Riuscirò mai ad avere una vita sociale?

Inviata da Fabio Busi · 18 mag 2016 Relazioni sociali

Buonasera a tutti. Sono Fabio, ho quasi 32 anni e non riesco ad avere una vita sociale soddisfacente. Non ho mai avuto una fidanzata e nemmeno una storia con una ragazza e, praticamente, non ho veri amici. A volte frequento solo delle persone perchè condivido con loro alcune passioni, ma non li vedo come amici. E la cosa mi sembra reciproca. Certamente il mio carattere chiuso, la mia timidezza e la mia scarsa autostima contribuiscono al persistere di queste situazioni, ma non penso sia solo questo. Negli ultimi anni sto vivendo questa situazione in maniera piuttosto rassegnata. È possibile trovare delle vie d'uscita? Nuovi stimoli? Ringrazio tutti per l'attenzione e cordialmente saluto. Fabio

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Miglior risposta 20 MAG 2016

Caro Fabio
nel momento che ci scrivi per informarti sulla situazione e per comunicare il tuo disagio, ciò significa che hai già messo via una parte della apatia che tanto ti blocca.
Pensaci, in fondo è stato facile e liberatorio scrivere queste righe a noi giusto?
Vedi, potrebbe essere altrettanto facile per te aprirti e iniziare a comunicare con le persone che ti sono attorno, in modo semplice, iniziare un dialogo.
In una certa misura sei già "socializzato" dal momento che hai delle persone "con cui condividi delle passioni" (e ti pare poco?); di loro dici che non sono "veri amici"...ecco per poter realizzare questo è sufficiente che tu inizi ad aprirti di più, ad "esporti" un poco di più... facendolo gradualmente, senza dover esagerare.
Lo stesso potrebbe valere se individui qualche ragazza che potrebbe piacerti.
Insomma, nella vita è meglio se sei tu ad iniziare a "tendere" verso gli altri, ad allungare una mano per raggiungerli, senza rimanere lì ad aspettare che loro raggiungano te.
Prova ad essere più naturale..a lasciarti andare...
Se proprio non riesci e nulla cambia, allora un aiuto terapeutico sarà importante per te.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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20 MAG 2016

Caro Fabio, uno psicoterapeuta potra' migliorare di molto questa situazione, ma tenga presente che nel suo caso l'introversione e' un pilastro della sua personalita', non abbia aspettative di diventare un animatore alpitour, semplicemente di non sentirsi a disagio con le persone, che mi sembra un obiettivo sano. In quanto alle relazioni affettive, ci sono tante donne che, come lei (e me), la gente che fa il "pazzo e simpatico" lo vede come un pugno nell'occhio.
Basta incontrarne una, e vivrete una relazione serena e soddisfacente.
Coraggio

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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20 MAG 2016

Gentile Fabio,
innanzitutto sarebbe interessante ricercare le origini di questa sua timidezza, carattere chiuso e scarsa autostima.
Spesso le origini risalgono allo stile educativo ricevuto in famiglia a partire dall'infanzia fino all'adolescenza e, ovviamente, condizionano poi la vita relazionale futura dell'adolescente.
Ora che lei ha 32 anni, può decidere in autonomia, pur non essendo una cosa facile, di modificare i suoi postulati e comportamenti, avendo verificato che non sono funzionali.
In questo impegno e in questo lavoro di ristrutturazione deve essere accompagnato da uno psicoterapeuta perchè da solo avrebbe molta più difficoltà e rischierebbe di fare cose sbagliate peggiorando la situazione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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19 MAG 2016

Quello di cui è importante cominciare a rendersi conto è che sta in noi stessi il potere di influenzare ciò che gli altri penseranno di sè. se non sono consapevole di questo potere aspetterò che sia sempre l’altro a darmi le sicurezze che io non so darmi da solo.
Ti riporto un esempio della cosiddetta profezia che si autoavvera  Se vado a una festa convinto che tutti mi ritengano il più antipatico, come mi comporto?
• Probabilmente non sorriderò a nessuno, me ne starò in disparte, eviterò di guardare le persone negli occhi etc. etc. etc.
• Che cosa accadrà? Che cosa faranno gli altri?
• Si chiederanno forse perché me ne sto là da solo … noteranno che ho un atteggiamento un po’ “strano” per una festa e dopo un po’ m’ignoreranno.
• Ed io cosa mi dirò uscito dalla sala?
• “Vedi?!?! Avevo ragione tutti mi consideravano antipatico!”.

