Non riesco a lasciarlo andare dopo un anno e mezzo che ci siamo lasciati

Inviata da Arianna · 15 gen 2020 Dipendenza affettiva

Scrivo qui perché avrei bisogno di altri pareri da esperti perché sto iniziando a chiedermi se veramente ho una dipendenza da questa persona.

Mi chiamo Arianna, ho 23 anni, io e il mio ex ragazzo siamo stati insieme poco più di un anno. In questo anno è successo di tutto, sono arrivata a un episodio di tradimento che mi ha fatto cadere in una brutta depressione con due tentati suicidi. Sono stata ricoverata in ospedale psichiatrico due volte e lui mi è stato accanto nonostante tutto.
Quando la situazione si è tranquillizzata, abbiamo deciso di prenderci i nostri spazi. Sicuramente è stata più mia la decisione di lasciarlo perché in quel momento non riuscivo proprio a stargli dietro, ma lo amavo.
Il nostro è stato un amore così genuino che faccio fatica anche a spiegarlo, di solito mi ritrovo a dire che lui era esattamente la mia metà della mela. La mia psicologa l’ha paragonato un po’ all’amore di Romeo e Giulietta, platonico e totale.
Dopo un paio di mesi da quella rottura abbiamo provato a tornare insieme ma in quel caso lui non è riuscito a reggere. Aveva bisogno dei suoi spazi e ci siamo lasciati di nuovo.
Da quel momento è passato un anno e mezzo.
Per forza di cose il nostro rapporto non poteva cessare di esistere perché frequentiamo lo stesso ambiente sportivo e capita di vederci, quindi spesso ci sentiamo anche per messaggio. Lui è sempre molto carino e disponibile, mi fa sempre mille complimenti e spesso porta la conversazione su un aspetto più “sessuale”.
Tanto che è successo già due volte, una a settembre e una poco tempo fa, di andare a letto insieme.
Il problema è che io penso di farcela a sopportare questa situazione ma mi ritrovo a pensarci in continuazione, a sperare che lui si renda conto che siamo fatti per stare insieme, e quindi aspetto e soffro.
So che dovrei chiudere il rapporto, ma in qualche modo preferisco avere quel poco di lui che può e vuole darmi, piuttosto che non sentirlo più. Penso di avere sicuramente una dipendenza affettiva da lui, mi ha salvato la vita letteralmente perché è stato lui una volta ad avvisare i miei genitori e ad accompagnarmi in ospedale, ma non capisco perché ora che ho risolto gran parte dei miei problemi non riesco ad andare avanti?
Ho provato ad avere altre storie in quest’anno e mezzo, ma niente che mi facesse provare dei sentimenti veri. Mi sento quasi apatica verso tutti gli uomini che non siano lui.
Continuo il mio percorso di psicoterapia, ma mi chiedo se devo prendere in considerazione altri percorsi per risolvere questa situazione.

Vi ringrazio se avete letto tutto fino a qui!

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Miglior risposta 16 GEN 2020

Gentile Arianna, rispondendo subito al Suo quesito, la psicoterapia è il percorso corretto per la risoluzione della problematica. Qual è il problema? Dalle Sue parole emerge una narrativa di un rapporto, e di una persona, perfetti: fatti per stare assieme, due metà di una stessa mela, lui carino, disponibile, perfetto, perfino salvatore. L'esperienza che racconta, tuttavia, dice altro: successo "di tutto" (da indagare), Lei lo ha tradito, lo ha lasciato. Tornati insieme, non è andata. Come poter tenere insieme questi due aspetti così diversi? La riconfigurazione narrativa dell'esperienza si sgancia dal contesto e dall'esperienza stessa, diviene disidentiaria e granitica: una storia che si racconta da sè, imperturbabile ai fatti, che non Le consente di andare avanti. Siete "Fatti per stare insieme". Una psicoterapia consentirà di rivedere la narrazione e La riposizionerà, nel mondo e nei confronti di sè e di questa persona. Risolverà la frattura tra esperienza e racconto e consentirà di riprogettarsi in modo autentico, nuovo, secondo possibilità d'azione che Lei adesso non può cogliere e nemmeno vedere perché è legata a doppio filo dalla narrativa della "persona giusta" (che, La deluderò, è una narrativa francamente foriera di problematiche ben più che di benefici). Continui con fiducia la terapia, è la strada migliore. C'è una sofferenza importante alle spalle (che L'ha portata addirittura a un TS) che deve darsi tempo di affrontare. In bocca al lupo, cordialità. DMP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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20 GEN 2020

Salve, sicuramente la psicoterapia la aiuterà. Vorrei solo farla riflettere sul fatto che credo che lei abbia idealizzato tale relazione convincendosi fosse quella perfetta per lei, quando invece si evince che non è così. Rilegga quello che ha scritto...veramente sentiva di stare bene in questa relazione? Resto a disposizione. Dott.ssa Masserdotti Giulia

Dott.ssa Giulia Masserdotti Psicologo a Civitavecchia

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20 GEN 2020

Gentile Arianna,
è spiacevole che lei a seguito di patemi d'amore abbia avuto un periodo di depressione tanto grave da tentare per ben due volte il suicidio ma dal momento che presumibilmente è contenta di vivere essendo grata al suo ex per averle salvato la vita, dovrebbe anche comprendere meglio, adesso, che non vi è nessuna ragione al mondo per la quale valga la pena di togliersi la vita essendo il suicidio, a mio parere, un atto crudele e contemporaneamente stupido in quanto basato sulla falsa certezza della immutabilità di una situazione dolorosa come del resto lei stessa sembra in parte aver sperimentato.
Allora, a questo punto non deve fare altro che portare avanti il suo percorso di psicoterapia per acquisire un adeguato livello di autostima che è incompatibile con la dipendenza affettiva cieca e afinalistica che giova soltanto al suo ex il quale ne approfitta in maniera abbastanza ignobile.
In una relazione sana, la condizione da cui non si può prescindere è la reciprocità per cui quando essa non c'è viene a mancare il presupposto principale per poter andare avanti.
Quindi le consiglio di proseguire nel suo percorso di psicoterapia e convincersi che è preferibile voltare pagina.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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15 GEN 2020

Cara Arianna,
Descrivi una relazione in cui probabilmente tu cerchi di soddisfare bisogni di una certa profondità, forse non del tutto consapevoli. È per questo che può accadere di incastrarci con una persona sebbene il rapporto non sia costruttivo.
Scrivi che sei già in un percorso di psicoterapia quindi ti consiglio, se hai difficoltà a vederne progressi e risultati, di parlarne proprio con il tuo terapeuta. Esponi le tue perplessità e i tuoi dubbi. Chissà che parlarne non ti sia d'aiuto per comprendere dove si trova il blocco con cui ti impedisci di chiudere un rapporto che non nutre più nessuno dei due in modo sano.

Physis Psicologo a Latina

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