Sono sempre arrabbiata e infelice

Inviata da Confusa · 16 ago 2021

Salve, ho 25 anni e vivo con i miei genitori e mio fratello. Non sono mai stata felice in vita mia e percepisco la vita come una continua tortura. Trovo molto faticoso fare qualsiasi cosa e ogni giorno sento un profondo senso di vuoto e sofferenza di cui non riesco a sbarazzarmi. Mi sento molto sola e detesto la mia famiglia. Provo per tutti loro un odio e fastidio costante; in alcuni periodi non sopporto nemmeno di vedere le loro facce o sentirne le voci: tutto è una sofferenza per me, così mi chiudo in camera per giorni, uscendo solo quando stanno tutti dormendo e vivendo malissimo. Fatico a vedere qualcosa di positivo nel mondo in generale, fatico a concentrarmi perchè penso sempre troppo e mi sembra che esistano solo problemi e basta e potrei restare a piangere per ore, ogni giorno. Inoltre, ho un odio continuo per le persone in generale: percepisco le persone solo come una fonte di continue sofferenze e problemi. A volte anche solo parlare è faticoso e quando parlo con qualcuno poi ricordo qualsiasi frase, critica o offesa e i dialoghi continuano a ritornarmi in mente, facendomi stare male di nuovo nei giorni successivi. Nei giorni in cui sto un pò meglio ho comunque una rabbia continua nei confronti dei miei familiari e non riesco a fare a meno di ripensare alle sofferenze che mi hanno causato negli anni. Quando mi infastidisco o mi arrabbio per qualcosa la rabbia si moltiplica, perchè ricordo tutte le volte che quella persona mi ha deluso o mi ha fatto star male a causa di un'offesa o di una situazione simile, così sembra sempre che mi arrabbi più del dovuto per una cosa di poco conto. Ho provato a spiegare alla mia famiglia quanto stessi male ma mio padre è un alcolista e, anche da sobrio, non mi ha praticamente mai parlato; a causa di questo, mi sento profondamente a disagio ogni volta che mi trovo con lui. Inoltre, sembra incapace di dimostrare affetto o empatia: più volte mi sono ritrovata a piangere davanti a lui senza che se ne interessasse o sembrasse accorgersene. Mia madre è quella che sostiene la famiglia e, in quanto tale, è sempre stanca, depressa o piena di ansie. Finge di essere allegra, ma poi piange di nascosto. Molte volte ho provato a spiegarle come stavo e inizialmente ha mostrato una certa empatia e comprensione, ma poi ha cominciato a ad essere insofferente e a dirmi che dicevo sempre le stesse cose e che non ha la forza per sopportare le mie lamentele. Faccio molta fatica a spiegarle come mi sento e mi vergogno molto di piangere davanti alle persone, ma mi si è detto che mi lamento troppo senza avere reali problemi, mi comporto da debole, sono una lagna e faccio la vittima. Mia madre sostiene di esserci sempre stata, che ha fatto il possibile per darmi qualsiasi cosa e che dovrei esserle grata anziché lamentarmi. Io ricordo di averla sempre vista nervosa, ansiosa e troppo stanca per discutere. Non è mai stata in grado di confortare, incoraggiare o di mostrare comprensione. Inoltre, si preoccupa più se ho la pelle rovinata piuttosto di un eventuale disagio interiore: sembra che i problemi psicologici non possano essere contemplati nella mia famiglia. Riporta qualsiasi discussione sul piano economico, ricordandomi che mi ha cresciuta, pagato gli studi o comprato qualcosa e che non sa che cosa dovrebbe fare ancora. Mi dice che mio fratello è cresciuto nella stessa famiglia, eppure non si comporta come me e non sembra avere tutti i miei problemi. Mio fratello ha qualche anno in meno di me e non mi parla quasi mai: credo non mi sopporti e questo mi fa stare molto male. Penso non tolleri il fatto che faccia star peggio mia madre lamentandomi. Ho provato a parlare anche con lui, ma lo infastidisce molto vedermi piangere e penso che non tolleri i drammi, così mi evita sempre di più, stando con i suoi amici. Io non ho amici e non frequento nessuno. Faccio molta fatica a parlare con le persone. Ho sempre percepito un continuo senso di ansia, solitudine e alienazione, sia nella mia famiglia, sia a scuola, con i compagni di classe. Non mi sono mai sentita parte di niente e tendo a non sentirmi a mio agio con nessuno. Spesso mi sono sentita come se vivessi con più intensità quello che accadeva nei film o nei libri piuttosto di quello che mi succedeva nella realtà. Fatico a provare piacere per qualcosa e non mi diverto quasi mai. Le uniche cose che mi danno conforto sono appunto leggere o guardare film, ma fatico a concentrarmi pienamente anche in quei casi. Non ho mai lavorato e ho anche lasciato l'università perchè non riuscivo più a concentrarmi dopo che mio padre ha ricominciato a bere e una serie di altre situazioni si sono succedute. Non so esattamente se sono caduta in depressione allora o se sono peggiorata, perchè in qualche maniera mi sembra di essere sempre stata depressa. So solo che sono stata molto peggio: pensavo sempre alla morte, avevo mal di testa continui e non riuscivo a rimanere concentrata nemmeno durante la durata di una pubblicità, a causa dei pensieri continui. Ora sto meglio rispetto a quel periodo, ma mi sento una nullità e non ho alcuna autostima. A volte mi chiedo se sono pazza e quasi comincio a dubitare di me stessa e della mie percezioni dal momento che nessuno sembra credere alla mia sofferenza. Mi chiedo se il mio dolore è legittimo o se è vero che sono solo pigra e mi lamento troppo. Inoltre, mi è capitato di vedere diversi video sull'Asperger e, dal momento che mi riconoscevo in diverse cose, ho letto articoli e ho provato a fare tutti i test che ho trovato: in tutti i risultati mi si diceva che ero probabilmente un soggetto aspie. Avrò provato a fare l'Aspie quiz 4-5 volte in mesi differenti e il risultato era sempre lo stesso, ma non so quanto questo possa essere affidabile. Ho avuto un'alta probabilità anche con i test per il disturbo borderline di personalità e per il disturbo bipolare, quindi non so più cosa credere. Recentemente sono riuscita ad entrare in una scuola d'arte abbastanza importante: sono stata trattata come una persona intelligente e capace, ma è stato strano perchè io continuo a non avere alcuna autostima e ho paura di rovinare tutto. Temo di fare solo un altro errore e di perdere altro tempo. Mi chiedo se riuscirò a sostenere un impegno giornaliero in queste condizioni e dovendo continuare a vivere con i miei genitori. Non so davvero dove trovare la forza per andare avanti.