Se vado alla stessa festa convinto che tutti mi ritengono il più simpatico, come mi comporto?
Probabilmente sorriderò a tutti, me ne starò in mezzo ai vari gruppi, guarderò le persone negli occhi, saluterò sorridendo etc. etc. etc.
Che cosa accadrà? Che cosa faranno gli altri?
Vedranno che ho un atteggiamento affabile e di compagnia per la festa e dopo un po’ mi cercheranno, mi coinvolgeranno sempre più.

Dipende SEMPRE da noi.

Resto a disposizione
dott.ssa Chiara Pica

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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19 MAG 2016

Salve Fabio
Mi sento di dirle che se lei oggi arriva a porsi queste domande e a fare un'analisi "critica" della sua vita, del suo modo di essere e di porsi nelle relazioni, probabilmente ha compiuto già un importante passo verso il cambiamento.
Probabilmente la sua storia e le sue esperienze passate hanno influenzato il suo modo pensare e di pensarsi e dunque anche di "amarsi". Ogni nostro comportamento ha degli antecedenti e delle conseguenze sia emotive che cognitive.L'aiuto di un professionista potrebbe servirle proprio ad esplorare ciò che le accade e ha provare perciò a modificare alcuni suoi comportamenti dai quali scaturiscono delle conseguenze relazionali che in lei rinforzano pensieri ed emozioni. Credo inoltre che nel suo caso potrebbe giovare di un training per potenziare la sua assertività. Le consiglio infatti di iniziare a documentarsi un po' sul significato del comportamento assertivo e sulle strategie personali per provare a raggiungerlo in talune circostanze che lei considera maggiormente critiche. Anche un contesto come il gruppo terapeutico potrebbe offrirle un setting adatto a sperimentarsi in situazioni sociali con il sostegno degli altri e di un terapeuta. Comunque come le ho detto prima, mi sembra che lei già abbia compiuto un passo importante. Per ulteriori chiarimenti sono a sua disposizione.

Cordiali saluti

Dott.ssa Chiara Valente Psicologo a Cave

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18 MAG 2016

Caro Fabio,
Sebbene può sembrarle difficile, potrà avere una vita sociale solo se lo vuole. Il desiderio di fare le cose, trovare stimoli, dipende da noi stessi. Per far questo bisogna certamente avere una buona dose di autostima e fiducia in se stessi che solo un percorso terapeutico può riuscire a rinforzare.

Cordiali saluti

Dott.ssa Leone

Dott.ssa Morena Leone Psicologo a Bari

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18 MAG 2016

Gentile Fabio,
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso la sua storia e le sue preoccupazioni.
Leggendo quello che ha scritto, mi sono venute in mente varie domande, ma soprattutto una: come mai oggi a Fabio non va più bene questa situazione?
Mi piace infatti sempre vedere la vita delle persone come una storia, una storia che ha un senso in cui, anche nel suo caso, ciò che ci è andato bene per un certo periodo, poi inizia a starci stretto e da lì cerchiamo di cambiare.
Proprio perché cambiare il modo di essere con gli altri, di stare nelle relazioni non è semplice e non ci sono ricette che possono funzionare per tutti, credo che nel suo caso, intraprendere un percorso con un professionista con il quale esplorare la sua storia e trovare assieme nuovi esperimenti da fare con gli altri possa essere una strada utile.

Spero di esserle stato d'aiuto.
Buona giornata
Alessandro Busi

Dott. Alessandro Busi Psicologo a Padova

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18 MAG 2016

Buongiorno Fabio
la vita sociale di tutti noi dipende da molti fattori. Una parte della 'responsabilità' può essere attribuita alle persone che incontriamo e una parte a noi stessi, al modo in cui scegliamo di rapportarci alle persone e al mondo.
La scelta è l'elemento cardine.
Quanto a lei interessa avere relazioni significative? Quanto ritiene che le relazioni umane siano un aspetto importante nella sua vita o quanto pensa che invece siamo più che altro un elemento marginale?
Credo che prima di tutto lei debba fare chiarezza rispetto al suo reale desiderio e intenzione di costruire relazione significative e continuative, cioè quanto lei desideri investire tempo ed energie nel coltivare dei rapporti umani per il puro piacere di farlo.
Forse dopo aver risposto a queste domande le sarà più facile scegliere quale strada intraprendere nelle relazioni passate e future.

Grazie e buon lavoro...
Tatiana Sicouri
Psicoterapeuta

Dott.ssa Tatiana Sicouri Psicologo a Milano

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