Perché vivo nel passato?

Inviata da Sara · 5 ott 2016 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve,
ho 27 anni e mi rendo conto di vivere nel passato.
Durante l'arco della giornata, penso sempre al mio passato, sia momenti belli che brutti.

Se penso ai momenti belli mi viene tristezza perché ormai sono cose passate che non possono più ritornare.
Se penso ai momenti brutti, mi viene tristezza lo stesso, perchéè penso a come avrei potuto agire per evitarli, se potessi tornare indietro direi quello, farei questo ecc ecc

Non riesco a concentrarmi sul mio presente. Avrei un mucchio di cose da fare per il mio ora, ma sono più concentrata sul mio passato. Questi pensieri sul passato sono legati soprattutto ai legami con altre persone, amici, ex fidanzati, genitori.
In particolare sono tormentata da una cosa accaduta 2 anni fa.
Facevo volontariato per un team che si occupava di assistenza clienti per prodotti online. Eravamo un bel gruppo, una trentina di persone, ci conoscevamo tutti, c'era un rapporto di amicizia. Lo facevo da circa 2 anni e mezzo ed ora una delle più qualificate, ed era una cosa che mi piaceva tantissimo fare, quando accadde una cosa del tutto inaspettata.

Fui accusata, assolutamente senza prove, di aver agito in maniera illecita per interessi personali.
Giravano voci, assolutamente infondate, che ero una persona cattiva e senza scrupoli. Mi cadde il mondo addosso.
Ricordo che stavo malissimo, non riuscivo a pensare con lucidità a cosa stesse accadendo.
Non mi permisero di avere alcun confronto con le persone che mi accusavano, né loro mi mostrarono mai prove.
Per loro era tutto molto chiaro: se tutti pensavano che io fossi una persona senza scrupoli, probabilmente era la verità.
Pochissime persone di quel gruppetto si resero conto che stava succedendo qualcosa di molto strano.
Ma non riuscivano a difendermi. È come se improvvisamente tutti avessero perso la testa.
Cercai con le unghie e i denti di difendermi, cercavo disperatamente un confronto con le persone che mi accusavano, io volevo sapere COSA AVEVO FATTO, ma quel confronto non ci fu mai.
Mi cacciarono come una ladra. A me sembrava tutto assurdo. Mi sembrava di vivere una realtà parallela che non era la mia.
Ero sconvolta, per due settimane non dormii, prendevo dei sonniferi per riposare qualche ora.
Per un anno e mezzo, ho pensato e ripensato a questa storia, mille ipotesi, mille domande, mille risposte. Mi sono sentita INCAPACE. Incapace di difendermi. Ancora oggi penso e ripenso a cosa avrei potuto fare per evitare tutto questo, nonostante sia stato accertato che c'era stato un complotto contro di me.

Cinque mesi fa, infatti, fui contattata da uno dei responsabili di quel team, uno di quelle pochissime persone che si era dissociato da quello che era successo.
Mi chiese che se un giorno avessi avuto voglia e tempo di ritornare nel loro team, per me ci sarebbe stata la porta spalancata e il tappetto rosso a terra perchè dopo un anno e mezzo avevano trovate delle prove.
Prove di un complotto organizzato contro di me da due ragazze, che in realtà erano mie "amiche".
Il motivo è che i ragazzi che a loro piacevano erano interessati a me.
Bisognava levarmi da mezzo altrimenti venivano oscurate.
Non mi è stato MAI detto dove si trovavano queste prove, né altri dettagli di questa scoperta, penso per evitarmi altri dispiaceri.
Da parte mia, non ho nessuna intenzione di riprendere quel percorso che mi ha portato cosi tanta sofferenza.

Quello che non capisco è perchè continuo a pensarci? Perché non riesco a metterci una pietra sopra? Perché non penso al mio presente? perchè questa storia mi fa ancora tanto male?

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Miglior risposta 6 OTT 2016

Salve Sara,
ha perfettamente ragione quando dice che dovrebbe concentrarsi sul suo presente, ma se non ci riesce probabilmente è perché prima deve affrontare il suo passato travolgente.
La situazione che descrive deve essere stata molto stressante per lei: si è sentita accusata ingiustamente, tradita, nessuno è riuscito ad aiutarla e non ha avuto neanche la possibilità di farsi ascoltare e di esprimere il suo punto di vista. Insomma, queste sono cose che possono lasciare un segno e possono aver contribuito ad incrementare alcune sue difficoltà personali.
Tuttavia, questo malessere può essere affrontato e superato con l'aiuto di uno psicologo che la potrà guidare ad elaborare questo evento e ad affrontare tutto ciò che le impedisce di essere focalizzata sul presente.

Dott.ssa Erica Tinelli Psicologo a Orte

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6 OTT 2016

Buongiorno,
io prenderei in considerazione l'ipotesi di una sensibilità agli eventi, per la presenza di episodi e ricordi stressanti e/o traumatici (vissuti da lei come tali), che non si riesce a lasciarsi alle spalle, ma che, appunto, si presentano sempre, anche oggi, alla sua memoria. Una consultazione con uno psicologo può anzitutto chiarire meglio la natura del suo disagio. Nel caso l'ipotesi sia sensata, esistono molte forme di aiuto sui traumi, tra cui EMDR, molto utile in caso di ricordi e immagini intrusive.

Cordiali saluti,
dr. Enrico M. Ragaglia

Dr. Enrico Maria Ragaglia Psicologo a Paruzzaro

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6 OTT 2016

Cara Sara, dalla sua lettera emerge dolore per un senso di ingiustizia accentuato, mi pare, anche da un sentirsi tradita all'interno di in uno spazio percepito come affettivo oltre che connesso ad un ambito di lavoro. Un evento come quello che lei ha descritto è comprensibile comporti una ferita profonda proprio sul piano delle relazioni. Credo sia in questo senso che dovrebbe porsi delle domande per comprendere in che modo sia rimasto per lei qualcosa di ancora aperto, nonostante il riconoscimento del torto subito. Soprattutto chiedersi se questo restare ancorata al passato, alla perdita di "momenti belli", non le faccia per caso evitare qualcosa nel presente; magari mettersi in gioco diversamente nelle relazioni? Tirare fuori strategie diverse per difendersi laddove necessario? Separare il piano affettivo da quello lavorativo?

Federica Ferrari Psicologo a Roma

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5 OTT 2016

Gentile Sara,
la risposta al perchè sei ingabbiata nel passato e fai fatica a vivere nel presente facendo progetti per il futuro e dando concretezza a questi progetti è semplicemente nel fatto che hai una struttura di personalità sul versante rigido, con livello di autostima non elevato, sei tendenzialmente pessimista e con un lieve tratto depressivo.
Questo non vuol dire che sei depressa ma solo che potresti diventarlo in coincidenza di eventi molto stressanti e più gravi dell'episodio che hai così minuziosamente raccontato.
Un percorso di psicoterapia potrebbe farti acquisire più autostima e ottimismo aiutandoti a vivere con più soddisfazione nel presente.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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