Se il terapeuta si innamora della paziente

Inviata da silvia · 23 set 2013 Orientamento professionale

Salve,
dopo 12 anni di conoscenza con il mio psicoanalista, di cui 10 di analisi, lui mi ha confidato, peraltro in maniera alquanto discutibile ovvero via sms, di essersi innamorato di me. Ho iniziato la terapia che avevo 17 anni, oggi ne ho 29. Io non sono innamorata, provo un normale affetto radicatosi dopo tanti anni insieme, frutto di un profondo rapporto e di una fiducia totale. Oggi tutto questo viene fortemente messo in discussione, il mio problema è avere la forza di mantenere i confini e rinunciare a questa persona sia a livello professionale che affettivo. So che spesso accade che sia il paziente ad invaghirsi del terapeuta, in questo caso invece come mi devo comportare? Come mai è accaduto?

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Miglior risposta 24 SET 2013

Gent.le Silvia,
ritengo che la risposta a "Come mai è accaduto?" sia che "anche il terapeuta è umano" e non entro nel merito della deontologia e della professionalità di un collega che non ha saputo, forse, gestire queste emozioni.
La decisione di proseguire o interrompere credo spetti a lei, forse il messaggio del terapeuta ha un senso se letto all'interno di una terapia molto lunga, che forse va ad esaurirsi. Se continuasse a frequentarlo fuori dal contesto terapeutico non ci sarebbero problemi, ma questa è una decisione che può e deve prendere lei.
Le perplessità che ha avanzato in questo spazio, probabilmente dovrà riportarle in seduta e decidere.
Cordiali saluti.

Dott. Cristian Jody Gagliardo Psicologo a Fagnano Olona

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19 OTT 2015

Gentile Silvia,
non si capisce bene se nel momento in cui lei scrive è ancora in terapia o questa è stata già chiusa, anche perchè lei parla di 10 anni di analisi ma 12 di conoscenza.
Se la terapia è stata già chiusa la cosa potrebbe non essere tanto grave ( anche se discutibile ) e forse il collega vorrebbe avere con lei un rapporto non più professionale ma di natura diversa.
Se invece la terapia è ancora in corso, questo comportamento è inaccettabile e cosituisce una evidente incapacità di controllare e/o utilizzare a fini terapeutici il proprio "controtransfert".
In tal caso ne dovrà parlare con lui (anche perchè la psicoterapia dovrebbe aver insegnato ad affrontare le situazioni e non evitarle) e forse concordare finalmente di chiudere questo percorso terapeutico che mi sembra durato non poco.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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19 MAG 2015

12 anni sono veramente tanti. Non sò che frequenza di seduta sia adottata.
In ogni caso un analista che si innamora del paziente e che invece di tenerselo per se per sempre, o meglio fare un serio controllo presso un analista supervisore, lo confessa al paziente commette un atto inammissibile. E' addirittura peggio di una "caduta" in un agito sessuale per un momento di debolezza.
Ti consiglio di riflettere sull'opportunità di proseguire l'analisi con lui.
Dr. Marco Tartari

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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18 MAR 2014

È chiaro che si inneschino dinamiche complesse che il suo psicoterapeuta non ha potuto controllare, sarebbe però stato professionale se avesse subito chiesto aiuto. Anche la modalità della comunicazione della propria infatuazione risulta pregna di significati.

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21 OTT 2013

Io penso che il vs Dottore non sia stato per niente professionale.In questo caso scrivi gli un SMS... Chi deve secondo Lei essere curato ???

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1 OTT 2013

Gentile Silvia,
concordo con la risposta data dalla dott.ssa Ilaria Raia. La psicoterapia implica necessariamente una relazione, ma protetta e tutelata dalla professionalità del terapeuta. Mi auguro che il collega in questione abbia provveduto a sua volta ad elaborare il suo vissuto e a rimediare questo intoppo in un altrettanto umano, maturo e professionale confronto con lei. Pensare da sola su ciò che possa essere accaduto in questi anni può portare a disperdersi in pensieri poco produttivi per lei. Credo sia giusto per lei portarsi la fiducia e l'affetto che dice di aver trovato e mi sembra che la sua riflessione sia su un piano evoluto e maturo. Non perda il suo diritto di confrontarsi su ciò che pensa, sente e sceglie riguardo la relazione terapeutica con lui. Un caro saluto. Dott.ssa Marialba Albisinni

Dr.ssa Marialba Albisinni Psicologo a San Cesareo

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30 SET 2013

Salve Silvia!
Da Psicoterapeuta Psicodinamica mi sento di dirle che il motivo per cui il terapeuta si è innamorato di lei è un "problema" tutto del terapeuta , che nella sua supervisione e nella sua analisi personale avrà modo di indagare.
Credo che lei da paziente, non debba mettere in discussione tutto il percorso terapeutico, perchè probabilmente il collega avrà fatto del suo meglio nel vostro lavoro insieme, in cui siete cresciuti entrambi, perché la terapia è un percorso di crescita che si fa insieme.
Come in una coppia, c'è uno scambio reciproco di emozioni , pensieri, sentimenti e fantasie, ma a differenza delle altre coppie, il terapeuta deve tenere sotto controllo e monitorare questi elementi rendendoli efficaci per la terapia.
Credo che l'interruzione di questa terapia debba essere discussa e interpretata nella cornice del setting psicoanalitico, in cui sarebbe preferibile che fossero messe in campo le sue emozioni e soprattutto i suoi sentimenti rispetto a questa esperienza, augurandomi che il collega, riesca a farsi aiutare!
In bocca al lupo!
Dott.ssa Ilaria Raia

