Situazione assurda in famiglia: aiuto

Inviata da C. · 17 nov 2015 Terapia familiare

Non sarà facile spiegare tutto qui ma proverò ad essere il più chiara possibile...sono una ragazza di 22 anni, studentessa. A marzo 2014 mio padre ha scoperto che mia mamma l'aveva tradito, dopo che mio padre è stato per tutta la vita assente sia per lei che per me e mia sorella, dato che per lavoro è stato molto fuori casa. Dalla scoperta del tradimento è partito il classico periodo di litigi spesso anche aggressivi, mia madre ha sempre negato tutto riuscendo a dare spiegazioni vaghe che secondo me non sono mai state in piedi. Il periodo di litigio è durato circa un anno, fino a marzo 2015, un anno in cui io (vivendo con loro) ho cominciato ad accusare accenni di depressione, in cui me ne sono andata di casa più volte da mia nonna perché non riuscivo più a sostenere i litigi e il comportamento ambiguo di mia mamma che spesso riusciva a mettermi in mezzo scaricandomi in qualche modo la colpa delle sue azioni, spesso raccontando a mio padre cose non vere sul mio conto. Questo atteggiamento manipolatorio di mia madre ha sempre fatto parte di lei, per cui io non ho mai avuto un gran rapporto madre-figlia. Ad aprile è successa la cosa più grave: inspiegabilmente (all'epoca) mia madre raccontò una serie di menzogne a mio padre su qualche torto che io le avevo fatto (che ancora non ho capito) e lo convinse a mandarmi via di casa. Stavolta mia sorella si prese carico di me e andai a stare con lei e mio cognato. Questo fatto ingiustificato mi fece raggiungere il culmine della tristezza, cominciai ad essere bocciata agli esami, ho avuto crisi di pianto per settimane, il tutto con la laurea imminente. Mia madre con la scusa di riprendersi dai fantomatici "gravi torti" che le avevo procurato, chiese a mio padre i soldi (lei non lavora) per farsi un fine settimana al mare e mio padre nonostante tutto accettò. Qualche settimana fa a distanza di mesi mio padre ha scoperto (non so come) che in quel famoso week end mia madre gli ha rifatto le corna mentre era in soggiorno. Stavolta di fronte a prove più concrete da parte di mio padre, mia madre non ha potuto negare e ha confessato tutto. Quindi ora mi spiego molte cose: mia madre ha messo su un teatro in cui lei era la vittima e io la cattiva, così da potersi fare la vacanza con l'amante. Non curante di tutte le sofferenze e i disagi che ha provocato a me e anche a mia sorella che si è presa la responsabilità di tenermi in casa e mediare fra di noi. Nel frattempo io mi sono laureata, col supporto del resto della famiglia, sono stata ammessa ad un'università importante e vivo in un'altra città. Ho avuto quindi la mia "rivincita" personale. Tuttavia non ho mai ricevuto una parola di scuse da parte di nessuno per la sofferenza che mi hanno fatto provare, ancora più grave visto che si trattava dei miei genitori. Ora la situazione è assurda: i miei genitori fanno credere a tutti che va tutto bene nonostante mio padre abbia scoperto di questo tradimento solo qualche settimana fa. Io con loro non riesco più a parlare, per tutto il risentimento e la rabbia nei loro confronti e soprattutto con mia madre. Mia sorella non ci parla molto, anzi con mia madre ha litigato furiosamente al ristorante proprio il giorno della mia laurea. Mio padre per difendere mia madre dai giudizi della famiglia, sta cominciando a tagliare fuori tutti: zie, zii e nonni vari, che non ha neppure voluto alla mia laurea. Io vivo in un'altra città e dovrei stare bene, tuttavia mi rendo conto di come le dinamiche tra i miei genitori mi abbiano cambiata. Ho notato un mio senso di tristezza e solitudine, anche quando sono in compagnia. Mi è sorta la paura di essere abbandonata, lasciata da sola, di fidarmi, soprattutto delle donne/ragazze (ma anche ragazzi) e una generale instabilità nei rapporti in cui mi sento sempre da meno o mi sembra di contare meno degli altri. Penso che il fatto di essere stata così manipolata da mia madre e non ascoltata da mio padre mi abbia creato una sorta di barriera che faccio fatica io stessa ad abbassare, figuriamoci gli altri. Penso a 2 anni fa, a quanto ero aperta ed energica e non mi riconosco più. Sono stata seguita da una psicologa durante il periodo infernale, nella mia città natale. Penso che lei sia stata davvero la mia salvezza, mi ha dedicato pomeriggi anche gratuitamente appena ero stata mandata via di casa, solo perché vedeva che ero stravolta. Ora vivo in un'altra città e purtroppo non ho la disponibilità che avevo di andare da lei una volta a settimana. Ho scritto qui più che altro perché mettere giù le cose per iscritto mi aiuta a razionalizzarle, ma vorrei anche avere una vostra opinione. Come posso uscire da questa mia tendenza a chiudermi e ritrovare la serenità nei rapporti?
Ringrazio tutti.

