Rimorso lancinante per un'adolescenza squallida

Inviata da Sandro · 9 apr 2018 Crisi adolescenziali

Salve.
Sono un ragazzo di 18 anni. Immagino sia comune a questa età sentirsi persi e spaesati, ma percepisco il mio disagio come un qualcosa di estremamente invalidante.
Innanzitutto parto col dire di avere praticamente 0 amici, una relazione con la mia famiglia costantemente in bilico per svariati motivi, e soffro come un cane perché mi sento imprigionato dal rimorso.
Il fatto è che mi ritrovo a questa età a guardarmi indietro e capire di aver completamente sprecato, buttato al vento 5 anni se non più della mia esistenza, in cui non ho fatto praticamente nulla se non disperarmi. Con questo intendo dire che per via di una costante ansia, paura del fallimento, procrastinazione, complessi di vario tipo e umore depresso (che mi ha provocato anche una certa insonnia) in tutto questo tempo non mi sono ne impegnato come volevo (perché lo volevo) nello studio, ne mi sono divertito, coltivando relazioni, amicizie e belle esperienze. Mi lamento prima di tutto della mia scuola, un posto che dire caotico è un eufemismo, con professori mediocri e ottusi e compagni peggio. Ogni giorno era/è una tortura, mi devo sorbire per sei ore al giorno un chiasso costante che non mi permette di fare nulla, sto solo seduto immobile per tutta la mattinata aspettando di andare a casa per poi non avere le energie e stare tutto il giorno su internet. Per via della mia inadeguatezza ho sofferto tanto nel corso degli anni, credo di aver sviluppato una certa depressione, ho tutti i sintomi che perdurano costantemente per settimane con solo piccoli sbalzi di umore positivo che durano alcuni giorni. Prima di arrivare in questa scuola ero un ragazzino vivace, solo un po' timido ma con nessun problema ad interagire; con il passare del tempo invece ho sviluppato una fobia sociale con tendenze evitanti che si sono aggravate soprattutto quest'ultimo periodo.
La situazione famigliare è in bilico perché lo stesso accade a casa, ovvero a causa del mio disagio costante non ho fatto altro che passare il tempo al pc, e mia madre non è la persona più comprensiva e complice di questo mondo, anzi mi crea ancora più complessi di quanto non ne abbia già. Con mio padre ho un rapporto che equivale a 0, non siamo della stessa pasta. Lo stesso vale per mio fratello, la differenza è che nei suoi confronti nutro un odio non trascurabile, proprio perché non c'è mai stato per me in questi anni così difficili e importanti, proprio lui che dovrebbe essermi più vicino, preferendo aprire bocca solo per criticarmi.

