Buona sera, vorrei sottoporvi il caso di mio figlio che fin da piccolissimo (2-3 mesi) dopo un tot di minuti di pianto, cominciava a trattenere il respiro e piangere in maniera isterica. In genere capitava durante il cambio del pannolino, infatti per lui è sempre stato un momento problematico ma una volta alzato dal fasciatoio pian piano si calmava. Ho letto che si tratta di paura di essere indifesi. Ad ogni modo, ho raccontato un comportamento pregresso per collegarlo a ciò che si verifica adesso che ha 15 mesi e oltre ad avere sempre uno strano rapporto con il cambio pannolino, comincia a indicare le cose che vuole e se non le ottiene ( spesso mi chiede cose che non può avere come bicchieri in vetro o medicinali o altre cose pericolose) comincia a piangere e pian piano se non soddisfatto sfocia in una crisi isterica con pianto a singhiozzi che non riesco a consolare in alcun modo. A volte provo a distrarlo ma non mi ascolta altre volte sembra calmarsi ma poi riparte, diventa rosso, si dimena, se provo a contenerlo con un abbraccio si arrabbia ancora di più. Ho letto più volte che i capricci isterici sono sintomo di una frustrazione che non riescono ad esprimere e che si possono anestetizzare con un abbraccio ma con lui non funziona. Cerco di mantenere la calma ma volte la frustrazione di non essere riuscita a calmarlo dopo mezz'ora di pianto mi porta ad innervosirmi e sgridarlo....ovviamente questo non fa che peggiorare perché lo agita ancora di più, so di non dover ricorrere alle urla ma a volte arrivo a quel punto. Vorrei sapere se c'è una strategia che potrei attuare, oltre l'abbraccio che possa calmarlo e che non faccia arrivare me ad arrabbiarmi e sgridarlo, cosa che non vorrei mai fare.
Grazie
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10 DIC 2021
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Gentile Daniela,
io mi occupo di bambini così piccoli.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo esperto di questa fascia in presenza, perché per poter intervenire con bambini così piccoli è assolutamente necessario un periodo di osservazione. Su racconto non è possibile comprendere nulla del comportamento del bambino e del motivo per cui casa vittima di un pianto disperato. Solitamente queste cose si possono risolvere in un massimo di 7 sedute con la mamma e il bambino insieme.
Qualora lei sia pugliese, resto a sua disposizione io stessa o può contattarmi per cercare un collega in sua zona.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Delli Santi
10 DIC 2021
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Cara mamma Daniela,
uscire da questo circolo vizioso non è facile e semplice.
In quanto cercando di calmare suo figlio e non riuscendoci entra giustamente in frustrazione e quindi come conseguenza si innesta un circolo virtuoso.
Resto disponibile se vorrai crearti uno spazio tuo personale di ascolto e supporto per gestire al meglio questa situazione.
Le fornirò le giuste strategie ma ancor di più la aiutero' a riconoscere e lavorare senza rinnegare le emozioni negative.
Se vuole resto disponibile.
Cordiali saluti.
10 DIC 2021
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Cara Daniela, ci sono bambini che sono ipersensibili ad alcune sensazioni piuttosto che altre e fanno fatica ad autocalmarsi. È possibile che su questa ipersensibilità si sia instaurata una dinamica relazionale che si autorinforza: il genitore entra in uno stato di tensione, di ansia e di autovalutazione delle proprie capacità genitoriali e il bambino fatica ancora di più a calmarsi.
Non esistono bambini "difficili" e bambini "facili", ogni bambino ha il proprio temperamento, ovviamente tutti i bambini hanno bisogno di confini che i genitori devono garantire. Le frustrazioni vanno somministrate e suo figlio ha bisogno di più tempo per imparare a gestirle Non svaluti le sue capacità genitoriali e cerchi di rinforzare le qualità di suo figlio nei momenti di gioco, a volte è davvero utile considerare quanto tempo trascorrete insieme giocando e quanti momenti ricchi di tenerezza e affettuosità.
Spesso si rischia di incentrare la propria attenzione su "ciò che non va" trascurando tutto ciò che va!
Cari saluti
dott.ssa Aniela Corsini