Provo imbarazzo del mio uomo, non lo amo o scatta qualcosa in me?

Inviata da Agnese · 3 gen 2017 Terapia di coppia

Nonostante l'età adulta ho una cosa che si è ripresentata in alcune relazioni. Il provare imbarazzo per il mio uomo. Un imbarazzo che non ha mai riguardato l'aspetto fisico.

Sto con un uomo, 34 anni io e 36 lui. Lui molto attento e innamorato, io non lo so. All'inizio vedevo i suoi limiti "culturali" ma che riguardano specie l'elasticità mentale, ma li avevo superati.
Questa estate lo lascio per vari dubbi che mi tormentavano, torniamo insieme (penso che se non riesco a dimenticarlo lo amo) e oggi si ripresentano gli stessi problemi e forse accentuati. E' incapace di sostenere un discorso articolato. Mi ritrovo spesso a semplificare i concetti con lui perché so che mi urterebbe vederlo spaesato.

Una volta abbiamo litigato perché con miei amici abbiamo parlato di musica e film che ci piacciono. Non mi sono posta il problema dato che lui ha altri interessi sulla montagna e io ascolto sempre volentieri. E poi volevo introdurgli cose nuove dato che si è sempre lamentato di non avere stimoli.
A fine serata (in cui le sue sottolineature volgari o su altre donne mi avevano fatto lanciare qualche occhiataccia e se leggerete dopo ne capirete il perché) mi ha attaccato dicendo che il 'mio mondo fa schifo, che a lui piacciono le cose di sostanza, non come me".
Mi ha dato della saccente e arrogante. Io sicuramente poi ho risposto a tono, i miei interessi mi rendono felice, e sinceramente mi sento offesa dal suo denigrare solo perché non conosce.
Dei suoi interessi o amici non mi sono mai permessa di giudicarli. Al limite se non mi va non esco con lui (cosa che non accetta volentieri).

Nei litigi spesso mi accusa, mi dice che "non lo devo prevaricare, che sennò finisce che fa l'uomo veramente" (sinceramente rabbrividisco che mi abbia detto una cosa del genere, di fondo denota una misoginia che puntualmente nasconde esaltando la figura femminile quando siamo invece in pace).
Non capisco chi sia veramente, dice una cosa e poco dopo il contrario.
Sinceramente mi sono tanto offesa. Io non sono abituata ad alzare i toni perché so che mi offendono e poi me la lego al dito.
Inoltre il mio ex a cui sono molto legata e che dice di amarmi ancora era un uomo dalla mente brillante. Colto che mi ha sempre 'sospinto in alto' pur con tutti i problemi. Non nego che il pensiero corre spesso alla sua umanità.

Credo che il mio attuale compagno abbia un complesso di inferiorità. Ora mi sento come impacciata quando voglio raccontargli qualcosa che mi piace. Invece di essere presupposto di entusiasmo e di conoscenza reciproca è un punto a mio sfavore.
Mi imbarazza portarlo tra i miei amici perché spesso finisce per essere fuori luogo (si inserisce a forza per poter dire la sua ad ogni costo) a volte scherza in modo volgare. Non tollera non essere al centro dell'attenzione e credo che la volgarità sia funzionale a questo.

Ha anche tanti pregi: è un uomo pieno di voglia di fare, dolcissimo, con una necessità di essere accettato molto forte. Ha una considerazione altissima di sé, anche nell'aspetto estetico (con dei miei amici ha continuato a fare vedere suoi video di alcune esibizioni o concerti in cui compariva, continuamente vuole far tornare il discorso su di sé. Ho dovuto fermarlo.
L'ho beccato anche a fare lo stupido con delle ragazze su facebook. Non è solo leggerezza. Credo che le voglia circuire per avere un feedback e sentirsi apprezzato. Spesso si definisce "bellissimo e tutte vogliono fare sesso con me").
Questo atteggiamento mi lascia molto perplessa, devo essere sincera.
Quando ho scoperto tutto si è pentito e mi ha voluto dare addirittura la password a dimostrazione che era una stupidata. ma certo non cambia questa sua predisposizione e insicurezza.

Alterna questi momenti a fasi (specie quando batto in ritirata sui durante i litigi) in cui si denigra.

