Parere su possibile comportamento scorretto da parte del terapeuta

Inviata da Giulia L · 30 set 2021

Buonasera.
Chi scrive è una donna di 35 anni, in forte crisi emotiva e credo a questo punto, post traumatica.

Vorrei se possibile, il parere di voi professionisti del settore, per potermi meglio districare tra le maglie del dolore e della dissonanza che mi stanno rendendo vita e sonno attualmente infernali.

Ero in terapia presso un giovane e brillante psichiatra-psicoterapeuta, presso il quale venni indirizzata dal mio primo analista, per risolvere problemi legati alla gestione delle mie modalità affettive (provengo da una famiglia estremamente deprivante e contorta in termini di elementi affettivi, e non ho quasi mai sperimentato modi “sani” di relazionarmi creando legami stabili e sicuri con il sesso maschile - cosa che mi ha spesso portata a scegliere partner svalutanti, evitanti o con tratti di personalità istrionici, anaffettivi o narcisistici) , e per risolvere un grosso stress post traumatico innescatosi dalla prolungata relazione tossica con uno di questi soggetti - evento che aveva scatenato in me una fortissima e spaventosa depressione reattiva (non reagivo più a nessun tipo di stimolo).

Con questa persona, di pochi anni più giovane di me ma con la quale mi sono sentita di potermi aprire - sono riuscita a lavorare su tematiche per me molto spinose, e seppure sia comunque molto difficile e diffidente in fatto di apertura, attraverso la rielaborazione dei miei traumi attraverso l’EMDR ed un approccio psicoterapeutico che sembrava inizialmente molto orientato al confronto costruttivo, aperto ed empatico, è riuscito ad arrivare in punti della mia anima dove non credevo possibile potesse giungere più nulla o nessuno.

Così, In pochi mesi mi sono trovata a migliorare incredibilmente: il mio interesse verso la vita si è riacceso. Sono tornata perfino a competere nello sport, cosa che avevo abbandonato da tempo; ho ripreso ad avere successo nel mio lavoro di insegnante, e ho iniziato lentamente ma progressivamente a rifiorire come essere umano.

In tutto questo tempo, lui è sempre stato al mio fianco - sembrando davvero interessato a ciò che di positivo stesse accadendomi nella vita, compartecipando e a volte prodigandosi in complimenti che ritenevo sinceri, su quanto fossi intelligente, bella, interessante e coraggiosa.

Purtroppo, non so nemmeno come né perché - una notte, ci siamo trovati a scriverci fuori dal Setting....

Purtroppo, un giorno che avevo un vestito un po’ più aderente del solito al posto delle solite tute informi ed un po’ di trucco al posto della solita faccia pallida e gonfia di pianto con cui andavo a terapia, mi sono accorta di alcuni sguardi, mi sono sentita i suoi occhi addosso - ed erano gli occhi di un uomo.

Purtroppo quegli occhi mi sono piaciuti come non mai.

Purtroppo, un giorno in cui in terapia abbiamo parlato molto a fondo di maschere e performances, e al tre ci siamo tolti le mascherine per vedere la completezza del viso - mi sono accorta che anche il resto fosse tremendamente affascinante.

Purtroppo, dopo quel momento di contatto nulla è stato più lo stesso.

Purtroppo, la faccenda di scrivere ci è (soprattutto è molto di più a me) ma anche a lui -ci è sfuggita di mano. Purtroppo, abbiamo iniziato a parlare e basta, condividendo delle cose da esseri umani e basta.

Purtroppo la cosa è continuata.
Purtroppo sì è creata un’intesa mentale che non avrebbe dovuto esserci, e che si è trasformata presto in complicità, gioco, intimità - forte, intensa, concreta.

Purtroppo ho iniziato a sentire il bisogno di sentirlo spasmodicamente, raccontarmi, chiedere consigli, sentirlo vicino - fargli domande e cercare di scoprire ogni giorno qualche piccola cosa di lui.

Purtroppo ho iniziato a provare desiderio erotico e sessuale. Altrettanto purtroppo, ho cercato di farmi sempre più notare, provando l’impulso di sedurlo.

Purtroppo ho iniziato a contare i giorni e le ore che mi separavano da quei venerdì.
Ad aspettare il confronto che avrei avuto con lui come acqua nel deserto. A desiderarlo. A ingaggiarmi in un altro schema malato che mi ha ridotta come sono ora: nel dolore. Nella mancanza. Nel vuoto. Nella dissonanza.

Purtroppo, Lui non ha mai voluto affrontare con me questo discorso - transfert - ne in terapia ne in quei messaggi, nonostante io ne fossi consapevole e volessi parlargliene - ne’ Mi ha indirizzata verso un altro collega.

Ha iniziato a spostare o annullare le sedute all’ultimo momento.

Nonostante gli avessi più volte manifestato il bisogno di voler chiarire quantomeno la situazione: ha continuato però a messaggiare per mesi tenendomi relegata li dopo aver promesso che ci saremmo visti senza mai concretizzare - per poi smettere improvvisamente adducendo come motivazione che non avrebbe potuto ne’ dovuto esserci per me in quel modo, arrivando perfino a negare che il nostro fosse un rapporto, che non avremmo mai potuto ne dovuto intrattenere relazioni di alcun tipo ne uscire assieme neanche da amici per via del suo lavoro e della sua relazione ufficiale, e ricominciare dopo due mesi come nulla fosse - dando la colpa a me “di avergli impantanato la testa”.