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Miglior risposta 18 AGO 2021

Buongiorno,
Dalle sue parole emergono tutta la sua sofferenza e la storia dolorosa dei suoi rapporti familiari.
Lei parla di solitudine, ansia, alienazione, infelicità, ruminazioni mentali, difficoltà a concentrarsi persino su un film, odio, recriminazioni. Ma perché condannarsi a questa “continua tortura” che le toglie ogni forza e rischia di impedirle di realizzare qualsiasi sogno, prima l’università e forse ora la scuola d’arte? Si faccia aiutare! Invece di fare test e quiz su internet, parli con il suo medico curante (che sicuramente conosce le problematiche della sua famiglia) o alla ASL: le consiglieranno il percorso più adatto, di sicuro un sostegno psicologico ma forse anche farmacologico.
Risparmierà tempo e dolore, ritroverà voglia di vivere e energie per portare avanti il suo progetto artistico che le darà un ulteriore impulso vitale. Potrà finalmente esprimere se stessa, trovarsi un lavoro e andare via da casa.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Falcolini

Dott.ssa Elisabetta Falcolini Psicologo a Sansepolcro

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18 AGO 2021

Cara Confusa,
Mi dispiace per come ti senti.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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17 AGO 2021

Cara Confusa,
Mi dispiace per come ti senti e quello che stai vivendo interiormente.
Intanto ti dico che hai fatto bene a scrivere in questo portale.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
Ti auguro periodi migliori.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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17 AGO 2021

Buongiorno,
tanto per cominciare vorrei ringraziarla per avere scritto, questo è un "luogo" sicuro e penso che lei possa trovare da qualcuno di noi una risposta adeguata alle sue esigenze. Penso, inoltre, che il solo aver scritto l'abbia fatta sentire un po' meglio almeno per il momento.
Posso capire come si stia sentendo e comprendo la sua situazione: trovarsi con persone che non le danno credito non è una cosa facile e la necessità di essere ascoltati è importante.
In generale ritengo che se proviamo dei determinati sentimenti o emozioni è giusto che vengano provati, non esistono sentimenti sbagliati ma solo alcuni che ci portano ad essere poco funzionali nella vita. Nella nostra esistenza ci troveremo sempre a venire a contatto con molte persone, è una condizione obbligatoria dell'uomo in quanto animale sociale, non è detto che debbano starci tutte simpatiche, sia che siano parenti, familiari o amici ma senza dubbio va intrattenuto un rapporto con loro anche per il nostro stesso benessere.
Ciò che le propongo è di concentrarsi sui suoi interessi, ho letto che le piace leggere e guardare film, queste sono due attività che potrebbero esserle utili anche per la sua neocarriera artistica se sviluppate in modo profondo. Le capiterà di essere stanca e demotivata ma non è detto che debba necessariamente combattere questa condizione: può delle volte assecondare la stanchezza senza che quest'ultima prenda il sopravvento.
La carriera accademica, come avrà notato, è lunga e dispendiosa quindi potrebbe provare a cercare qualche lavoro che la aggradi: oggi esistono molti lavori che non richiedono neanche di uscire ed incontrare persone (pregi e difetti della tecnologia...).
Questi che le ho dato sono solo alcuni feedback ma sappia che sono disponibile per continuare a parlare con lei.

Cordialmente
Dott. Matteo Agostini

Dott. Matteo Agostini Psicologo a Roma

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