Sono innamorato di una mia paziente, ora come faccio?

Inviata da Fag · 18 nov 2014 Orientamento professionale

Salve, questa volta a scrivervi è un vostro collega di Mantova, in via anonima naturalmente. Ho 71 anni e ho in cura una giovane ragazza di 19.
Sono innamorato di lei, è inutile che mi prenda in giro. Conosco le varie dinamiche transferali e so distinguerle dal genuino sentimento che so essere quello che io sento per lei. Viene da me da circa 3 anni ed è stato quasi un colpo di fulmine. Non le ho detto quello che sento, ma gliel'ho fatto intuire molto bene attraverso determinati comportamenti. La mia terapia le è stata molto utile, è riuscita a raggiugere moltissimi degli scopi che c'eravamo preposti, anche se il percorso terapeutico non è ancora giunto al termine. Le ho spiegato i miei sentimenti anche se in maniera velata, le ho detto che sono innamorato della sua persona, che mi piace molto, che la trovo affascinante, che sa che io sono di più del suo psicoterapeuta, che lei mi ha conquistato, la vorrei come figlia, l'abbraccio sempre, naturalmente non mi sono mai spinto oltre per rispetto. So che dovrei allontanarla, come il mio supervisore mi ha suggerito, ma non ce la faccio! Non posso concepire di non vederla più, se l'allontanassi la perderei e sono troppo innamorato. Però al tempo stesso non posso spingermi oltre perché il nostro ruolo non consente "trasgressioni". Cosa posso fare?

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Miglior risposta 3 APR 2015

Maniaco. Ha 19 anni. Lei potrebbe essere suo nonno. Questo è il problema dei terapeuti maschi.

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26 LUG 2021

Esimio collega,
quanta sofferenza esce da quel racconto da Lei riportato! Quanto dolore! Poco però c'è da fare, mi creda. Il suo supervisore dice bene: in quanto amore, come Lei afferma, deve mettere l'altro davanti a sé, e l'unica alternativa possibile rimane il distacco. Data la Sua esperienza, non c'è nulla di nuovo di quanto Lei non sappia, del resto.
Ma dalle righe sortisce più una richiesta materiale sul cosa fare (espressa nell'ultima domanda, del resto): il tempo, il tempo è il miglior ed unico rimedio. Come diceva Shakespeare, del resto: Chi non ha pazienza non ottiene niente. Una ferita ha bisogno di guarire. Noi ci serviamo della nostra intelligenza, non della magia, e l’intelligenza ha bisogno di tempo. (Otello)

Bruno Marzemin Psicologo a Albignasego

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15 APR 2015

Sebbene sia un cliente,il Mio Defunto Terapeuta aveva per compagna la Sua Paziente.Se rilegge cosa ha scritto,cogliera' il senso di cio' che prova.A dire,non e' nell'Oggetto Donna che incrociamo quel sentire Denso e Appagante che chiamo Amore ne' nel Posizionarsi come Padre che si prende cura della Propria Donna ma e' nella Condivisione Reciproca ed Emozionale che e' Amore.Lei scrive che e' innamorato.Se ci pensa Io Amo non la rappresentazione di chi Ho avanti,ma lo Scambio Affettivo condiviso,qui ed ora.Se la sua paziente e' consapevole di amarla e lei ne coglie qui ed ora il sentire,non vedo problemi.Ovviamente dovra' sospendere la terapia e relazionarsi a questa donna fuori dal Suo Studio.Ma il.punto e' la reciproca Condivisione Emozionale che mi pare manchi.Lei scrive che ha tentato in modo velato..ovvero non e' nel qui ed ora ma e' probabilmente una fantasia.Si confronti con un collega,per cogliere il senso della sua Operativita' ora.Oggi avrei avuto il.mio incontro settimanale con il Mio Psichiatra che non e' piu.Le scrivo,da ex paziente,con l'auspicio che possa sentirsi immerso nel dato Reale e vedere cio' che e'.Ragioni meno e focalizzi il Suo Se nel qui ed ora rispondendo alle parole che ha scritto.Dice piu' di quanto crede di dire.Auguri di cuore per la Sua Crescita Personale.

