Perchè mi comporto da supida?

Inviata da Alessandra · 18 dic 2017 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno,
Mi chiamo Alessandra e ho 31 anni. Mi scuso fin da subito per la lunghezza della mia domanda, ma è difficile per me spiegare tutto quanto in poche parole. Fino a due/tre anni fa ho vissuto in un certo isolamento, niente lavoro, un'unica amicizia importante che però si basava unicamente su lunghissimi contatti telefonici giornalieri e un'iscrizione all'Università che mi dava profonda angoscia e insoddisfazione. Non riuscivo a fare esami e nemmeno a studiare, passavo il mio tempo a fissare il vuoto, angosciata per li mio futuro e sentendomi in colpa con i miei genitori, che sapevo tenerci tanto alla mia laurea.Ho sempre vissuto con loro, le uniche occasioni di uscire erano le passeggiate con il cane. La mia via di fuga preferita era la mia fervida fantasia. Passavo lunghe ore a fantasticare su ciò che avrei voluto. Certe volte m'immaginavo una donna in carrriera, in un'altra madre di due bei bambini con marito innamoratissimo. Altre ancora di far parte di un mondo fantasctico in cui ero una nana o un'elfa e così via. Mi spingevo fino a passare ore e ore su internet scegliendo nomi, corsi universitari, case, abiti da sposa...E' stato così per molti anni, fin da piccola, a volte mi estraniavo completamente anche in mezzo alla gente, al liceo passavo i miei pomeriggi dopo la scuola a letto a dormire, senza riuscire a sentirmi parte di qualcosa, sempre stanchissima, non inserita nella classe e senza una passione (come mio padre mi ha sempre detto). La vita degli altri mi è sempre sembrata perfetta in confronto alla mia, come se loro fossero normali e io no, come se io mancassi di qualcosa, addirittura sentendomi perfettamente consapevole dell'ingombro del mio corpo in mezzo alla gente. La mia unica amica usciva (quasi mai con me però, anche se le dicevo che mi sentivo sola e volevo uscire),aveva i suoi amici, una relazione che poi è durata 10 anni, andava bene a scuola etc... e io sempre ad ascolatre infiniti racconti su una vita che desideravo ma che non sembrava alla mia portata. Covando una rabbia infinita.
Poi pian piano la svolta, ho iniziato un corso serale d'inglese tre anni fa, giusto per fare qualcosa, ho conosciuto nuove persone, ho fatto amicizia, ho passato un mese in Irlanda e poi ho trovato un lavoro... Solo per quattro mesi all'anno per due anni ma mi andava benissimo, almeno era qualcosa. Nel frattempo quell'unica amicizia è finita per molti motivi in cui non mi dilungo o scriverei un papiro. Ho avuto la mia prima relazione durata un anno...ed è stata disastrosa, ho collezionato una serie infinita di umiliazioni con lui, mi sono sentita usata, insultata e sfruttata ma nonostate ciò non ho troncato fino a quando lui non si è trovato un'altra. Forse per paura di rimanere sola, ero terrorizzata al pensero di essere lasciata e ho lasciato che mi calpesatasse in molte situazioni, fino ad insultarmi pubblicamente.
Ancora adesso, che è finita da un anno, esatto faccio fatica a superare la cosa e mi chiedo: come ho potuto permetterlo? Perchè non ho mai reagito? Addirittura in molte occasioni mi vergognavo di lui ma non l'ho mai lasciato. Sono seriamente preoccupata perchè so che se avesse alzato le mani non avrei reagito... Ho lasciato persino che facesse sesso con me senza che io fossi particolarmente consenziente. Ho solo chiuso gli occhi e aspettato che finisse. Dopo ho pianto molto.
Sto cercando di reagire, dico davvero. Ho deciso di dare una svolta alla mia vita e cambiare. Volevo fuggire da quella gabbia che è la mia casa e la mia vita e da mia padre, che molte volte ho sentito di odiare, come se lui fosse la causa di tutti i miei mali. Così tre mesi fa ho cercato lavoro all'estero e l'ho trovato in Inghilterra. Una settimana fa mi sono trasferita e ho iniziato a lavorare. Ma di nuovo, quella sensazione di non essere parte di niente. Sono arrivata con un grupo di persone che hanno fatto formazione con me ma è come se fossi sola, fanno le cose fra di loro e pur essendo educati con me, di certo non sono miei amici.
Sul lavoro è un disastro, mi sento veramente una cretina. Pur avendo fatto formazione, mi sento un'incompetente totale, nei miei primi cinque giorni di lavoro ho fatto una marea di errori e so per certo che i miei capi e i miei nuovi colleghi mi giudicano un'idiota. E anch'io mi sento così . In questo lavoro sono a contatto con il pubblico ( in realtà l'ho scelto proprio per questo) ma non riesco in nessun modo a farmi valere. Spesso parlo così a bassa voce che i clienti non mi sentono e quando si comportano in un modo che non dovrebbero, vado in panico, so cosa teoricamente dovrei dire ma sono sempre insicura se parlare o no e alla fine interviene qualcun'altro al posto mio. Ho sempre questa strana sensazione, come se vedessi le mie azioni dall'esterno mentre le faccio e sento nella mia testa cosa dovrei fare ma io semplicemente non lo faccio. In pratica finisco per comportarmi da stupida consapevolmente. E' come se congelssi internamente. Spero di cambiare in futuro ma non so come fare e ora mi sento triste e a volte mi chiedo se veramente il problema non consista nel fatto che sia scema. In passato ho temuto scoprissero che il mio quoziente intellettivo è inferiore alla norma. Nel frattempo non ho potuto fare altro che lasciare l'Università, visto che non davo esami. So di aver perso gran parte della mia vita fissando il vuoto e ora mi sento vecchia, come se stessi facendo troppo poco troppo tardi.
Mi scuso per la pesantezza e la confusione, come al solito temo di non spiegarmi affatto bene. Già aver scritto a qualcuno penso mi possa aiutare a sfogare quello che ho dentro. In realtà non so nemmeno se cerco risposte o solo conforto.
Grazie infinite
Alessandra

