Recuperare la fiducia dell'ex: insistere o fermarsi

Inviata da Libro9 · 29 mag 2017 Terapia di coppia

Buongiorno,
ho 25 anni, in estate, durante un viaggio all'estero da soli, ho iniziato una relazione a distanza con la donna che amo (e con cui intrattengo corrispondenze da 200 righe a messaggio da due anni, più grande feeling di persona) quando ero ancora fidanzato con l'ex di 4 anni che non amavo da tempo e con cui non avevo mai avuto rapporti sessuali, con la quale eravamo in un periodo di pausa dichiarato, ma avevamo già prenotato un viaggio insieme per l'autunno a cui lei teneva tantissimo.

Essendo molto insicuro (e non provando più niente per l'ex), prima di partire non dissi alla nuova ragazza che ero fidanzato per paura di non conquistarla. Poi, purtroppo, per paura di perderla, non le ho detto subito che le avevo mentito su questo punto e da stupido mi sono trascinato la bugia, con l'idea di chiudere immediatamente la vecchia storia.

Nel momento in cui ho iniziato la nuova relazione (che è andata subito a gonfie vele nei 20 gg di viaggio insieme sia successivamente, confermando le attese dei due anni di flirt reciproco) sono andato dall'ex per chiudere, ma, per debolezza, per l'immenso affetto e per senso di colpa (soldi spesi, ferie già prese, viaggio promesso) di fronte alle sue lacrime non ci sono riuscito e ho mantenuto i piedi in due scarpe per due mesi.

Prima del viaggio con l'ex-non-ex, di cui informo la nuova ragazza per correttezza, decido di non partire e lo dico alla nuova. La sera prima, però, mi chiama la madre dell'ex dicendomi che la figlia è depressa, non mangia più niente, sta malissimo, e per piacere di concederle quest'ultimo viaggio, se anche solo le ho voluto bene, perché ne va della sua salute. Unito ai sensi di colpa per il fatto di averle fatto spendere soldi e prendere le ferie cedo; non mi sento in colpa verso la nuova perché davvero non provo più niente per la vecchia. Il viaggio sono i tre giorni più sofferti della mia vita, sto male per me stesso e per tutti.

Purtroppo la nuova lo viene a scoprire. Al rientro cerco di spiegarmi ma malamente. Lei anziché lasciarmi mi salta addosso e sembra perdonarmi (o almeno io ci casco). Mi dice che le farebbe piacere se andassi a trovarla nella sua città (veniva sempre sempre lei), ma io non riesco per lavoro, così non vado mai a trovarla. Anzi mi distacco, inizio a non chiamarla più la sera, perché concentro le energie su come chiudere con l'ex.

Dopo tre settimane in cui non vedo la nuova, in una situazione di frustrazione personale, dopo aver ritentato invano di mollare l'ex senza riuscirci, re-incontro la nuova e anziché darle amore provo a spiegarle i miei turbamenti, lei sta male, io scarico malamente delle parole dure sulla nuova con un sms ("non siamo fidanzati", "non sono coinvolto", "mi manca la quotidianità"). Mi pento, anziché rimediare con le parole voglio farlo coi fatti: le compro un anellino e organizzo un viaggio.

Ma il giorno dopo la nuova ha una crisi di panico, si allontana, inizia a prendere psicofarmaci, a piangere tutti i giorni, ad avere pensieri nefasti e a vivere nell'ansia, dice di volere serenità e leggerezza, mi vuole vedere sempre meno seppur dica che io non centro, i rapporti si raffreddano e io non ho mai occasione di farle avere le mie sorprese, fino a una sera, proprio il giorno dopo a quando riesco finalmente a chiudere con l'ex, in cui la situazione degenera a tal punto che lei si prende un periodo di pausa, dopo avermi chiesto se vedessi ancora l'ex.

Le lascio il suo spazio ma le dimostro affetto, lei torna dopo due settimane. Purtroppo ricasco in atteggiamenti rancorosi verso di lei, per via di una situazione personale (esaurimento di mio padre, rottura col gruppo di amici causa ex, pressione sul lavoro, decesso di un parente) della quale non le parlo per paura di crearle ulteriore angoscia nel suo stato, unita allo stato di lei, costantemente in ansia e panico, difficilissimo da gestire.

Finché c'è una scintilla (altro mio errore, darle buca quando sale nella mia città) che la porta a lasciarmi per sms e a ribadirlo quando mi vede, motivando con "punto di non ritorno", non provo più niente", "non so cosa mi sia successo", "incompatibilità caratteriale", "non vuole più avermi nella sua vita".

Nei 2-3 giorni post-rottura reagisco da dodicenne in modo contraddittorio. Prima rabbia, poi dicendole che è giusto così, che non ero maturo, che sono felice, poi tornando a dirle che è la donna della mia vita e voglio trasferirmi da lei per vincere la distanza e riprovarci e cose simili. Faccio passare del tempo e mi rendo conto del mio comportamento infantile.

Dopo 4 giorni mi scrive, da lì ci sentiamo freddamente per un mese e io, che finalmente ho alle spalle tutte le mie situazioni traumatiche, sono innamoratissimo.

