Percorso psicoterapeutico per secondo abuso narcisistico a 20 anni

Inviata da willwilliam · 7 feb 2023 Autostima

Buonasera,
sono William, un ragazzo di 21 anni gay e purtroppo è la seconda volta che finisco in una relazione tossica, entrambe le volte con narcisisti patologici (covert).
Questa seconda volta ne sono uscito molto meno distrutto, ma purtroppo l'effetto che hanno su di me queste storie è catastrofico.
È come se risvegliassero dei "trigger" e dei dolori ancestrali e riaprissero vecchie ferite. Inoltre, mi rendo conto che è come se inconsciamente ricercassi sempre lo stesso pattern di partner, ovvero affettivamente/emotivamente distante e – forse – addirittura narcisista.
Sono un ragazzo serio che odia la promiscuità sessuale (ne sono realmente schifato e turbato), ahimè molto diffusa nel mondo gay e sono sempre stato alla ricerca di una relazione stabile, purtroppo spesso non mettendo sufficienti paletti e scambiando ragazzi e uomini che volevano solamente sesso per persone con cui provare a costruire qualcosa.
Oggi sono capace di dire di no e di evitare di elemosinare amore da persone esplicitamente solo interessate al sesso, ma purtroppo non riesco a fuggire ai manipolatori e per ben due volte sono stato vittime di narcisisti.
Cadere in una seconda relazione tossica (forse anch’essa con un narcisista) mi porta – oltre ai turbamenti e al risveglio dei “trigger” – anche ad una ruminazione costante e a farmi mille domande, non più solo sul partner abusante, ma anche su di me.
Era tutto molto più semplice alla prima relazione con un narcisista patologico certificato. Quel “certificato” mi dava la sicurezza che io non avessi rogne da sistemare. Questa seconda volta il “certificato” non c’è e ho deciso di non mettercelo io nella mia testa per chiudere anche questa vicenda voltando pagina a metà, bensì di soffermarmi un po’ per indagare su me stesso mettendomi a nudo.

Ho scoperto attraverso il percorso psicoterapeutico che ho intrapreso da ormai 1 mese che mio padre è a sua volta un narcisista patologico. Credevo che la sua figura assente non avesse inciso sulla mia persona e sulle mie relazioni affettive. Tutt'altro: la sua assenza emotiva/affettiva è tutt'ora estremamente protagonista a livello inconscio nella mia scelta di partner emotivamente altrettanto vuoti.

Purtroppo, però, mi sono accorto che la consapevolezza a livello razional-cognitivo non basta, per questo ho iniziato un percorso psicoterapeutico che, spero, riuscirà a modificare questi pattern.

La domanda che adesso mi sta sorgendo è: la psicoterapeuta che ho scelto è in grado di aiutarmi in questo? È una psicoterapeuta e psicoanalista lacaniana. Esperta nella cura dei disordini alimentari, dei disturbi dell'umore, delle dipendenze (anche affettive) e nel trattamento del disagio adolescenziale.

A distanza di un mese non capisco se sia la professionista giusta… forse sono io impaziente e forse la terapia ha bisogno di molto più tempo, ma chiedo a voi esperti: è normale che continui a farmi queste domande e continui a rimuginare giorno e notte autodiagnosticandomi (sapendo che è deleterio farlo) e continuando a leggere sul narcisismo? E’ inoltre normale che aver iniziato questo percorso mi stia portando alla ruminazione costante e a mettere in dubbio fortemente la mia identità (che forse è molto confusa ed è per questo che cerco validazione esterna incappando in narcisisti)? Continuo a chiedermi: ma non è che il narcisista sono io? O sono borderline? O dipendente affettivo con tratti x, y e z? Al contempo penso che non sia possibile, altrimenti non sarei capace di essere così introspettivo, cosa che i narcisisti non sarebbero mai in grado di fare.

So che se soffro, mi deprimo e rimugino così tanto è perché ho preso la cosa sul serio e lavorare su sé stessi porta inevitabilmente a tanta confusione, ma so che è l’opportunità giusta. Ho messo fine ad una relazione disfunzionale per amor proprio ed è mia responsabilità adesso essere coerente con questa decisione e andare a fondo per risalire a galla più forte che mai, con un’identità definita e stabile… questa ruminazione e rimuginio costante però mi spaventa e mi sembra di impazzire.

Secondo voi esperti, dai pochi e forse confusionari elementi che vi ho dato, sono sulla strada giusta e la psicologa scelta sta iniziando un percorso nel modo giusto o no?

Se avete bisogno di più elementi per darmi una risposta non esitate a chiedere.

Grazie infinite.

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