Si può iscriversi in università a 25 anni suonati?

Inviata da Vera · 16 giu 2016 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera.
Volevo confrontarmi su un tema che sta continuando ad assillarmi: non sono soddisfatta della mia vita e del mio percorso. Provengo da una laurea artistica all'accademia di belle arti, dove ho imparato a fare "di tutto un po'" senza davvero specializzarmi: arti digitali, web design, comunicazione web... All'inizio mi piaceva, ma con la crisi e problemi familiari ben più bravi (in casa sia i miei 2 fratelli che mio padre non lavorano e durante l'università in un colpo sono venuta a mancare mia nonna, mia madre e mio zio) ho capito che "demandare le mie competenze" su un device digitale non fa per me, richiede investimenti e forza di volontà che non ho, capacità di mettersi in gioco che - per carità - possiedo a mio modo, ma non per questi campi. Una volta acquistato "l'oggetto" per la pratica arrivano un sacco di step successivi. Suona ossessivo e lo è, ma non fa per me, è un'instabilità economica in più. Questi sei mesi sono stati la prova sconcertante nell'avere sbagliato tutto: ho fatto uno stage in azienda e nel frattempo la situazione familiare, causa crisi, sta sprofondando: in famiglia non si parla, da più di un anno non sto mai da loro e c'è un mutismo verso le decisioni da prendere che mi sta assillando.

Ma io, per loro e per me stessa, sento di dover cambiare del tutto rotta verso una professione che mi faccia sentire "qualcuno" e che mi faccia sentire di avere delle competenze "vere", vorrei sentirmi completa e utile a questo mondo. Da un po' di mesi sto pensando di iscrivermi a scienze infermieristiche, almeno per la triennale. Ma tra soldi da mettere da parte e sessioni di ammissione, inizierei a 26 anni per finire nei migliori dei casi la triennale a 29. Però sento di volerlo fare e mi sono fatta i miei calcoli del perché. E' una laurea che, con tanta fatica e fortuna, può portarti fuori dall'Italia o comunque è una laurea spendibile un po' ovunque. E non lo dico perché "gli infermieri trovano sempre lavoro" ma perché, come tante altre lauree, è una competenza tangibile e vera, ciò che non sento di avere. Mi fermano due cose però: la mia instabilità economica molto infelice e l'età. Pensavo di fare questo anno di au pair all'estero - di modo da mettere via i soldi e imparare la lingua di un altro Paese al meglio (per facilità vorrei il francese - ma ho sempre amato come suona il tedesco) per poi darmi sotto e fare questi 3 anni senza gravare a nessuno per le tasse universitarie. Mi sento motivata anche se ho paura, avevo pure varato l'idea di provare altre strade (ad esempio prendere l'attestato da OSS - trasferirmi in Francia e lì fare la qualifica da infermiere, che danno dopo 3 anni di OSS). Il fatto è che vengo da un percorso "artistoide" nel quale ho capito di non sentirmi a mio agio: non sono così, sono una persona semplice (o lo sono diventata), votata per un percorso più lineare e "tranquillo" (il mio tranquillo intende il mio modo di fare, non sono una persona che sa mettersi in gioco e avere la faccia tosta propria di questi ambienti più artistici, li ho visti e mi hanno spaventata).

Credo mi farebbe sentire realizzata come diploma triennale e non di "stare fingendo" come mi sento adesso. Mi sento un impostore, non mi sento nessuno e non voglio sentirmi nè carne nè pesce, voglio dire "io sono questo". Ho passato e sto passando i mesi con l'ansia, la mia capacità di interazione verso l'esterno si è ridotta parecchio, sono inequivocabilmente depressa perché ho sbagliato tutto.

Questo weekend vedo mia zia (anche lei infermiera) per darle la notizia e vedere che ne pensa. Ho paura che, conoscendo il lavoro, prenda sottogamba il mio desiderio e pensi sia solo dovuto al mio periodo ansiotico depressivo.

E' tardi per rimettere in discussione tutto fino a tal punto? Ho paura e mi sento una fallita, ma allo stesso tempo sento che il fingere di "vediamo dove mi porta la vita intanto inoltro cv e chissà" sia peggio, molto peggio. Intanto vedo gli altri andare avanti, ma io non voglio essere da meno. Ho paura del giudizio di chi mi sta attorno ma è una scelta che faccio per costruire solide basi per un futuro che - al momento - non c'è.

Sto sbagliando? Sarà dura? Non lo so però vorrei avere il vostro parere

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Miglior risposta 16 GIU 2016

Gentile Vera,
sono colpita dalla sua volontà e determinazione. Noi viviamo in una cultura che scoraggia l'idea di potersi reinventare, quanto più è possibile durante il corso di una vita, che volenti o nolenti è aumentata esponenzialmente sia dal punto di vista della aspettativa di anni in più, sia per la sua qualità che è molto migliorata anche per le fasce d'età considerate anziane fino a pochi decenni fa. Perché altrimenti i nostri governi si darebbero tanto da fare per posticipare per tutti l'età pensionabile? Fino a circa 20 anni fa, una donna che partorisse il primo figlio oltre i 35 anni, era considerata testualmente, una "primipara attempata", oggi è divenuta consuetudine attendere fino al limite possibile indicato dall'orologio biologico per decidere di fare un figlio, e nessuno se ne meraviglia più tanto, ma quando si parla di formazione culturale, scolastica o professionale non si sa perché ,si pretenderebbe che tutto avvenisse in tempi prefissati, pena il doversi sentire inadeguati. Questa è ovviamente una delle tante trappole rappresentate dai luoghi comuni che diventano dogmi assoluti per mentalità limitate e che agiscono da freno rispetto al compito più importante che ognuno di noi ha nella vita: quello di evolvere in tutte le direzioni possibili. Bene, lei ha già un diploma universitario, è stata bravissima. Ora ha capito che quella non è la sua strada, è una cosa bellissima che questo tempo, non solo non sia stato buttato dal punto di vista dell'acculturazione complessiva, ma che le abbia regalato la possibilità di mettere a fuoco ciò che veramente potrebbe fare per lei, dal punto di vista professionale. Se non perderà la motivazione strada facendo, lei è destinata ad un successo assicurato. Segua il suo cuore, il suo non è un progetto campato in aria, ma qualcosa che ha solide possibilità di realizzarsi e regalarle il futuro che desidera.
26 anni sono troppo pochi per rimanere incollati a qualcosa che non si ama e non fa per sé. Mi piace infine citare una frase che amo molto: "nella vita, non è finita, finchè non è finita".
Un grande "in bocca al lupo"
Dott.ssa Giuseppina Cantarelli
Parma