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Miglior risposta 17 NOV 2015

Gentile lettrice,
pur comprendendo che lei in questa triste situazione ha rivestito il ruolo di vittima e/o di capro espiatorio, vorrei sottolineare che forse un suo errore iniziale può essere stato quello di essere alquanto critica nei confronti di sua madre riguardo alle menzogne funzionali al suo tradimento tanto più che suo padre già mostrava di non volerle dare credito e, quando poi ha dovuto prenderne atto, ha preferito mettere tutto a tacere arrivando persino a tagliare i ponti con i suoi parenti per tentare di proteggere la reputazione della moglie.
Forse, intuendo per tempo l'atteggiamento di suo padre, lei avrebbe fatto meglio a rimanere neutrale e in tal modo non si sarebbe attirate le ire di sua madre con le relative conseguenze.
Ciò detto, penso non le convenga peggiorare la situazione con i suoi genitori ma le convenga, piuttosto, fare buon viso a cattivo gioco avendo maggior cura di mantenere buone relazioni con sua sorella che le ha dato solidarietà e con gli altri parenti che la apprezzano.
Posso capire che tutti questi eventi hanno influito negativamente sulla fiducia in se stessa e negli altri indebolendo il suo livello di autostima e la sua serenità.
Tuttavia non vorrei che lei, soprattutto adesso che sta studiando fuori sede, polarizzi la sua attenzione e i suoi pensieri sempre e soltanto sui problemi dei suoi genitori (che peraltro apparentemente risultano accomodati) e sulle conseguenze che questi problemi hanno avuto su di lei che pure qualcosa avrà sbagliato.
Il mio consiglio è di cercare di concentrarsi sullo studio che le serve per il suo futuro e di non chiudersi a tutte le relazioni (amicali o sentimentali) sia pure vivendole con un pò di prudenza e senza eccessi
Allorquando potrà di nuovo permetterselo, non rinunci al sostegno psicoterapeutico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 NOV 2015

Buonasera,
penso che la sua storia sia molto complessa per essere spiegata qui per iscritto. Dagli elementi che ci ha fornito, posso supporre che le sue attuali difficoltà con gli altri (la paura di essere abbandonata, la poca energia,ecc) siano la conseguenza dell'aver acquisito una credenza sugli altri molto rigida. Lei, per ciò che ha vissuto, sente di non potersi fidare degli altri, si aspetta che possano ferirla in qualche modo. In più penso che la relazione con gli altri facci attivare in lei uno "schema abbandonico", che le fa rimettere in scena tutto il vissuto doloroso che ha provato con suoi genitori. Ma lei può contare su una sua risorsa molto importante, la sua resilienza. Lei è riuscita, nonostante tutto, ad andare avanti e a raggiungere i suoi traguardi. Non è da sottovalutare, perché ciò indica che ha degli ottimi punti di forza dai quali poter partire per ristrutturare le sue convinzioni distorte (distorte a causa dei suoi vissuti) riguardo gli altri e il mondo.Indubbiamente potrebbe ottenere degli ottimi risultati con una terapia, magari provi a vedere se la terapeuta che l'ha seguita è disponibile per supporti via skype, oggigiorno è molto utilizzato.
Cordiali Saluti,
Dott.ssa Francesca Giuliano