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5 GEN 2015

Caro dottore ho letto le corrette e ovvie risposte dei suoi colleghi che la richiamano alla correttezza e all'analisi di quello che le sta accadendo. Io non sono una psicologa ma una paziente in terapia da poco più di un anno. Quello che ho sentito dalle sue parole e'una tenerezza infinita e pur comprendendo l' impossibilità di stringerla fra le braccia capisco e sono vicina al suo dolore...perché lo sento dentro di me...empatizzo con lei perché quando il dolore e' stato affrontato ho alzato lo sguardo e davanti a me ho visto un uomo che ancor più e' da amare per la sua correttezza e per non volermi ferire e in qualche modo proteggermi da un più profondo dolore..lo so lei penserà che trattasi di transfert ecc.ecc.ma di qualsiasi cosa si tratti e' come un miracolo, qualcosa di sconosciuto e irripetibile...non lo vedo come un essere perfetto lo vedo così come e' ....capisco il suo dolore ...lei capisce il mio? L' abbraccio e spero che tutto possa scorrere e fluire nella sua serenità e in quella della sua amata paziente

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24 NOV 2014

Caro collega,
è fondamentale per la sua paziente che lei sia sincero e trasparente e la lasci andare.
L'Etica di noi professionisti ci tutela e tutela i nostri pazienti.
Così facendo lei non sta si proteggendo e purtroppo neanche la sua paziente.
Una volta inviata, potrà prendersi carico di questo dolore e utilizzare tutto questo, una volta masticato e reintegrato, come un valore aggiunto per lei ed i pazienti che ha e che avrà.

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24 NOV 2014

Caro collega, come sai la rigidità del setti G alla quale siamo chiamati tutela i pazienti e noi stessi da situazioni difficili da gestire come quella che hai descritto e che fanno uscire da un percorso terapeutico nel quale ciò che succede ha il senso di oggetto di analisi. Sia per i ruoli che avete che per la grande differenza di età mi pare che l'unica cosa da fare sia allontanarla interrompendo il vostro percorso magari inviandola a un/a collega. Questo è il meglio per la tua giovane paziente. Prendilo come un atto di quel l'amore che non potrete mai vivere per come desisteresti. Auguri

Alessandro Degasperi Psicologo a Trento

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21 NOV 2014

Caro collega, vista anche la sua età immagino che sia terapeuta da molti anni e immagino anche che sappia sa sé quale sia la soluzione migliore nel suo caso. Il suo supervisore gliel'ha suggerita e dovrebbe seguire le sue indicazioni, anche perchè, indipendentemente dal ruolo che lei ricopre nei confronti di questa ragazza, nel vostro rapporto non potrebbe esserci un evolversi naturale verso una storia d'amore, vista anche la notevole differenza d'età. Non avreste interessi, tempi comuni, momenti condivisi.
La invito a tenere sempre d'occhio la sua correttezza professionale oltre che personale.
Cordialmente

dott.ssa Marianna Padovano

Dott.ssa Marianna Padovano - Studio Psicologico Anemos Psicologo a Guidonia Montecelio