E' uno sportivo e con lui condivido questa parte di andare nelle dolomiti e fare vari sport.
Ma la sua semplice compagnia mi limita: mi accorgo che mi piego per non urtare la sua sensibilità (spesso non ci capiamo proprio) o per farmi capire.

Non possiamo parlare di molte cose. Di attualità non mi azzardo più, una volta si parlava di immigrati mi ha detto "che voi umanisti non capite la realtà, sognate e basta. Non ne capite niente".
Ho viaggiato molto per lavoro e volevo solo raccontargli che ne pensano alcuni cattolici dell'Iraq di questa storia. Dei miei interessi men che meno: tra le volte in cui critica quello che gli propongo (per partito preso) e le volte in cui lascio stare per non urtarlo nella sua "dignità" sono al compromesso che meno propongo e meglio è.

In compenso mi sento tanto amata in certi momenti, ridiamo anche molto, anche se non mi sento propriamente protetta. Qualcosa in lui lo percepisco come 'pericoloso'. Forse perché a volte ha fatto cose 'disperate' pur di tenermi legata. Come cercare di incastrarmi con una gravidanza. Per fortuna me ne sono accorta. Forse buon parte del rispetto che avevo per lui se n'è andata in questa occasione.

Io ho paura che poi tutti questi elementi, di aggressività repressa, di intolleranza verso me - e un mondo da cui è attratto e allo stesso tempo refrattario-, una volta che il rapporto si sarà consolidato (o magari con figli. anche se ad oggi l'idea di andare ad abitare con lui o avere prole mi atterrisce) verranno tutti fuori.
Sono abituata al rispetto, al dialogo, non a denigrazioni gratuite alternate a scuse e risarcimenti disperati.

Il naturale benessere che provo in sua compagnia è come se avesse scadenza breve, ogni volta tornano a galla questi elementi che mi tolgono tranquillità e mi fanno pensare: ma che ci faccio con uno così?

Sono pensieri normali in una fase di paura e conoscenza? o come penso io mancano le basi nonostante la forte attrazione fisica e i sentimenti (ambivalenti) che provo per lui?
Dopo tutti questi anni di solitudine o rapporti sbagliati ho paura di non sapere più cosa sia la tranquillità o non saper riconoscere l'amore.
Forse ho una pretesa troppo alta?
Il mio ex, pur non stabilizzando mai il rapporto, l'ho amato oggettivamente come persona al di là di ciò che mi dava.
Con il mio attuale compagno ho più l'impressione di amare ciò che mi da ma non lui come persona.

Perché tutta questa confusione io che ho sempre saputo ciò che volevo? Ho solo paura di stare sola?

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Miglior risposta 7 GEN 2017

Gentile Agnese,
Da quello che racconta ci sono diversi elementi che possono generare difficoltá in un rapporto tra voi: la diversitá culturale, il modo in cui lui denigra lei, i suoi interessi e il suo modo di pensare, il modo in cui lui cerca di mettersi al centro dell'attenzione e di sentirsi all'altezza...
Se lei decide di rimanere con quest'uomo, c'è da aspettarsi che le divergenze e le discussioni non mancheranno. Alla luce di ciò, valuti lei se per lei ha senso continuar a stare con lui o rivolgere le sue attenzioni altrove. Per continuare a stare insieme è necessario da parte di entrambi che si accettino le differenze, che ciascuno ammetta i propri pregi e difetti e che si cerchi di colmare almeno un po' questa distanza. Per farlo è necessario un impegno da parte di entrambi. Se questo impegno manca, vedo difficile che possiate raggiungere un equilibrio, un'armonia e una serenitá come coppia.
Forse le risposte alle sue domande stanno proprio nelle sue ultime due righe del messaggio che ci ha scritto, ma questa è solo un'ipotesi che solo lei potrá confermare. Ci rifletta su.
Le auguro tutto il meglio.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta a Padova e Sustinente (MN)

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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22 DIC 2018

Carissima,
parto dalla sua ultima domanda. Ha paura di stare sola? Leggendo il suo lungo messaggio mi sono chiesto: ma perché sta assieme a quest'uomo?
Penso che dovrebbe chiederselo anche lei e soprattutto dovrebbe chiedersi cosa vuole dalla vita, da un rapporto di coppia.
Le consiglio pertanto una terapia psicoanalitica al fine di conoscersi meglio ed avere una vita più appagante.

Angelo Feggi

Dott. Angelo Feggi Psicologo a Genova

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