Perché mio nipote non piange mai?

Inviata da Rita · 27 set 2016 Psicologia infantile

Salve,
sono una nonna un po' preoccupata, leggo molto la psicologia, ho due nipoti uno di cinque anni ed è un po' aggressivo quando gioca con altri bambini, e se mia figlia lo riprende o le da una sberla se così possiamo dire, o per qualsiasi motivo lui non piange mai!
Mi sapreste dire se avrà qualche problema man mano che crescerà? Grazie mille

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Miglior risposta 28 SET 2016

Gentile Rita,
mi congratulo per la sua voglia di istruirsi sulla psicologia ma le dico subito che non approvo il comportamento di sua figlia di ricorrere alle sberle per rimproverare o correggere il bambino.
Qualunque forma di prevaricazione fisica (e lo schiaffo lo è) o psicologica rappresenta comunque un atto violento e in quanto tale suscita frustrazione e rabbia non essendo veramente educativo.
E' anzi probabile che proprio in questo suo nipotino quel comportamento di sua figlia comporti la reazione (di rabbia) di non voler dare la soddisfazione di farsi vedere piangere magari perchè benchè piccolo gli è stato già trasmesso il concetto sbagliato che piangere equivale ad essere debole.
Comunque si tranquillizzi perchè non credo che questa cosa da sola sia sufficiente a creare nel bambino problemi significativi.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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10 OTT 2016

Buongiorno, credo che senza allarmarsi qualche segnale che però sia da approfondire nel comportamento di suo nipote sia auspicabile.
L aggressività se una modalità costante di relazionarsi ed esprimersi è un segnale di un disagio . Così come il fatto che non piange è altrettanto significativo di come a livello emozionale ci sia una risposta non proprio pertinente, una sorta di inibizione, di tener dentro qualcosa che invece dovrebbe essere espresso in altro modo.

Cordiali saluti

Dott.Francesco Fisichella Psicologo- Psicoterapeuta

Dott. Francesco Fisichella Psicologo a Busto Arsizio

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5 OTT 2016

Salve Rita,
il suo cuore di nonna le fa cogliere la possibile sofferenza di suo nipote quando la mamma ricorre a metodi educativi di stampo autoritario che erano abbastanza diffusi in passato, ma che ancora oggi non sono stati definitivamente superati. Indubbiamente si possono ottenere risultati migliori senza ricorrere alla tradizionale “sberla” che nell’immediato rappresenta una rapida soluzione del problema del momento. Ora la difesa di suo nipote è quella di non cedere, si affida al suo orgoglio e si impedisce di piangere. Nel tempo anche la madre si renderà conto dell’inefficacia di tali interventi. Comunque non necessariamente le conseguenze sul bambino saranno gravi perché i risultati a lungo termine dipendono da molti fattori. Possono esserci meccanismi di compensazione di vario genere e anche la maggiore pratica nel ruolo di genitore può aiutare sua figlia a gestire meglio il bambino. Come dice Bruno Bettelheim, non esiste un genitore “perfetto”.
Che fare? Il suo desiderio è forse quello di intervenire in qualche modo. Se si rende conto per esempio che sua figlia è sovraccarica, è oberata di lavoro o stressata per altri motivi, può esserle vicina offrendole un aiuto concreto e alleggerendola di qualche carico (in genere si è più inclini alle soluzioni sbrigative quando si è troppo stanchi per pensare ad altro).
Per quanto riguarda un confronto diretto sui suoi metodi educativi, è un terreno rischioso. Può essere utile solo se il suo rapporto con sua figlia è sempre stato improntato al dialogo, ma in ogni caso potrebbe essere vissuto come un’ingerenza inopportuna o addirittura un giudizio negativo su di lei generando risposte difensive.
Ora lei può godersi con gioia il suo essere nonna e sono certa che sta già creando un suo buon rapporto con i suoi nipoti. Sarà un altro tassello nel puzzle della costruzione del loro benessere psicologico e un importante contributo allo loro sana crescita.
Cordialmente
Anna Maria Deutsch psicologa-psicoterapeuta a Sassari

Anna Maria Deutsch Psicologo a Sassari

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28 SET 2016

Gentile Rita,
voglio intanto rassicurarla sul fatto che la reazione del suo nipotino non è una condizione sufficiente per sviluppare sicuramente "problemi" da grande, ma riguarda più che altro il modo in cui il bambino gestisce le sue emozioni e questo sì, potrà portarselo nel tempo, ma non è detto che costituisca un problema. Sicuramente la sua reazione dipende molto dalla relazione che ha con la mamma, e quello che lei racconta sembra un atteggiamento provocatorio e di protesta, come una prova per dimostrarsi grande e forte. Provate a chiedervi questo, che significato può avere tra la mamma e il bambino il fatto che lui non pianga...che ne è della rabbia del bambino quando viene sgridato o rimproverato? e di quella della mamma? Consideri che il bambino è in una prima fase di passaggio, in cui si avvicina all'età scolare, e può essere quindi "investito" da svariate emozioni, e in questo momento "si chiude" all'espressione delle stesse. Provate ad avvicinarlo e osservarlo quando immaginate che sta per arrabbiarsi, e guardate cosa fa, eventualmente facendogli vedere che è possibile gridare o piangere per scaricare la rabbia, che anche i frandi lo fanno. In bocca al lupo.
Dr.ssa Claudia Montalbano, psicologa clinica, dell'emergenza e psicotraumatologa. Trapani

Dr.ssa Claudia Montalbano Psicologo a Trapani

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27 SET 2016

Cara Rita,
Non ci sono evidenze scientifiche che possano far affermare che un bimbo che non piange svilupperà un qualche tipo di comportamento deviante in futuro.
In che modo è aggressivo quando gioca con gli altri bambini?in quali contesti si verificano questi comportamenti(a casa sua,a scuola, a casa dei compagni)?
Quando è arrabbiato per qualcosa come si comporta?ha iniziato a praticare qualche sport? Uno sport da combattimento come il karate,ad esempio, aiuta a far sfogare i bambini con molta energia, simulando un combattimento che rimane all'interno di regole ben stabilite insegnando ai bambini a canalizzare la loro forza, a controllare le emozioni in modo sano. D'altra parte si consiglia un monitoraggio attento da parte dei genitori su bisogni del bambino che non riesce ancora a comunicare e che magari reclama attraverso comportamenti aggressivi e/ o orgogliosi(non vuole farsi vedere che piange, perché piangere potrebbe significare per lui debolezza).
Saluti
Dott.ssa Denaro Francesca.Prato

Dott.ssa Francesca Denaro Psicologo a Prato

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27 SET 2016

Cara Rita,
non si allarmi, non é scritto da nessuna parte che un bimbo che non piange avrà problemi in futuro e, dal momento che tutti noi siamo soggetti a molti cambiamenti nella nostra vita, non é proprio scientificamente possibile stabilire a priori se un bimbo avrà problemi o meno a partire da un singolo comportamento.
Mi chiedo piuttosto come sfoghi il suo nipotino la rabbia e la frustrazione... Forse utilizza altri canali? O le pare invece che gli manchi proprio la possibilità di sfogarsi?
Ecco, queste sono domande che possono aiutarvi ad entrare un po' piú nel suo mondo, a guardare le cose con i suoi occhi cercando di comprendere cosa provi e di cosa abbia bisogno e quindi rappresenta anche, eventualmente, un'occasione per rivedere e reinventare il vostro stile educativo sulla base di quello che osservate.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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