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19 NOV 2014

Gentile Fag
casi come il suo succedono in lunghi anni di carriera devota, consapevole e corretta (come penso sia stata la sua carriera in questi lunghi anni).
A volte possono esserci persone che ci colpiscono particolarmente e a cui si pensa in modo diverso dal solito iter di Psicoterapia.
Queste cose succedono dai primordi della psicoanalisi dove Breuer inviò la sua paziente Berta Pappenhein al giovane Freud (trovandosi in grande difficoltà e intrigo emotivo con la bella paziente poi chiamata Anna O. negli scritti); anche Jung stessa storia con Sabina Spielrein che fu, altresì, inviata a Freud...(viene da pensare che Freud fosse l'unico incrollabile !).
Insomma , non è da gridare allo scandalo, sono incidenti di percorso.
Ora però lei, deve pensare a mantenersi integro e ad evitare "contatti impropri" la dove la ragazza è una persona che soffre per sue problematiche e che a lei si è affidata per soluzioni.
Avendo già ottenuto buoni risultati con lei, non rovini il suo stesso lavoro e dia un Taglio a questa terapia ed immediato invio ad altri .
Interrotta la terapia se la ragazza desidererà contattarla lo farà si potrà essere amici o quanto altro.
Coraggio e dignità personale nel mantenersi corretto fino in fondo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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19 NOV 2014

Salve collega, intanto comincio con il ringraziarla per aver condiviso con altri colleghi la sua situazione... che dire anche noi siamo fatti di carne ed ossa e abbiamo sentimenti, però la invito ( come già hanno fatto altri e sicuramente anche lei) a riflettere sul fatto che per età, esperienza professionale e ruolo che lei ricopre, al primo posto c'è sempre il benessere della sua giovane paziente. Lo capisco è faticoso e doloroso lasciare andare un paziente, quasi come un genitore che lascia andare il proprio figlio, ma sappiamo che è fondamentale questo passo.... la invito a chiedere un sostegno da un collega se già non lo fa.

cordiali saluti

Dott.ssa Allodoli Annalisa Psicologo a Ravenna

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19 NOV 2014

Caro collega,
la invito fortemente a concludere il percorso terapeutico con la sua paziente, inviandola ad un collega di cui si fida. Sembra che lei si stia esponendo molto con la sua giovane paziente, che proprio per la giovane età probabilmente ha difficoltà a cogliere le sue reali motivazioni. Ascolterei il parere del suo supervisore e le consiglio di affrontare tale problematica con un terapeuta, che la aiuterà sicuramente a cogliere i significati celati.
Detto questo, le ricordo che ciò che viene al primo posto in terapia è la protezione del paziente e se, in qualsiasi momento, questa viene minata è necessario fare un passo indietro.
Cordiali saluti, dott.ssa Federica Iesce

Anonimo-135034 Psicologo a Roma

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19 NOV 2014

Come altri colleghi le avranno già detto, le consiglio di mandare la sua giovane paziente da un collega di fiducia; in un secondo momento potrà parlare dei suoi sentimenti nei confronti della sua paziente con il suo supervisore.

Dott.ssa Rossella Boretti Psicologo a Prato

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19 NOV 2014

Gentile Gag,
Onestamente mi chiedo perche non abbia inviato a qualche collega la paziente molto tempo fa. Detto ciò credo che quanto suggerito dal suo supervisore sia assolutamente la soluzione più utile e giusta per non dire l'unica percorribile. Per quanto concerne il dolore per l'amore perduto potrebbe poi affrontarlo con un terapeuta. Cordiali saluti.

Monica Torsellini Psicologo a Firenze

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19 NOV 2014

Ciao Fag,
sento che ti trovi in una situazione penosissima, essere terapeuti bene preparati come te, spesso comporta il cadere in situazioni simili, da non augurarsi a nessuno..
La tua consapevolezza avvalora il tuo ruolo ma non è sufficiente per farti accettare un principio di realtà che si basa sul totale rispetto del setting.
Può anche darsi che questo sconfinamento poggi su basi profondamente reali, ma noi terapeuti non abbiamo il diritto di esprimere il nostro desiderio, bensì di rendere nostro il desiderio del paziente..come dire alla 'Cirano de Bergerac'...siamo banditi dalla mensa e questa è la nostra croce.
La situazione non è sostenibile, quello che conta è il bene della paziente alla quale puoi dire assolutamente la verità accomiatandoti da lei col dolore più grande del mondo...proprio come un padre quando è costretto a separarsi dalla figlia prediletta....Hai tutta la mia comprensione e ti voglio bene, ma la persona alla quale più tieni in questo mondo ha veramente bisogno di concludere la sua terapia non con te. Sono a tua disposizione eventualmente sentissi il bisogno di parlare piangende sulla spalla di qualcuno che ti può comprendere. Ciao.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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19 NOV 2014