Si Sono susseguiti scambi di materiale fotografico di contenuto esplicito, che ha poi detto essere soltanto foto - inviati in un momento un po’così ad una persona con cui comunque non era né impegnato ne’ aveva o desiderava alcun tipo di relazione.

Gli ho detto che rivolevo indietro tutti i soldi che gli avevo dato per “curarmi”, visto che se un professionista afferma che la relazione terapeutica non sia una relazione, credo sia più grave perfino di uno scambio di foto intime.

Mi sono sentita di aver subito gaslighting al pari del narcisista stesso che mi aveva mandata in terapia da lui - ed ho risposto a tono, dicendogli che era un po’ tardi per questi discorsi - e che comunque avrebbe dovuto essere meno ambiguo e più diretto in ogni caso, anche perché non gli avevo chiesto nulla in quel senso.

Mi sono trovata a scrivergli una lunga lettera - poi strappata per frustrazione perché non si è nemmeno degnato di palesarsi per prenderla - in cui gli dicevo che non avrei più voluto continuare terapia con lui.

Sono quindi scappata via ed in cura - non senza problemi perché fidarmi ancora è stato davvero un calvario - da un altro terapeuta al quale ho raccontato l’episodio, che mi sta aiutando a ritrovare un po’ di autostima e che mi ha consigliato di denunciare.

All’ex terapeuta ho chiesto il permesso di poter comunque continuare a parlarci sporadicamente e almeno chiarire in futuro perché mi sarebbe dispiaciuto davvero dover ricorrere a cose orrende come una segnalazione o una denuncia - che però a questo punto sto pensando di fare.

Mi ha trattata con un sadismo e una freddezza spietate e disumane, cercando di buttarmi addosso tutta la colpa, affermando che con me lui non avrebbe mai voluto avere nulla a che fare, che lo avevo costretto io con chissà quali poteri Ipnotici a fare qualunque cosa, e che lui con me era stato sempre chiaro - che io per lui non sarei stata mai nulla e che mi avrebbe bloccata perché la mia presenza anche solo mentale avrebbe potuto pregiudicare la sua professione e la sua relazione.

Poi è sparito. E non riesco ad accettare questo “per sempre”.

Ora io sono qui a struggermi e dilaniarmi dal dolore. Oscillo tra disperazione e rabbia, ho perso il senso e la centratura, la cognizione di me stessa e dei miei limiti.

E “il carnefice” mi manca da impazzire.

Vi prego se avete letto fino a qui potreste aiutarmi?

Non so se agire denunciando, o lasciar correre (alla fine le cose è vero che si fanno sempre in due)... ma arrivare al sadismo e a provocare in un paziente un altro trauma peggiore di quel che aveva prima della cura, mi sembra troppo.

Grazie infinite a chi avrà letto fin qui.

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Miglior risposta 1 OTT 2021

Buongiorno signora, la cosa che segnala è molto grave . Il collega non ha rispettato a livello etico e deontologico il comportamento che si richiede ad un professionista. Sarebbe da segnalare all'ordine.
Detto questo, nel momento in cui non è stato gestito un transfert erotico, cosa difficile da,fare a livello tecnico se non si ha una formazione psicodinamica, è precipitato tutto. Sembra si sia riattivato il suo vecchio schema relazionale con il.collega.
La cosa da fare era inviarla ad un altro professionista affrontando con lei, con serenità la questione.
Lei era una paziente quindi si tratta di abuso di potere. È molto scorretto.
Immagino ora la sua disperazione e smarrimento, il senso di abbandono.
Mi dispiace molto per quello che le è successo
Lei dice di avere trovato un altro collega a cui si è rivolta...forse una terapeuta di sesso femminile in questo caso sarebbe più idonea. Senza nulla togliere all'attuale collega.
Se ha bisogno di un confronto sono a disposizione
Cari saluti
Dottssa Belinda Doria

Dott.ssa Belinda Doria Psicologo a Vecchiano

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1 OTT 2021

Cara Ambra,
Seguo con attenzione la tua preoccupazione.
Resto a disposizione per cercare di gestire al meglio e analizzare ciò.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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1 OTT 2021

Buongiorno Ambra,
stando al suo racconto il comportamento del suo ex terapeuta è decisamente scorretto.
Posso solo immaginare il suo stato d'animo il dolore, la ferita, il tradimento, il conflitto interiore, la riattivazione di sentimenti ambigui che un buon terapeuta dovrebbe aiutare a superare.
Immagino abbia valutato attentamente il suo nuovo terapeuta con il quale sembra aver ritrovato un nuovo inizio e certamente saprà come riparare e indicarle le misure più idonee per superare questo difficile momento.
Se vuole resto a disposizione per qualunque sua necessità.
Dott.ssa Silvana Censale

Dott.ssa Silvana Censale Psicologo a Prato

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