Dott.ssa Ilaria Raia Psicologo a Cecina

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25 SET 2013

Gentile signora Silvia,
accade che ci possa essere una infatuazione verso il proprio terapeuta. Tuttavia manifestazioni extra cliniche da parte del terapeuta sono deontologicamente (in tutto il mondo!) non accettate all'interno di una relazione terapeutica. Il codice deontologico è molto severo verso azioni non terapeutiche da parte dello specialista. In tanti casi se c'è corresponsione si interrompe il rapporto terapeutico: mescolare cure e sentimenti viene considerato dannoso
dr paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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25 SET 2013

Gentile Silvia,
la formazione ricevuta dagli psicoterapeuti dovrebbe evitare questi rischi, oppure attezzarli per gestirli correttamente se accadono.
Lei è chiara con se stessa sia riguardo alla dimensione affettiva nei confronti del suo terapeuta, sia lucida rispetto alla gestione poco professionale da parte del suo terapeuta.
Concordo completamente con la risposta fornita dalla collega Carla Panno. Rinforzo il Suo auspicio di riuscire a rinunciare a lui sia come paziente che come persona. Ne va della perdita di tutto il percorso fatto.

Dott. Carla Maria Brunialti Psicologo a Rovereto

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24 SET 2013

Con tutto il mio rispetto per qualsiasi forma di 'amore' e quindi anche nei confronti del collega che è venuto a trovarsi in questa 'complicata' situazione, ritengo che nel ruolo specifico di terapeuta e come 'incidente di percorso', quanto accaduto interrompe assolutamente la vostra relazione in quanto sostenuta da un rapporto che si è 'rovesciato' .
Quando accadono questi fatti, il terapeuta, basandosi sulla formazione personale e soprattutto sulla deontologia, non può commettere l'errore di dichiararsi al paziente ma piuttosto 'correre' in supervisione al fine di ritrovare il proprio equilibrio. E' umano, quindi comprensibile che questo possa accadere ma da quel momento, ribadisco , scade la garanzia della 'cura'. Se la relazione terapeutica è ancora in essere, è importante che lei ne parli seriamente con lui e poi, dato che la terapia ha subito una interruzione, continuarla ma con altro/a terapeuta. A sua disposizione per eventuali chiarimenti
Dottssa Carla Panno- psicologa e psicoterapeuta di Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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24 SET 2013

Gentile Silvia,
certamente il vostro rapporto terapeutico è cambiato, soprattutto rispetto alla sua possibilità di fidarsi e affidarsi pienamente al terapeuta, ed è quindi ben giustificata la sua difficoltà a gestire questa situazione. Qualunque legame che vada al di là della pura relazione clinico-paziente può mettere in discussione la terapia stessa e la sua efficacia e senza dubbio può rendere a lei più difficile mantenere autenticità e spontaneità davanti a qualcuno che dichiara di essere innamorato. Le suggerisco innanzitutto di parlare con il suo terapeuta della questione e di riflettere su cosa questa dichiarazione ha provocato dentro di lei emotivamente: potrà così anche valutare la possibilità di concludere la terapia nel caso in cui le risultasse difficile proseguire con queste premesse. Lo stesso potrebbe proporle il suo terapeuta di propria iniziativa riconoscendo il possibile pregiudizio che i suoi sentimenti possono arrecare alla terapia. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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24 SET 2013

Gentile Silvia,
a volte è il paziente ad innamorarsi dell'analista e in questo caso si parla di "transfert erotico". Chiaramente per un professionista esperto non è una problematica e molto spesso la sua risoluzione dello stesso è parte integrante della buona riuscita di una terapia. Può accadere anche il caso inverso (contro-transfert erotico), anche in questo caso è compito dell'analista gestirlo senza ovviamente alimentare la cosa o cercare di creare una relazione "parallela" a quella psicoanalitica.
Le ricordo che avere una relazione sentimentale (ad es. intrattenere rapporti affettivi e/o sessuali) con un paziente è considerata una grave violazione del codice deontologico e come tale è soggetta a segnalazione presso l'ordine.
Come ci deve comportare lo dovrebbe sapere il suo analista. Il come questa cosa possa essere accaduta riguarda ancora l'analista che evidentemente non ha saputo mantenere il giusto confine (vedi ad es. comunicazione via sms).
In questi anni di trattamento ha avuto dei miglioramenti?
Sta continuando ad averli? Avete iniziato a programmare la fine di questo percorso? Tenga presente che 10 anni di analisi sono molti e a questo punto bisognerebbe valutare bene anche le vostre dinamiche di "dipendenza".
Cosa intende con 10 anni di analisi e 12 di conoscenza? I due anni fanno riferimento a prima o dopo l'analisi?

Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo Viterbo

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo a Viterbo

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