Siamo una giovane coppia, di rispettivi 29 e 31 anni. stiamo insieme da più di 11 anni ma lui ritarda la convivenza, figuriamoci il matrimonio...adduce come scusa che il lavoro lo porta spesso a viaggiare e che non è il caso di iniziare nulla almeno per ora e rimanda tutti i nostri progetti a data da destinarsi..il problema è che per il tipo di lavoro che fa probabilmente dovrà essere spesso in viaggio..quindi mi domando sarà mai il momento adatto? e soprattutto, mi chiedo se in fondo questa del lavoro non sia una scusa usata per non fare un passo che non si sente di affrontare...io un po' mi sto stancando perché dopo tanti anni vorrei che questo rapporto si trasformasse in qualcosa di più importante di quello da eterni fidanzati...e ho paura che non si realizzerà mai...non so che fare...
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18 GEN 2017
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Cara Maria,
quando gli uomini fanno "i pesci in barile" si lasciano!
Il mondo è pieno di uomini e 11 anni sono francamente troppi! Auguri
17 GEN 2017
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Cara Maria,
leggendo la tua lettera in parte ti sei risposta da sola: dopo tanto tempo un rapporto maturo dovrebbe evolvere. Sicuramente non ci sono regole universali a riguardo ma il tuo desiderio di iniziare un percorso di coppia vivendo insieme dopo 11 anni è più che comprensibile. Forse però non è lo stesso per lui e se non è egli stesso a chiedersi perché non sente questo bisogno, non c'è molto da fare.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Loredana Beligni
Torino
17 GEN 2017
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Cara Maria,
I suoi dubbi sono legittimi. L'unico che davvero li può fugare o comunque chiarire è senza dubbio il suo fidanzato.
Ha mai pensato di poter avere con lui una conversazione schietta e sincera come quella che ha espresso nella sua lettera?
Capire le reciproche posizioni è il primo passo da fare.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,
17 GEN 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Maria,
se il lavoro lo porterá in futuro ad essere spesso in viaggio, potrebbero essere fondate le sue supposizioni circa il fatto che se lui non si decide adesso, non lo fará neppure in futuro.
Le suggerisco di parlare apertamente con lui e fargli presente che per lei è importante condividere una casa, una vita senza fare la vita degli eterni fidanzatini che si incontrano solo per uscire. Gli chieda poi se c'è qualcosa che gli fa paura della convivenza e se ci sono motivi oltre al lavoro che lo portano a non voler convivere. Lo rassicuri sul fatto che per lei non è un problema convivere con una persona che viaggia molto e se emergono altri motivi per cui lui non vuole convivere, sia aperta all'ascolto e veda se puó rassicurarlo anche su quelli.
Se da parte di lui emergono paure poco razionali relative alla convivenza, volendo si possono anche affrontare con il supporto di uno psicologo... ma se è lui che tergiversa perché non gli va di impegnarsi ulteriormente, in questo caso cessa di essere una questione psicologica, ma a che fare piuttosto con delle sue convinzioni circa la vita e la libertá, con l'importanza che attribuisce alle relazioni, con le sue prioritá. E purtroppo in quel caso non è detto che questo suo modo di intendere le relazioni e la vita di coppia sia negoziabile. Se fosse questo il caso, lei dovrá decidere il da farsi tra mantenere il rapporto cosí com'è, ovvero come lui le permette che sia (senza convivenza e senza matrimonio); oppure se lei aspira alla convivenza, al matrimonio e alla famiglia e lui non vuole darglieli, temo che lei dovrá cercare di raggiungere queste sue aspirazioni con un'altra persona.
In ogni caso prima di fasciarci la testa su cosa potrebbe essere, parli con lui, gli faccia presente i suoi bisogni e si faccia dire da lui cosa non gli va a genio della convivenza e del matrimonio.
Vi auguro tutto il meglio.
Cordiali saluti,
dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta a Padova e Sustinente (MN)