Non sono mai contenta di nulla

Inviata da Lara · 11 ago 2016 Autostima

Salve! Sono una ragazza di 33 anni. Somo laureata, ho un dottorato e ho l'abilitazione all'insegnamento. Ho trascorso buona parte della mia vita studiando per raggiungere tutti questi obiettivi, riuscendovi peraltro con il massimo dei voti. La mia media scolastica e universitaria è stata sempre ottima. Terminato questo percorso, tra tante difficoltà riscontrate nel campo dell'insegnamento, ho deciso di trasferirmi a 1000 km da casa per lavorare dove, partendo sola con una sola valigia, alla mia prima esperienza di insegnamento, sono riuscita a trovare casa, sistemarmi al meglio, stringere in poco tempo qualche amicizia e ambientarmi a scuola. L'impatto con il lavoro non è stato dei migliori e sin da subito mi sono resa conto di non essere molto capace a creare con il gruppo classe un bel rapporto e a gestirlo come avevo immaginato. La mia situazione sentimentale inoltre non è affatto buona. Ho avuto delle storie in passato con uomini molto più grandi di me e spesso impegnati, dai quali cercavo protezione e sicurezza, probabilmente nella consapevolezza di sentirmi ancora una ragazzina. Da qualche anno vivo un rapporto platonico con un uomo dal quale non riesco a staccarmi ma che non fa altro che farmi star male. Nonostante io abbia sempre visto nella normalità qualcosa nel quale non riuscivo a riconoscermi, da qualche anno a questa parte sento quasi il dovere morale verso me stessa di costruire qualcosa... Come se avessi paura di pentirmi un domani per aver sprecato tempo. La noia della mia vita mi uccide. In questi due mesi che per le vacanze sono tornata a casa coi miei, tutto sembra apparentemente uguale, ma io sento di non sopportare più il ruolo di figlia. Mi sento inutile, come se nella mia vita non avessi concluso nulla. Il lavoro non mi da gioia perché non mi piace e sento che ho gettato fino ad ora la mia vita, che ho sbagliato tutto e non valgo niente. Questi pensieri negativi che mi fanno sentire incapace anche in ambito sociale (vedo i miei amici tutti sciocchi, come se fossi capace di attroniarmi solo di gente fallita e piena di fissazioni e problemi, come me) spesso sfociano in pensieri ossessivi che riesco talvolta a gestire (e mi sento meglio) ed altre mi fanno sentire malissimo, come se stessi per impazzire. A nulla vale ciò che dicono coloro che mi fanno notare che ho pubblicato dei racconti, che sono brava a disegnare, a scrivere, a fotografare. Che ho mille qualità. Io mi sento infelice e so che tutto ciò che so fare comunque non basta a darmi la felicità che io cerco ossessivamente da quell'uomo che non può darmela. All'infuori di lui non so davero cosa vorrei per essere felice. Vorrei solo tornare bambina per poter avere più tempo per non crescere. Ho fatto psicoterapia per 3 anni ma non ho risolto nulla. Lo psichiatra non vuole darmi cure. Forse dovrei cambiare la mia visione della realtà ma come? Io sono sempre io... Poi guardo alle mie amiche con tanta invidia... Vorrei avere anche io tante cose, come loro, e me le immagino felici, mentre io mi sento così senza speranza! Mille paure mi atterriscono e temo che non riuscirò a concludere nulla perchè sono diversa dagli altri.