Dott.ssa Giuseppina Cantarelli Psicologo a Parma

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21 GIU 2016

Gent.e Vera,
tra le righe mi appare unproblema che é quello di essere più definita, concreta, pratica e quindi di avere un lavoro che le permetta di vivere con serenità e anche di aiutare in famiglia, dati i ptoblemi economici. Si chieda ancora se vuole un lavoro o se vuole diventare un'infermiera.
Cordialità Drssa Edy Biancon

Dott.ssa Edy Biancon Psicologo a Caorle

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20 GIU 2016

Gentilissima,
L'università è un mezzo per raggiungere uno scopo, a me sembra che lei non faccia molta distinzione tra mezzo e scopo. Lei parla molto della solidità della laurea infermieristica, ma non vedo tra le sue righe una passione per questo mestiere ma solo un desiderio rispetto al prestigio per questo diploma le può dare. Il senso di realizzazione non viene dato dalla laurea ( che è un mezzo) ma dal fare ciò che ti gratifica (il mestiere, che è lo scopo). Lei ama questo mestiere? Pensa di poter essere una brava infermiera e di poter stare a contatto con la sofferenza? Allora vada avanti, non c'è bisogno nè di andare all'estero nė di mettere soldi da parte, lo stato italiano da la possibilità di usufruire di borse di studio che le permettono di pagare i libri e di non pagare le tasse, questo ovviamente se dispone di un reddito basso. Questo la obbliga a stare ai tempi con gli esami è di realizzare un certo numero di crediti all'anno, cosa fattibile, senza limiti di età. Per quanto riguarda quest'ultima, questo dipende solo dalla percezione che ha di sè, l'università non è una scuola di obbligo e può essere iniziata a qualsiasi età. Direi che l'età giusta è quella quando ci si capisce la propria passione e inclinazione, non ci sono altre regole. Rifletta piuttosto sulle motivazioni di questa scelta, in bocca al lupo,

Dott.ssa Codruta Ileana Terbea Psicologo a Lecce

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17 GIU 2016

Cara Vera,

mi congratulo con lei per la sua capacità di analisi. A qualsiasi età può capitare di trovarsi in una situazione di stallo o di crisi e avere la forza e la determinazione di cambiare è senz'altro il primo e fondamentale per uscirne. Lei non solo mostra questa determinazione ma anche la lucidità di trovare soluzioni alternative per dare alla propria vita un senso nuovo e più soddisfacente, quindi complimenti! Sicuramente iniziare un percorso di studi a 25 anni piuttosto che 19 è più difficile ma non impossibile, molti lo fanno e con buoni risultati. Non sempre la vita è una strada dritta e lineare: avere il coraggio di affrontare i cambiamenti è il primo passo per superarli con successo. Quindi non si scoraggi di fronte alle difficoltà: se riprendere l'università è quello che vuole, può farlo.

In bocca al lupo

Dott.ssa Chiara Ostini
Sesto San Giovanni - Milano

Dott.ssa Chiara Ostini Psicologo a Milano

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16 GIU 2016

Cara Vera,
Vedo in lei una forza di volontà a dir poco invidiabile.Nonostante i dispiaceri vissuti in famiglia lei sente che deve rimboccarsi le maniche per aiutare gli altri e sentirsi realizzata. Non è troppo tardi per iscriversi all'università, anzi è ancora molto giovane e sicuramente adesso ha le forze e la volontà giusti per andare avanti. A mio parere l'idea di fare l'infermiera non è affatto sbagliata se è quello che lei desidera veramente. Ha una zia che potrà indirizzarla al meglio.Non abbia paura di condividere con lei i suoi desideri. Inoltre relativamente alla questione economica posso dirle che a livello regionale esistono dei bandi per il diritto allo studio, ovvero delle borse di studio messe a disposizione per chi è meno abbiente o ha grandi difficoltà familiari. Se ogni anno lei supererà tutti gli esami e i crediti necessari la borsa viene riconfermata.in alcuni casi ci sono disponibilità di alloggio. Sicuramente vi è un limite di età ma per i suoi 25 anni dovrebbe rientrare. Si informi bene e sicuramente troverà la sua strada. È consigliabile inoltre cercare di riprendere il dialogo con la sua famiglia, se non altro per far capire loro le sue buone intenzioni. A volte ci si vuole tanto bene ma si fa fatica ad esprimersi e di conseguenza non ci si comprende appieno.
Vada avanti così.
Per qualsiasi chiarimento mi rendo disponibile.

Dott.ssa Francesca Denaro Psicologo a Prato

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