghiana, perchè la ricerca del senso è proprio la sua specificità.
Quale che sia la tua scelta: buon lavoro Manu!
dott. Rinalda Sabbadini

Dott.ssa Rinalda Sabbadini Psicologo a Arese

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14 LUG 2022

Gent. Manu,
lei afferma di avere una vita soddisfacente, una bella famiglia con una moglie che si è dimostrata accogliente nel momento in cui le ha espresso le sue preoccupazioni. Però riferisce di sentire un malessere più profondo, quella che chiama la stanchezza di vivere, da qualche mese. Parla anche del lutto in giovane età di suo padre che ancora oggi la fare stare male.
Sicuramente 'tenersi dentro' questi pensieri non le permettono di vivere serenamente, certo è una buona cosa condividerli con la moglie che però , come dice anche lei, può darle un supporto per il ruolo che ha, di moglie appunto. Uno spazio terapeutico le permetterebbe di lavorare sulle criticità espresse e gestirle in modo funzionale.
Resto a disposizione, cordiali saluti
Alessandra Voltolini

Dott.ssa Alessandra Voltolini Psicologo a Milano

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13 LUG 2022

Buon pomeriggio Manu,
ha fatto bene a scrivere a noi. Parlare delle cose è sempre un buon inizio. Il fatto che queste domande siano arrivate alla coscienza è buon segno. Di solito si vive per inerzia, senza porsi alcuna domanda, così giusto perché la mattina uno si sveglia e bene o male ci sono delle cose da fare.
Trovare il senso di tutto ciò, della vita, perché siamo qui, qual è l'obiettivo vero, potrebbe essere una svolta. Parlarne con uno specialista può essere davvero utile in questo senso. Sarebbe utile puntare sugli aspetti importanti e su quelli fare leva per ripartire con una marcia diversa. Ci faccia sapere come evolve,
cordialmente, Dottor Savasta.

Dottor Antonino Savasta Psicologo a Pistoia

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13 LUG 2022

Buonasera,
Aver condiviso il suo disagio è una Scelta indicativa: è un modo per trovare senso ad uno stato di sofferenza o quanto meno provarci.
Può succedere di perdere la bussola della propria vita e di ritrovarsi immersi nel mare del non senso.
Occorre capire gli eventi scatenanti di tale rabbuiamento e mandarli in risoluzione. La terapia più efficace è l’EMDR. Gliela consiglio vivamente
Sono a disposizione e le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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13 LUG 2022

Buongiorno Manu, penso che in tanti momenti della vita possiamo sentirci "svuotati" e stanchi. C'è anche un fattore di contesto che non possiamo sottovalutare: questo momento post pandemia. Hai fatto benissimo a condividere quello che senti e pensi e forse questo potrebbe essere un momento di cercare quello che ti fa sentire bene: un' attività fisica che ti piaccia, una lettura, ascoltare musica, una chiacchierata con un amico. Se senti che il "nodo" possa essere più profondo penso che uno spazio di riflessione e scambio ti possa essere utile. Il senso della vita è qualcosa che viene costruito singolarmente e direi quasi quotidianamente, e avviene attraverso le nostre esperienze e degli incontri con persone e situazioni. Spero che questo tuo momento possa diventare l'inizio di un percorso di scoperte.
Un caro saluto,
Dott.ssa Thais Oliveira

Thais Oliveira Psicologo a Trieste

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13 LUG 2022

Buongiorno Manu,
il suo messaggio non mi sembra essere soltanto uno sfogo. Da quello che lei scrive posso percepire che nonostante siano passati molti anni, lei non è riuscito a elaborare il luto, cioè superare l'impatto emotivo causato dalla la perdita del suo padre. Lei però non vuole fare pesare alla sua moglie i sentimenti che tiene dentro. Lei si sente solo e non ha un interlocutore con cui parlare senza riserve dei suoi sentimenti , esprimere ed esaminare la sua vita e possibilmente cambiare la situazione emozionale che porta dentro di sé. Situazione questa che genera il sentimento che non vale la pena vivere e che la sua vita non ha un senso.
Sarebbe importante che lei prenda in considerazione la necessità di trovare un interlocutore che l'aiuti a trovare un senso nella sua vita. Una volta che lei riconosca la necessità di fare una psicoterapia, il primo passo sarebbe sollecitare un colloquio con uno psicoterapeuta.
Un saluto e una buona giornata.