Intanto in tale mese elaboro le cause della rottura, mi rendo conto dei miei errori (prima ero talmente in crisi per tutta la situazione da non rendermene nemmeno conto) e di aver tradito la sua fiducia e di averla delusa.

Provo a rifarmi avanti in modo più deciso, abbandonando i toni freddi: la chiamo, le dico i miei sentimenti, la corteggio, vado a prenderla in stazione con un cartello, le parlo di persona per cercare di spiegare i miei errori ma è irremovibile.

Lascio passare due settimane e scendo a sorpresa nella sua città a trovarla. Lì lei esce (dicendo che si sente in dovere), mi vede 7 ore e la sera dopo accetta di venire fuori a cena. In questi due giorni si lascia accarezzare, abbracciare, baciare sul viso, tenere la mano, coccolare, cingere la vita, mi mette le gambe sopra le sue, mi stuzzica, provoca o mi tocca, si lascia persino palpare il seno, quando provo a baciarla si stacca, reagisce. Tra le altre cose le regalo un fiore, che si distrugge: si porta dietro i petali distrutti per 20 minuti conservandoli con entrambe le mani pur di non perderli. Poi torna freddissima.

Finisce che riparliamo del passato e mi ribadisce le solite cose: "non provo più niente", "i sentimenti non si comandano", "non hai amor proprio", "il passato non si cancella". Dopo mezz'ora di discorsi di chiusura, quasi infastiditi, con io che l'abbraccio e lei che non mi stringe, provo a baciarla di nuovo sul collo e se ne esce con uno spontaneo "sono confusa sono confusa" e va via.

Lascio la città, regalandole dei cioccolatini e una poesia. Mi risponde ribadendo le stesse cose di chiusura + "mangerò uno dei tuoi cioccolatini ogni sera mentre sarò in viaggio". Io entro in crisi per i suoi comportamenti contraddittori, che peggiorano.

Qualche giorno dopo mi chiama al telefono (ero sempre io a scriverle fin lì) per sapere come sto, cosa ho letto, cosa ho fatto, cambia atteggiamento via chat diventando quasi provocatorio. Così le propongo di tornare a trovarla, ma risponde che non sarebbe uscita se fossi ridisceso.

Allora aspetto (continuami a sentirci, lei risponde sempre e fa sempre domande e ciò mi tiene ancorato... perché penso che le ho ribadito tante volte quanto ci tengo e che se insiste a conversare significa che ha i suoi dubbi, altrimenti avrebbe già chiuso ogni corrispondenza) e quando torna nella mia città rifiuta il mio invito a uscire dicendomi che "le sembra che forse non accetto la fine della storia ma lei mi vuole bene e quindi non sa come comportarsi", e poi "è meglio che ci stacchiamo per un po', farà bene a entrambi".

Per me la situazione è diventata insostenibile, quindi le ho fatto avere quindici lettere, un po' infantili ma romantiche (se non prova niente le avrò creato disagio), da aprire un giorno dopo l'altro, piene di contenuti personali e a lei dedicati (poesie da me scritte, canzoni da me cantate, disegni di lei con aggettivi sparsi, video con sue foto montati, pensieri eno-gastronomici, anagrammi con parole chiave per lei importanti e via dicendo), a cui risponde , al momento della ricezione, dicendomi "le aprirò ma non risponderò perché è meglio così".

Da lì in poi ho però smesso di farmi sentire per due motivi: a) non vorrei risultare troppo opprimente b) il suo comportamento contraddittorio mi tiene troppo ancorato alla situazione.

Sono innamorato. Penso di aver fatto di tutto per dimostrarle che ci tengo. Volterei pagina, ma il suo modo di fare mi dice che forse prova ancora qualcosa e si è decisa a non stare più con me per auto-difesa personale o perché l'ho delusa troppo e non si fida più.

Ho tre problemi: a) riuscire ad accettare di aver rovinato una relazione con colei verso cui provo sentimenti da sempre per non aver lasciato subito una persona che non amavo b-c) non riesco a voltare pagina perché mi è difficile rinunciare a una persona che amo quando sento che lei potrebbe provare ancora qualcosa; non voltandola, come continuare ad agire per corteggiarla, senza sfociare nello stalking o nell'inopportuno.

Grazie mille

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Miglior risposta 30 MAG 2017

Gentile utente,
dopo tutto quanto ha fatto (e disfatto) penso che si debba fermare per non essere, appunto, inopportuno.
Se questa ragazza prova ancora dei sentimenti per lei, supererà la sfiducia e si riproporrà con più convinzione.
A parte ciò, personalmente sono convinto che le relazioni a distanza nascono con una pesante controindicazione che spesso ne compromette l'andamento.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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dopo tutto quanto lei ha fatto (e disfatto) penso che si debba fermare per non essere, appunto, inopportuno.
Se questa ragazza prova ancora dei sentimenti per lei, supererà la sua sfiducia e si riproporrà con più convinzione.
A parte ciò, personalmente sono convinto che le relazioni a distanza partono con una pesante controindicazione che spesso ne compromette l'andamento.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

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