Ricominciare a vivere dopo i fallimenti universitari?
Salve.
Sono una ragazza di 22 anni.
Mi sono diplomata nel 2013, liceo scientifico, con voto 100. Sono stati anni psicologicamente difficili, ma ho studiato molto duramente e sono guarita dall'anoressia di cui avevo iniziato a soffrire durante l'ultimo anno delle scuole medie (grazie a visite mediche ospedaliere, sedute psicologiche private e supporto generale in famiglia e a scuola).
Poi mi sono iscritta nella facoltà che desideravo, ma dopo un anno ho lasciato: sebbene studiassi veramente tanto e avessi tutti voti sopra il 27, ho iniziato a soffrire di episodi di ansia, panico ecc. molto più forti di quelli del liceo, che mi lasciavano totalmente senza energie e in preda all'odio per me stessa. Avendo paura di perdere l'amore per lo studio e la materia, ho cambiato facoltà.
La situazione, però, è nettamente peggiorata. Gli episodi non sono passati, tutt'altro. Ho totalmente fallito il secondo semestre del secondo anno e mi mancano anche un paio di esami del primo. I voti che prendo sono bassi, vanno dal 18 al 21. Questo perché ho progressivamente perso interesse per lo studio ed ad oggi sono completamente bloccata. Non riesco a ripartire anche se so che dovrei mettermi di impegno e cercare di recuperare. Odio la me stessa che non studia e che si laureerà fuori corso e con un voto basso in una materia in cui, a quanto pare, non ha alcun talento.
Le mie giornate sono vuote, e di ciò mi sento in colpa. Penso che, non riuscendo a studiare, dovrei trovare un qualche lavoro per contribuire alla mia famiglia (siamo numerosi e tutte le spese gravano interamente su mio padre) ma non riesco a trovare le energie per fare nulla. Penso di essere una persona viziata, come se stessi giocando il ruolo della vittima, mi ripeto che ci sono persone che sono nate in situazioni molto meno fortunate della mia, che dovrei essere felice di quello che ho. Che non è possibile farsi scivolare addosso la vita così. Che dovrei costruirmi un futuro. Che dovrei comportarmi da persona adulta.
Mi vergogno di non avere più quella serietà nello studio che ho sempre avuto. Ormai temo che non avrò mai successo nella vita. Che non sarò capace di impegnarmi per le cose che desidero. Ho paura di restare sempre così, vuota. Ricordo che, fin da quando ero piccola, scoppiavo a piangere, da sola, sentendomi in colpa per cose dette o fatte da me. Che desideravo spesso di sparire, morire.
Ho sempre cercato di fare del mio meglio nei miei “doveri”, ma negli anni ho perso la vitalità che avevo e la scioltezza di stare con le persone. Non ho una persona speciale né amici. Ho paura di fare nuove conoscenze, di uscire per strada a correre o di andare in palestra, certe volte ho paura anche di andare a fare la spesa. Ho avuto un paio di brutte esperienze e perciò non guido più.
L’unico passatempo che ho conservato fin da bambina è quello di leggere fumetti, sopratutto quelli asiatici, ma alla mia età mi fa solo sentire in colpa.
Non trovo più interesse nelle cose che in passato mi rendevano felice. Mi stanca tutto.
Penso che dovrei reagire, provare cose nuove, imparare a suonare uno strumento musicale o fare uno sport, ricominciare a leggere libri veri, rimettermi a studiare… Qualsiasi cosa. Ma non trovo la volontà, non ho più motivazione per fare nulla. So che devo mangiare, occuparmi della mia igiene, aiutare in casa; ma più di questo non faccio, spreco tempo. E penso troppo.
Vorrei essere più responsabile di me stessa. Guardo gli altri ragazzi della mia età che stanno finendo la triennale, che intanto lavorano pure, che hanno un partner, che si costruiscono attivamente una vita e mi sento milioni di anni indietro…
Cosa posso fare per raddrizzare la mia vita? So che sono la causa della mia stessa infelicità e so che fuggire senza cercare una soluzione è sbagliato. Ma mi sento spenta. O forse è la paura.
Vi ringrazio per una eventuale risposta e mi scuso per l'omissione di alcuni particolari. Cordiali saluti.