Caro Collega,
credo che la tua giovane paziente possa non aver compreso la natura del tuo sentimento forse considerando la grande differenza di età o la tua forse scarsa lucidità nel classificare questo sentimento...affermi che ti piacerebbe averla come figlia. In che modo un innamoramento può contemplare un desiderio simile? mi permetto di suggerirti di analizzare a fondo la natura di questo sentimento che provi e quali "corde emotive" ha smosso in te. Arrivando al nocciolo, e parlando della tua paziente che in tutto questo deve essere la prima cosa e la priorità assoluta, credo che per il suo bene dovresti allontanarla. Per un periodo forse, magari il tempo di analizzarti e imparare a dare un nome autentico a questo sentimento. (perdonami ma sono scettica riguardo all'innamoramento che proclami) Potresti palare di un problema famigliare o di salute, senza spaventarla. E dopo un o due mesi, di nessun contatto valutare se sei in grado di riprendere il trattamento (che dici essere stato di gran giovamento per la ragazza) oppure inviarla a un collega. Normalmente ti direi di procedere immediatamente con l'invio ad un altro collega ma dico questo perché riporti un notevole successo della relazione terapeutica e sarebbe un peccato precluderne ulteriori sviluppi se non fosse categoricamente necessario. i miei saluti,
D.ssa Ilaria Beltrami, Psicologa Clinica - Roma

Dr.ssa Ilaria Beltrami Psicologo a Roma

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19 NOV 2014

Gentile Fag, concordo in toto con la Dott.ssa Gerbi.
La inviterei a seguire i consigli del suo supervisore ed allontanare la ragazza in maniera tempestiva, inviandola ad un collega esperto di cui si fida.
Oltre alla scorrettezza deontologica- anche gli abbracci, a mio modesto parere, sono un spingersi oltre- c'è un discorso legato alla giovinezza della paziente in questione.
Non ha mai pensato che ricevere, seppur velate, dichiarazioni possa far star male o, almeno, rendere confusa la ragazza? Non ha valutato quanto negativamente una sua dichiarazione d'amore potrebbe influire su di lei?
Le auguro una buona serata sperando possa prendere la giusta decisione,

Dott.ssa Valentina Mossa

Dott.ssa Valentina Mossa Psicologo a Chivasso

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19 NOV 2014

Caro Fag,
la questione dovrebbe essere approfondita in supervisione e credo che dovrebbe comprenedre meglio il senso che ha questo sentimento per Lei e le ragioni per cui non riesce a fare a meno di questa relazione, non più puramente terapeutica, pur continuando a mantenerla formalmente su questo piano.
La inviterei a riflettere anche sul tipo di esperienza che sta facendo fare alla sua paziente, e se in questa relazione non è più solo il suo benessere l'unico obiettivo sovraordinato, forse varrebbe la pena inviare a un collega,se non altro per correttezza etica e professionale.

Dr.ssa Mormina Veronica Psicologo a Padova

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19 NOV 2014

Condivido la posizione del suo supervisore, le consiglio anche io di interrompere questa terapia e di rafforzare l'apporto della supervisione per capire meglio cosa è successo in questa relazione.
In ogni caso in questo modo non può più essere utile alla sua paziente.

Dott. Gaetano Iannella Psicologo a Napoli

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19 NOV 2014

Non giudichiamo un essere umano per le sue debolezze

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18 NOV 2014

Caro Fag,
Con rispetto, ma da collega penso che il tuo comportamento sia un po' egoista. Secondo me, dovresti inviarla ad un collega fidato.
Cordialmente,
Dott.ssa Gerbi

Dott.ssa Martina Gerbi Psicologo a Asti

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