Sono bloccata, quasi non mi riconosco.. chi sono e cosa voglio?

Inviata da Speranza · 5 nov 2015 Crisi esistenziale

Ho quasi 23 anni, sono una ragazza che ha vissuto e vive una situazione familiare non facile e non ho un ottimo rapporto con i miei genitori ... Sono sempre stata una ragazza educata, non ho mai dato problemi né a casa né a scuola. A scuola ho sempre avuto una media alta e al liceo (facevo lo scientifico), sono uscita con 100 ... Sono sempre stata molto attiva, sempre fatto sport e mi è sempre piaciuta la conoscenza, la lettura, la scrittura... Non sono mai stato un tipo complicato anzi sempre umile e semplice. Devo ammettere che sono sempre stata tanto emotiva, fantasiosa e ancora oggi mi sento un pò bambina perché mi piacciono le cose semplici e così come un bambino che vede le cose la prima volta, così mi meraviglio io di fronte alla bellezza delle piccole cose che agli altri possono anche risultare inutili .... Dopo il liceo non ho scelto subito l'università nonostante le pressioni di mio padre o di fare l università o di entrare nelle forze armate ... Dopo un anno ho scelto psicologia. Mi affascinava la materia nonostante non l'avessi mai trattata prima e forse l'ho scelta perché credevo che avrei potuto capire meglio la situazione in casa mia e ciò che non funzionav. Ho frequentato per un anno ho dato esami, poi per il successivo anno e mezzo non ho frequentato più assiduamente i corsi, non sono riuscita più a dare esami e procrastinavo sempre quando studiavo ... Credevo di aver trovato ciò c'è mi piaceva ... Ma ora non ne sono più sicura, non sono mai stata una persona che non faceva il proprio dovere .. Ora mi trovo persa e vedo le persone e i miei coetanei che hanno scelto una via e l'hanno perseguita senza problemi .. Perché io non riesco più ad essere così non provo interesse per niente, sono sempre nervosa, ansiosa e mi sento colpevole e non meritevole. Spesso ho l'istinto di andare via da casa mia, ma poi mi accorgo che il problema non è solo quello che vivo.. Il problema sono io che non mi conosco più.. Ho sempre cercato di fare il massimo, di essere soddisfatta e rendere soddisfatti gli altri.. Ma ora non so più quale sia la mia strada e chi sono realmente e cosa voglio diventare... Ho l'impressione di essere bloccata sullo stesso punto e non riuscire a identificarmi né a livello professionale né personale.
Da quasi 2 mesi sono in terapia, stanno uscendo tante cose che non sapevo di me, sono fiduciosa nei confronti del mio terapeuta, solo che vorrei sapere se ho intrapreso la strada giusta, se alla fine della terapia saprò chi sono realmente e cosa voglio fare.. Tutti dicono che le risposte alle domande che ci poniamo sono dentro di noi. Io spero anzi desidero ardentemente trovarle, capire qual é la mia strada e ripartire... Perché questo sento di dispersione e l immobilità mi tormentano.

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Miglior risposta 6 NOV 2015

Cara Giulia,
credo che, di sicuro, la situazione familiare non facile ti ha condizionato e ti condiziona non poco.
Immagino anche che in passato il tuo senso del dovere a scuola e il cercare di accontentare gli altri (in primis i genitori) sia stato un tentativo inconsapevole e/o fantasioso di sistemare magicamente le cose nella tua famiglia , cosa che poi non si è potuta verificare.
Come tu stessa hai detto, anche la scelta iniziale di studiare la psicologia può essere stato un tentativo di padroneggiare-riparare la situazione familiare.
Poi, evidentemente, il troppo carico ti ha fatto crollare e sei andata in crisi.
Ottima l'idea di intraprendere una psicoterapia ma sei appena all'inizio e questi percorsi non sono proprio brevi per cui devi avere fiducia, pazientare e continuare senza commettere l'errore, ahimè frequente, di interrompere prematuramente se non vedi risultati immediati.
Tutti i tuoi dubbi e le tue paure le devi portare in terapia ove potranno essere elaborate.
E' stato un peccato che ti sei fermata negli studi di psicologia e l'augurio che mi piace farti è quello che tu possa ritrovare l'interesse e l'entusiasmo per riprendere questi studi che, in età più avanzata, tra gravi problemi personali e familiari, hanno appassionato anche me e mi hanno cambiato in meglio.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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9 NOV 2015

Buongiorno Giulia, la scelta di Psicologia è avvenuta in un momento della sua vita pieno di trasformazioni interne ed esterne (come il terminare le superiori). Questo,può darsi, che le abbia portato un po di confusione che non le ha permesso di scegliere la facoltà universitaria con una certa serenità. Dunque, nonostante le convinzioni di allora, può essere che non abbia scelto la facoltà giusta per lei o, comunque, giusta per lei in questo periodo pieno di cambiamenti, soprattutto psicologici. Tra l'altro, questa confusione si accompagna a pattern di personalità molto auto-responsabilizzanti. Credo sia normale, in questo contesto, sentirsi vuota, ferma e senza una propria identità. Poiché quest'ultimo, quello del senso di identità, è un tema a me molto caro, le consiglio, quando si sente un Sé "liquido", poco stabile, di ripercorrere la sua vita andando a cercare, soprattutto, le sue "sliding doors", ovvero i punti di svolta (Prigogine, un Nobel della fisica che ha influenzato svariati campi della scenza, li avrebbe chiamati "punti di biforcazione")durante i quali è stata quasi "obbligata" da se stessa o dall'esterno a compiere delle scelte. Ecco, proprio quando si compiono delle scelte, poiché vengono attivati vincoli emotivi sistemici, è proprio in quei momenti che potrebbe, cercando di trovare un filo che li unisca, ritrovare il proprio Sé che, nonostante i suoi vissuti emotivi, naturalmente continua a funzionare. Se riuscisse a collegare quei punti di svolta ed i perché abbia scelto una strada piuttosto che un'altra, con il suo Sé attuale (il quale sceglie continuamente anche ora, nel presente), forse riuscirebbe a risalire al proprio Sé identitario ed a ritrovarlo, non solo rispetto ad avvenimenti passati o futuri (ovvero tramite attese, speranze, etc. che proietta nel futuro), ma anche rispetto ai suoi sensi di Sé del presente.Naturalmente, questo è un lavoro abbastanza complesso che le suggerisco di intraprendere con il suo terapeuta, insieme al lavoro che già avete cominciato.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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8 NOV 2015