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Miglior risposta 12 AGO 2016

Cara Lara
credo che il punto importante sia quando dici che: "che ho mille qualità. Io mi sento infelice e so che tutto ciò che so fare comunque non basta a darmi la felicità che io cerco ossessivamente da quell'uomo che non può darmela".
Mi sembra che ci sia della consapevolezza , soprattutto quando valuti "ossessivo" il cercare la felicità da un uomo e mi sembra che ci sia lucidità quando dici che quest'uomo non può dartela (la felicità).
Sulla base di questa consapevolezza lucida dovresti iniziare a trovare in te stessa motivazioni importanti per comprendere che tutte le tue qualità e tutto quello che di bello e buono hai costruito nella tua vita devono trovare un senso e uno scopo non solo per rendere felice te, ma anche per essere utili ad altri.
Nella vita comprendere che c'è una dimensione di "servizio" è importante.
Nel cercare la propria esclusiva realizzazione porta a chiusura, nell'aprirsi verso gli altri si inizia a scorgere senso e significato.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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16 AGO 2016

Gentile Lara,
lei sembra avere una abilità particolare nello svalutarsi e questo ovviamente è alla base di tutto il suo malessere mentre dovrebbe invece imparare a rivalutare quello che fa e quello che è.
Anche nelle relazioni sentimentali lei tende a svalutarsi col cercare protezione da uomini più grandi di età e questo lascia ipotizzare lontane carenze affettive.
È strano che 3 anni di psicoterapia non abbiano migliorato per niente la sua autostima anche se bisognerebbe sapere qualcosa in più relativamente a come questa terapia è stata condotta essendo la non prescrizione dei farmaci un punto su cui sono d'accordo.
Non posso che suggerirle di riprendere un secondo percorso di psicoterapia magari con altro psicoterapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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16 AGO 2016

Cara Lara, gli psichiatri sono autorizzati dalla legge a fare psicoterapia, anche se in effetti nella loro specializzazione della materia viene insegnato pochissimo.
Chissà perché, pare che sin da bambina ti sia convinta di non essere amabile e che eccellendo nello studio e nel lavoro lo saresti diventata.
La realtà ti ha fatto deprimere, hai scoperto che non sono i titoli accademici a rendere amabili.
In realtà amabile lo sei, ma in qualche modo nella tua infanzia ti sei convinta del contrario (mamma metteva il muso? criticava? disprezzava?.....chissà), ed è bastato una conferma negativa da parte di un uomo a far risorgere l'antica convinzione, rendentoti probabilmente depressa.
Ti servirebbe una psicoterapia, ma fatta da uno psicoterapeuta vero.

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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13 AGO 2016

Carissima Lara,
Il Suo racconto mi ha molto colpito e la ringrazio per la sincerità con cui ha condiviso i suoi pensieri. Perché è grazie alla sua sincerità che il suo autoinganno (l'amore platonico) e' crollato e il suo rammarico attuale e' estremamente sano: e' normale che dopo la consapevolezza di essere alla chiusura di una storia lei stia male. Non è di certo facile raccogliere i propri cocci ma è proprio dalle crisi che si crea il vero cambiamento.
Lei sta vivendo un momento importante di passaggio e di maturazione: da una fase di vita dov'era figlia a una fase dove si vuole essere Donna, condivida i suoi obbiettivi con uno psicoterapeuta che la supporti nella scoperta di chi vorrà essere, concluderà il suo percorso col massimo dei voti com'è da sua abitudine.
Un caro saluto
EP

Dott.ssa Elisa Pravato Psicologo a Vicenza

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11 AGO 2016

Cara Lara,
"forse dovrei cambiare la mia visione della realtà"... queste Sue parole mi hanno molto colpito... uno psicologo americano, George Kelly, diceva che ogni avvenimento, anche il piú banale, puó assumere un significato diverso purché siamo abbastanza creativi da vederlo con occhi diversi. Certo, spesso é piú facile a dirsi che a farsi, perché il nostro sguardo ci appartiene profondamente e ha un suo senso fatto anche della storia personale di ognuno di noi. Io La inviterei a riprovare la strada della psicoterapia per trovare altri modi di poter guardare a sé stessa e alla Sua vita e, chissà, forse anche per comprendere meglio le scelte che ha fatto fino ad oggi, magari anche con una punta di benevolenza in piú.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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