Dott.ssa Francesca Giuliano Psicologo a Santa Maria Capua Vetere

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25 NOV 2015

Buongiorno Panna, per fortuna non tutte le persone sono come i suoi genitori, credo che sia utile questa sua lontananza da loro che deve diventare anche libertà psicologica, utile quindi continuare il percorso che ha intrapreso con l'obiettivo di conoscere e accettare la sua propria sofferenza, lasciare la responsabilità ai genitori di quello che loro hanno fatto e riconoscere che lei è diverse ed è altro, e la colpa non è sua, e può essere migliore e più felice dell'infelice matrimonio che hanno combinato i suoi,ma questo equilibrio deve trovarlo da sola, non può sostenersi alla fonte inquinata dei suoi genitori, eper questo è più difficile. Ma è stata molto brava... credo che sia stata anche troppo indulgente nei confronti dei suoi genitori. Continui dunque la sua strada senza paura e con coraggio e troverà le risposte che cerca. Cordiali saluti. dott. D. Malerba

Dott. Daniele Malerba Psicologo a Trivignano

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18 NOV 2015

Io il tradimento di mia madre l'ho capito anni prima che mio padre lo scoprisse. E sono sempre rimasta zitta, sopportando il fardello da sola. Direi che la neutralità non mi è mancata affatto, anzi. Le critiche a mia madre le faccio ora a distanza di tempo per il suo comportamento oggettivamente vergognoso nei confronti miei e di tutta la famiglia.

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18 NOV 2015

Buongiorno Panna,

Dopo aver scritto spero che si senta meglio, scrivere riordina sempre le idee! Spesso la sofferenza porta ad avere comportamenti che generano altra sofferenza e l'incapacità di alcune persone di gestire in modo sincero e sereno le proprie relazioni, soprattutto quando i propri sentimenti rischiano di portare verso una separazione, spinge alla costruzione di false storie familiari di cui, spesso, i figli pagano lo scotto. Viviamo in una società che celebra l'unione familiare tout cour quindi ad alcune persone risulta più sopportabile la manipolazione degli atti di un figlio a fronte dell'ammissione di una sofferenza familiare. Detto questo, ho la sensazione che la parola "fiducia" sia a lei difficile da assimilare e da qui deriva la sua sofferenza. Come ha già detto la mia collega sopra, anche io le consiglio di ricominciare a consultarsi con la sua psicologa che tanto l'ha sostenuta, anche se è lontana, forse, via Skype potrà ascoltarla. Le suggerisco anche un'altra cosa: penso che nel suo caso una terapia di gruppo potrebbe essere molto utile. In genere le terapie di gruppo sono meno costose e velocemente efficaci. In bocca al lupo per la sua nuova e sincera vita.

Dott.ssa Annalisa Corbo Psicologo a Cornaredo

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17 NOV 2015

Cara Panna,
grazie per la condivisione di aspetti così delicati della sua vita.
Ha provato a contattare la psicologa che la ha seguita per valutare altre modalità di sostegno (online, telefonico...)?

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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17 NOV 2015

Cara Panna,

grazie per le tue parole e per la tua sincerità...
Leggendoti mi viene in mente una frase molto celebre
che dice "Ciò che non ti distrugge, ti rende più forte"

Nella tua lettera traspare sofferenza, dolore, tristezza, sfiducia e delusione.
Ci sono momenti della vita in cui davvero si è messi alla prova, momenti duri, bui, dai quali è possibile, passo dopo passo, piano piano, riemergere e uscirne vittoriosi e più forti.
Se non fosse possibile rivolgerti ancora a uno psicologo (problemi economici? organizzativi?) impegnati a costruire altre e diverse amicizie, frequentando associazioni, gruppi sportivi, attività di volontariato, in cui poter costruire legami di amicizia forti e importanti, sinceri e di fiducia.
Buona vita!

Dott.sa Cristina Fumi
Psicologa-Psicoterapeuta Milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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