Buon pomeriggio Giulia,
a mio avviso non sei ferma... perchè hai deciso di iniziare una psicoterapia e di affrontare il tuo problema. Come hai scritto: sei sempre stata una figlia che non ha mai dato problemi, che ha soddisfatto sempre le aspettative altrui e soprattutto dei tuoi genitori... Hai sempre avuto pertanto un grande senso del dovere che ti ha fatto mettere da parte i tuoi desideri, i tuoi bisogni, i tuoi progetti di vita. Arriva così un giorno che ti guardi allo specchio e non sai più chi sei o cosa vuoi... Questo percorso di crescita personale (così mi piace chiamare la psicoterapia) ti aiuterà a sciogliere ogni dubbio a ritrovare te stessa, a scoprire quegli aspetti di te che non sapevi di avere... ti suggerisco vivamente di portare queste tue perplessità in terapia, perchè sono utili al tuo cammino e al tuo rapporto terapeutico. Ti faccio i miei più sinceri auguri!!
Dr.ssa Samanta Scancella
Psicologa Psicoterapeuta breve strategica
(Guidonia-Roma)

Dr.ssa Samanta Scancella Psicologo a Villanova

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7 NOV 2015

Cara Giulia,

da quanto scrivi sul finire, appare che la tua preoccupazione principale sia l'esito della terapia e se da questa riuscirai a capire chi sei e ad avere le idee più chiare. Ti suggerisco inanzitutto di riflettere su questo con il tuo terapeuta, in modo che i tuoi dubbi diventino oggetto di terapia, anche se dalle tue parole sembra che i dubbi siano altri. Mi spiego meglio:
inizi il racconto con diverse premesse su come tu fossi una figlia modello, educata, che non ha mai dato problemi nè a casa nè a scuola, umile e semplice.
Ti descrivi come "non sono mai stata una persona che non faceva il proprio dovere"? Credo sia opportuno capire quale fosse il tuo dovere.
Credi che come persone abbiamo dei doveri verso altre? Se sì quali sono e verso chi hai avuto o ancora hai dei doveri? E' necessario com-piacere qualcuno per poter essere amati?
Ti invito a riflettere su queste domande e a proseguire il tuo percorso terapeutico tenendo vivo il pensiero critico rispetto a te e alla terapia stessa.
Un caro saluto

Dott.ssa Monica Salvadore

Dott.ssa Monica Salvadore Psicologo a Torino

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6 NOV 2015

Cara Giulia, ti suggerisco di parlare dei tuoi dubbi, così come li hai scritti qua, al tuo terapeuta. Le perplessità fanno parte del percorso di psicoterapia e come tali devono essere riconosciute, indagate e spiegate. Scrivi che ti fidi di lui per cui credo abbiate costruito un rapporto basato sull' alleanza e fiducia reciproca; parlargli di come ti senti e delle rassicurazioni che vorresti e definite insieme degli obiettivi, dei tempi e delle modalità per raggiungerli, perchè ciò probabilmente ti darà maggiore certezza sulla via che hai intrapreso e sulle motivazioni sottostanti. Ti suggerisco anche di informarti sull' approccio che segue il tuo terapeuta al fine di capire se è quello che fa per te e per le tue difficoltà.
Vivi le tue emozioni e sfruttale per conoscerti meglio

ti faccio i miei migliori auguri perchè tu possa trovare ciò che cerchi alla fine di questo percorso

Resto a disposizione

Dott.ssa Linda Mannori

Dott.ssa Linda Mannori Psicologo a Sarzana

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6 NOV 2015

Cara Giulia,
a quanto pare da come concludi il tuo messaggio sembra che la preoccupazioni maggiore sia legata all'esito della terapia; come di certo il tuo terapeuta ti avrà spiegato, non è possibile prevedere l'esito di un percorso psicoterapico. Sicuramente verrai aiutata a capire molte cose di te e della tua storia,e molto probabilmente questo ti permetterà di capire meglio chi sei tu e trovare un senso al periodo che stai attraversando.
Non voglio fare ipotesi sulla tua situazione, perché ho pochi elementi e perché il tuo terapeuta potrà farlo con te lì davanti.. mi chiedo solo: a chi è servito che sei sempre stata una bambina modello? Sei sicura che per strade che hai scelto siano state scelte da te? Perché io, con la mia mentre di ingrandimento della realtà e quindi con la mia ottica professionale e anche personale, mi chiedo se parte della tua confusione di questo momento non possa essere legata s quanto hai cercato di fare per farti vedere dai tuoi genitori.. e forse ora ti accorgi che avresti potuto fare altro!
Ripeto, questa è solo un'idea che ho partorito leggendo quello che hai scritto. Sono sicuro che troverai chiarezza nel percorso che stai facendo!

Dott. Eugenio Bedini Psicologo a Marcon

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