Dr. Gilberto G. Villela Psicologo a Roma

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13 LUG 2022

Ciao Manu,
Se oggi scrivi qui è perchè probabilmente il tuo bisogno di sfogare la sofferenza ha avuto il sopravvento e, anche se non cerchi risposte, in qualche modo sei in cerca di qualcosa che ti stimoli a stare meglio. Le tue parole arrivano dritte al cuore e riescono ad esprimere perfettamente il tuo stato d'animo. E' vero, le cose cambiano, evolvono, si trasformano e portano sempre a qualcosa, ma di trattati sul senso della vita ne sono pieni i libri e continuano ad occupare la mente di molte persone sensibili che, come te, non si lasciano scivolare tutto addosso. Probabilmente questo tipo di pensiero ha avuto il sopravvento su di te ed è riuscito a carpire la maggior parte dei tuoi interessi offuscando tutto il resto e facendoti perdere di vista la consapevolezza di ciò che sei realmente. Ti consiglio di dedicarti uno spazio in cui sfogare questo tuo malessere e provare a ricercare le radici di questa tua sofferenza. Affidati ad uno psicoterapeuta e vedrai che la vita potrebbe stupirti ancora e dimostrarti che hai ancora tantissime risorse per assaporare ogni momento bello o brutto che sia, ma come un momento di una vita importante la tua.
Per qualsiasi dubbio rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Loredana Luise

Dott.ssa Loredana Luise Psicologo a Ponte San Nicolò

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13 LUG 2022

Gentile Manu,
credo che il motivo per il quale ci ha scritto è per condividere un dolore che le appare come un peso molto difficile da sopportare da solo. Il suo senso di protezione verso sua moglie, che comunque è un sostegno molto importante per lei, le fa pensare di non volere che si preoccupi e per questo sta ricercando, giustamente direi, uno spazio di condivisione in persone che non sono coinvolte e che sono professionalmente preparate a gestire le emozioni derivanti dal suo attuale stato.
Afferma che non crede di aver scritto per avere risposte e in quel "non credo" si intravede il suo desiderio di stare meglio, di liberarsi dal peso di questa perdita di senso e dell'umore profondamente triste che ne scaturisce. Tuttavia, si sente anche scoraggiato e impotente verso uno stato depressivo dal quale le sembra di non poter uscire.
A mio modo di vedere, margini per stare meglio ci sono, molti ambiti su cui lavorare e soprattutto molti punti di forza: innanzitutto, la sua rete di sostegno e motivazione che sta nella sua famiglia e, in secondo luogo, gli stati di allegria che sperimenta quando sta insieme agli altri. Sono fattori molto importanti in quanto motivano il suo stare in vita e dimostrano che può arrivare a sperimentare emozioni positive.
Gli ambiti su cui è importante lavorare sono l'elaborazione del lutto per suo padre che probabilmente ha lasciato una grande questione aperta. Un trauma per la sua malattia che l'ha portato via quando era giovanissimo. Per qualche evento occorso negli ultimi anni questo trauma si è riattivato, innescando un senso di precarietà esistenziale in cui la malattia e la morte incombono su di lei e sui suoi cari. Questo senso probabilmente le ha fatto perdere il contatto e l'entusiasmo per la vita e per gli obiettivi.
Inoltre, è importante ripristinare un dialogo interiore con il suo genitore interiorizzato. Suo padre, anche se non è più presente fisicamente, le ha lasciato un patrimonio di insegnamenti e di emozioni che può riscoprire per sentire che suo padre, così come tutte le persone, non se ne vanno completamente quando vengono a mancare.
Ciò le permetterà di sentire ancora suo padre vicino a lei, ma anche di sapere che lei non andrà via per i suoi figli, nel caso un evento sfortunato, indipendente dalla sua volontà, dovesse mettere termine alla sua vita.
Al contrario, il gesto di togliersi la vita, sarebbe un evento traumatico per tutta la sua famiglia, che distorcerebbe la rappresentazione di padre e marito che hanno di lei e che potranno conservare nella memoria. Attraverso la memoria è possibile esorcizzare l'angoscia della morte. Per tale motivo ciò che può fare, invece che rincorrere obiettivi, è cercare di stare più a contatto possibile con i suoi cari e dare ogni giorno la versione migliore di lei.
Infine, considerando che ha esordito dicendo "non credo di avere problemi gravi" da qualche parte dentro di lei sa di avere dei problemi o dei dolori che apparentemente non sembrano eclatanti. Forse però qualcosa c'è che la fa soffrire o che le manca nella sua vita. Qualcosa che può fare per lei, al fine di ritrovare la gioia e il senso, è identificare ciò che le manca e cercare di ottenerlo. A volte nella vita si inserisce il pilota automatico, fissandosi obiettivi convenzionali o comunque che non si sentono propri.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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13 LUG 2022