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Miglior risposta 19 DIC 2017

Buonasera Alessandra,
Innanzitutto non si scusi se si è, secondo lei, dilungata, probabilmente avrebbe davvero bisogno di essere ascoltata, vista, accolta.
Ha e avrebbe molto da raccontare e sicuramente, come ognuno di noi, può aver fatto nella propria vita scelte adatte e non, ma di certo concentrarsi esclusivamente su quest'ultime non può fare altro che sentirci esattamente come lei ha saputo spiegare nel suo racconto: triste, insoddisfatta, infelice. E, a quel punto, anziché integrarle in una visione di noi più grande che comprende, tra le altre cose, note positive e note negative, non si fa altro che aderire a quell'idea di sé senza darsi possibilità di rivalsa, riscatto ed efficacia.
Sicuramente ci sono degli aspetti che riporta che necessiterebbero di ulteriori informazioni e approfondimenti, ma qualora avesse bisogno resto a disposizione per qualunque sua necessità.
I miei migliori saluti,
Dott.ssa E. Parise

Dott.ssa Elena Parise Psicologo a Pontedera

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19 DIC 2017

Cara Alessandra
In primo luogo la ringrazio per la fiducia accordata nel raccontare dettagli significativi ed intimi della sua vita. Non deve esserle stato semplice.

Dalle sue osservazioni si evince che per molti anni lei si é rifugiata in una bolla. Probabilmente ogni volta che non si sentiva a suo agio nella sua dimensione reale del presente quotidiano o forse non riusciva ad affrontare alcune situazioni che le creavano uno stato di conflitto interiore lei sceglieva di essere ed andare altrove con la sua fantasia. Questa é stata la sua reazione difensiva e protettiva per molti anni.

Alessandra a mio avviso non é il lavoro all’estero o il cambiare ambiente che potrà realmente aiutarla a cambiare vita. Per tanti anni lei é fuggita da sé stessa. Lei non si conosce e non usa le sue risorse interiori. Ecco che cosa le manca più di tutto: sé stessa.

Potrebbe trarre giovamento da una psicoterapia analitica che possa aiutarla a risolvere i suoi conflitti e a utilizzare tutte le risorse della sua personalità.
Sono disponibile ad ulteriori chiarimenti, se ritiene mi contatti.
Un caro saluto
Dott.ssa Fabiana Nicolini

Dott.ssa Fabiana Nicolini Psicologo a Bologna

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19 DIC 2017

Gentile Alessandra,
dal lungo racconto che ha fatto nel suo post,
emerge che nei diversi ambiti della sua vita e cioè quello lavorativo, sociale, familiare e sentimentale il comune denominatore è il basso livello di autostima e la mancanza di assertivita'.
Sono questi i principali fattori che bisogna correggere e per i quali dovrebbe intraprendere un adeguato percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti .
Dr.Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno ).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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