Non so cosa fare, universita'
Salve, sono un ragazzo di 27 anni. Cerco di spiegarvi la mia situazione
Sono sempre stato in ragazzo molto buono, diligente, ho sempre aiutato i miei, sia col lavoro che con mio fratello, molto più piccolo di me. Con i miei ho sempre avuto in rapporto conflittuale, non ho avuto la vita di un normale adolescente, ed ho visto nell università l'unica via di fuga dalla mia realtà, piccola e retrograda. Mi sono diplomato brillantemente a liceo, dopo molti sacrifici. Studiavo sodo, mi piaceva molto, non avendo una camera da letto dormivo in salotto, sul divano, per anni. Dopo il liceo, decido di trasferirmi a Roma, i miei hanno una buona situazione economica. I miei, dopo mille promesse , si disinteressano totalmente del mio avvenire, e sono costretto ad iscrivermi in in università che non è di mio gradimento. Ci trascorro pochi mesi, sostengo un esame, 30, e laxico tutto. Da persona puntigliosa vivo la faccenda come una sconfitta personale. L anno dopo, i miei mi costringono ad iscrivermi in un università sotto casa. Supero brillantemente i test, mollo tutto, mi sento psicologicamente distrutto. Da persona brillante ,mi sento un fallito. Passo giorni a letto, i miei mi fanno una proposta, lavoro con loro, per iscrivermi a Roma, dove volevo. Faccio quello che vogliono, mi trasferisco, supero brillantemente i test, mi iscrivo, mi faccio molte amicizie. Tuttavia, qualcosa dentro di me è mutato, mi sento vecchio, in ritardo, vorrei recuperare velocemente, finisco per non concludere nulla. Passo metà del primo anno giù, dopo una crisi depressiva che curo. Riparto per Roma, in questi anni sostego 17 esami, tutti 30, o quasi, non molti, ne mancano tre. Ma sono demotivato, passo i giorni a letto, penso spesso alla morte, mi sento inutile,senza futuro, un parassita, una spesa per i miei. Sto male,piango, sono arrabbiato, con me stesso, con i miei. Un mese fa sostengo un esame, so tutto, ma una parte di me non vuole interagire, la mia prima bocciatura. È come se volessi essere bocciato. Torno giù, di corsa. Sento che devo farmi aiutare. Non voglio mentire ai miei sugli esami. Ho vuoti di memoria, non riesco a ricordare ciò che leggo, lo studio mi disgusta. Trovo la forza di dirlo a mia madre, lei si oppone a un mio tentativo di lasciare l università. Vado da un medico... Mi tratta con sufficienza, mi prescrive dei farmaci, credo serotonina e delle vitamine, dice che ho una leggera depressione. E che devo tornare a breve da lui. Sono molto confuso...avrei voluto parlare di altro... Dei miei problemi, ma essendo Amico di mio padre, ha impostato la cosa in modo tale da rendere impossibile un dialogo più profondo. Vorrei smettere di studiare, per quanto la cosa sia folle, lo capisco, m sono psicologicamente distrutto. L idea di studiare mi mette i brividi. I miei non accetteranno mai un mio abbandono...non so cosa fare.