Detto questo, il mio problema principale è uno ed uno soltanto: il rimorso.
Mi mangio il cuore se penso a come ho trascorso tutta la mia adolescenza: nella mia camera, con la luce del pc acceso, senza mai uscire fuori nemmeno per una passeggiata (qui fuori è tutto cemento, auto e smog, difficilmente si trova uno spazio verde), senza vivere la mia vita in maniera spensierata, vivendo anni orribili in preda all'ansia e alla malinconia che mi bloccavano a letto piangente sotto l'indifferenza di tutti. Non ho nemmeno mai studiato! ho superato i miei anni a scuola copiando o facendo il minimo indispensabile anche se sapevo di avere le potenzialità di fare meglio. Non mi sono impegnato in niente, ho perso interesse in tutto. Avrei potuto imparare uno strumento, avrei potuto guardare molti film essendo appassionato di cinema, avrei potuto esercitarmi nel disegno che mi è sempre piaciuto e a quest'ora sarei bravissimo, avrei potuto fare esercizio, impararmi bene l'inglese, avrei potuto, avrei dovuto.... Sono in grado di superare tutte le mie difficoltà se mi metto di impegno, ma c'è questo rimorso lancinante che mi tira giù, mi provoca una sensazione di fallimento devastante, perché penso a come potrebbe essere stata la mia adolescenza se solo non fossi stato un debole, se mi fossi svegliato prima, perché ho sempre saputo cosa fare solo non trovavo il coraggio di farlo. In tutto questi anni ho solo sprecato tantissimo tempo ad essere una persona che non volevo essere, a soffrire per niente, a starmene chiuso in casa, lo squallore più totale. Incolpo la mia stupidità, la mia vigliaccheria, ma siccome voglio essere obbiettivo voglio anche incolpare la scuola, una prigione dell'anima e del corpo, che ha condannato il mio cervello ad abituarsi all'apatia. Perché non l'ho lasciata prima? sapevo già allora che era una perdita di tempo, perché non ho cambiato classe, scuola, indirizzo? perché non ho agito? sono queste le domande che mi assalgono.
Mi sembra sul serio di non trovare nessuna via d'uscita da questo sconforto che mi assale, ogni qualvolta cerco di impegnarmi penso a tutte quelle ore sprecate e mi sento così stupido e vigliacco che vorrei farla finita (scusate se sembra allarmante ed esagerato, ma è come mi sento). Ora non mi ritrovo niente fra le mani, solo il dubbio su quanto triste sarà il mio futuro.
Ora domani devo ritornare in quel tugurio chiassoso, dove ebeti urlano per ore senza motivo, a sprecare altro tempo della mia vita, per poi tornare a casa col solito mal di testa e il solito mal umore. È almeno un anno e mezzo che non apro un libro, sono indietro col programma di ere geologiche, studio solo di notte prima di un'interrogazione. Non credo riuscirò a trovare la forza di studiare per l'esame e sto pensando seriamente di lasciare la scuola, lo so mancano tre mesi all'esame ma io non riesco più a reggere un altro giorno in quell'inferno.
Grazie di aver letto questo squallido quadro di un'estistenza inutile.

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Miglior risposta 10 APR 2018

Caro Sandro, mi dispiace per il senso di rimorso che provi per la tua vita, e per la sensazione quasi di impotenza che fai respirare leggendoti. A quanto pare senti di aver sprecato gli anni della tua adolescenza ma, nonostante questa consapevolezza, paradossalmente questo pensiero ti fa precipitare in un loop pericoloso....il pensiero degli anni sprecati ti sta facendo sprecare altri anni ancora e cosí via! Parli come se la tua vita fosse finita e sembra tu non abbia possibilitâ alcuna di cambiare le cose: cosa faresti della tua vita se potessi avere una bacchetta magica? Quali aspetti di te stesso e della tua routine ti piacerebbe cambiare? Dalle tue parole arriva anche fastidio e rabbia verso il tuo contesto scolastico, abitativo, ma soprattutto familiare...come se sentissi che ti manca la spinta giusta dagli altri, come se tu non potessi bastare a te stesso. La buona notizia ě che puoi invece fare qualcosa per te stesso, se solo decidi di impegnarti e lavorare sul tuo disagio. Il supporto di un professionista esterno al tuo contesto potrebbe essere utile per iniziare piano piano a prenderti cura di te stesso e a fare della tua vita ció che vuoi. Faccio il tifo per te, dott.ssa Daniela Cannisträ.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

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10 APR 2018

Buongiorno Sandro
Le suggerirei di guardare avanti, al suo futuro e non solo indietro. La sua adolescenza avrebbe voluto viverla diversamente, evidentemente se l’ha vissuta come descrive, era sintomatica di una sua specifica condizione psicologica ed emotiva.
Ora occorre che lei, Sandro, prenda a cuore la sua esistenza.
Che cosa desidera realmente fare nella sua vita? Cosa desidera per sé stesso?

Le suggerirei di prendere contatto con uno psicologo per un colloquio conoscitivo ed una terapia individuale.
Un caro saluto
Dott.ssa Fabiana Nicolini

Dott.ssa Fabiana Nicolini Psicologo a Bologna

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