Buongiorno Manu, mi dispiace che in questo periodo stia sperimentando questa solitudine e sofferenza. La invito a considerare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico, dal quale potrà trarre giovamento, approfondendo quegli aspetti e quei pensieri che la conducono a determinate forme di pensiero.
Tornare a gustare i momenti ed i piaceri della vita è possibile. Tutti esperiamo cambiamenti interni ed esterni, invecchiamo e vediamo noi stessi ed i nostri cari sotto luci e prospettive differenti. Parli ancora con sua moglie del suo disagio e si rivolga ad uno specialista della sua zona che possa seguirla in un percorso psicologico. Non è solo!
Resto a disposizione, buona giornata.

Gabriele Altimani Psicologo a Sassuolo

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13 LUG 2022

Buongiorno Manu,
Grazie per aver scritto questo messaggio, a volte sfogarsi serve, ma non è comunque facile mettersi "a nudo".
Intanto mi sento di farti una domanda: cosa è cambiato da "molti mesi" a oggi?
La tua paura che possa succedere ai tuoi figli la stessa cosa che è successa a te con la perdita di tuo padre è lecita, accoglila, osservarla e concentrati sulla vita che invece stai viveneo con la tua famiglia attuale.
Anche la stanchezza è una sensazione lecita e per questo ti chiedo ancora, cosa c'è di diverso rispetto a prima.
Spero di averti dato qualche spunto di riflessione anche se non cercavi delle risposte precise.

Dott.ssa Elisabetta Stucchi Psicologo a Cambiago

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13 LUG 2022

Gentile Manu, lei parla di un prima e un dopo rispetto allo stato d’animo. Cosa è successo tra l’uno e l’altro?
Ritorni con la memoria a quello che ha definito come periodo in cui era carico e con voglia di fare è ricostruisca il periodo successivo. Probabilmente eventi a cui non ha dato il giusto peso, hanno messo in crisi la sua progettualità (obiettivi mancati per esempio o imprevisti, ostacoli, …)
Se non riesce da solo, si faccia aiutare da uno psicoterapeuta che la sappia accompagnare in questa ricostruzione.
Un caro saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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13 LUG 2022

Caro Manu, dal suo racconto emerge tutto il malessere che prova in questo momento della sua vita. Potrebbe trasformare il suo sfogo nell'inizio di un lavoro su sé stesso che le possa essere utile per comprendere da dove derivi questo suo essere stanco e per poter tornare ad essere sereno.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.

Dott.ssa Sara Manzoni Psicologo a Treviglio

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13 LUG 2022

Caro Manu,
E quindi sei qui e ci parli della tua sofferenza con i tuoi modi gentili.
Sai quale e' la cosa piu' difficile da fare? resistere
Non ho modo di sapere l'origine di tale sofferenza e mancanza di gioia di vivere. Puo' essere che hai bisogno solo di resistere a questo momento e di ritrovare a poco a poco il senso della vita, la motivazione giusta, l'entusiasmo. Puo' essere che invece da solo non riesci e hai bisogno di un supporto professionista e quindi chiedi al tuo medico dove indirizzarti.
Intanto questo breve sfogo ti ha dato sollievo? hai bisogno di essere ascoltato nella tua sofferenza.
Hai fatto bene questa volta a non tenerti queste cose dentro da solo. Non sei solo e quando vuoi sfogati pure! ma qui l'aiuto e' davvero molto limitato e generico.
Resto a disposizione per qualunque necessita' e ti auguro di ritrovare il sorriso!
Dott'ssa Emanuela tornabene

Dott.ssa Emanuela Tornabene Psicologo a Palermo

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13 LUG 2022

Salve Manu, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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