Non provo piacere nel mangiare.

Inviata da isola · 15 mag 2018

Credo di avere problemi col cibo.
Ho venticinque anni ma vivo autonomamente da lungo tempo. Mi è sempre piaciuto cucinare: uscire, fare la spesa, trascorrere tempo dedicandomi a lunghe preparazioni in attesa dell'arrivo degli amici, con cui condividere il pasto.
Convivo da qualche mese e non c'è stata giornata in cui io non abbia richiamato alla mente questa o quella ricetta in particolare, perché il mio lui assaggiasse. Senza ossessioni, soltanto il piacere di dedicarmi ad una persona attraverso un canale di comunicazione semplice, il piacere della buona tavola.

Ultimamente lui si mette a dieta, io lascio il lavoro. Il risultato è che sono sempre sola in casa, fino all'ora di cena.
Il mio compito nella coppia, adesso, è cuocere riso in bianco, senza sale, senza condimento, la sera per il pasto dell'indomani, che lui prende frettolosamente e porta via. Cuocio petti di pollo (che io non mangio, sono vegetariana) la mattina, perché non siano troppo stopposi quando lui li porta via, e la sera. Scongelo gli spinaci, da preparare rigorosamente senz'olio né burro. Piatti in cui non riesco a mettere il cuore.
Ed ogni giorno, adesso, facendo la spesa solamente per me, mi ritrovo a vagare a lungo per i corridoi del supermercato, fermandomi davanti a tutti i cibi che mi sembrava mi "dessero qualcosa" - le verdure, i legumi. Guardo tutto con nausea, non riesco a comprare nulla. A pranzo, quando sono sola, preparo pasta che faccio scuocere o incollare, troppa o troppo poca. Senza attenzione né piacere. Aggiungo un filo d'olio e mangio senza sentire nessuna emozione. Ogni tanto provo senza convinzione a prepararmi cibi che ero certa che mi piacessero, ma ho sempre l'impressione di mettere in bocca cartone. E allora mi chiedo: questa roba mi è mai piaciuta? Ho mai provato qualcosa, mettendola in bocca? Probabilmente no. Non riesco a recuperare ricordi piacevoli, di reale appagamento.
Ho provato a parlarne col mio lui, mi prende in giro e minimizza, dice che sono troppi anni che non metto in bocca una bistecca.
A me sembra una tortura ogni volta che porto un cucchiaio alla bocca. Che succede?

Risposta inviata

A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo

C’è stato un errore

Per favore, provaci di nuovo più tardi.

Prenota subito un appuntamento online a 44€

Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.

Miglior risposta 15 MAG 2018

Gentile Isola,
Dal tuo racconto si percepisce l'importanza della preparazione del pasto come atto d'amore, che più che semplice, come lo definisci tu, è di grande impegno. Riporta alla mente le classiche massaie di un tempo, mamme e mogli che passavano ore a cucinare per soddisfare le esigenze nutrizionali della propria famiglia e magari finivano a consumare il pasto in piedi tra una faccenda e l'altra. Il cibo rappresenta una importante componente della vita umana: è nutrimento, è passione, è convivialità, è etica... Tu da vegetariana, ad esempio, compi una scelta etica nei confronti del cibo, ma che rappresenta anche una manifestazione di ciò che sono gusto e disgusto. Il gusto per il cibo è qualcosa che si allena e si coltiva, oltre ad un piacere elettivo per alcuni alimenti che si è sviluppato nello sviluppo stesso dell'uomo (alcuni studi hanno dimostrato che di fronte a cibi particolarmente calorici si attivano dei recettori che ce lo fanno desiderare, poiché atavicamente più il cibo è sostanzioso, più ci permette di accumulare nutrienti e sopravvivere poi alle carestie o carenze di cibo dei periodi successivi). In genere associamo il gusto di ciò che mangiamo anche agli eventi della nostra vita, spesso all'infanzia. Un certo piatto ci ricorda degli eventi importanti, pieni di amore, carichi di 'Familiarità', così come accade a volte per il disgusto, legato ad esperienze non piacevoli che può passare poi con l'età adulta oppure no. Il tuo racconto è uno spaccato limitato della tua vita quindi mi limito ad ipotizzare questo: la dieta del tuo compagno ha innesca un periodo in cui cucinare per te non rappresenta più un gesto di amore, ma qualcosa di meccanico, anche insulso se vogliamo e cucinare solo per te stessa non ti da grandi soddisfazioni. Allora voglio provare a darti un suggerimento pratico per vedere nell' immediato se qualcosa cambia: visto che cucinare per te stessa non ti da le grandi soddisfazioni che desideri, potrebbe essere utile pensare di organizzare delle occasioni con amici e familiari in cui pranzare insieme a casa tua o di altri, anche preparando insieme il pasto? Un secondo suggerimento che voglio darti è meno immediato e più sostanziale: saresti disposta ad affrontare questo tema con un professionista (psicologo) in modo da provare a comprendere meglio il tuo legame con il cibo e il significato del legame tra preparazione del cibo e rapporto affettivo-emotivo con gli altri?

Grazie per aver condiviso sul portale le tue perplessità e mi auguro che questa risposta possa darti degli spunti utili.

Un saluto
Dott.ssa Veronica Pinto

Anonimo-171838 Psicologo a Boscotrecase

28 Risposte

78 voti positivi

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018

Cara Isola, il rapporto che ha con il cibo in questo ultimo periodo sembra essere "sintomo" di un qualcosa che va oltre il cibo stesso...un tempo sembra che per il cibo fosse sinonimo di "predersi cura" degli altri e di se stessa, mentre oggi sembra essere peso, tortura, obbligo.....mi chiedo se sia successo qualcosa di particolare nella sua vita, qualcosa che possa averle fatto perdere energia e voglia di fare. Parla del fatto che ha lasciato il lavoro e che passa tutto il giorno sola a casa in attesa che arrivi il suo compagno alla sera, dal quale forse non si sente adeguatamente valorizzata e compresa. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad ascoltarsi e comprendersi, in modo da recuperare piano piano le risorse giuste per dire si alla vita e di conseguenza al cibo. Auguri, dott.ssa Daniela Cannistrà.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

580 Risposte

350 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018

Cara Isola, il rapporto che ha con il cibo in questo ultimo periodo sembra essere "sintomo" di un qualcosa che va oltre il cibo stesso...un tempo sembrava che per lei il cibo fosse sinonimo di "prendersi cura" degli altri e di se stessa, mentre oggi sembra essere peso, tortura, obbligo.....mi chiedo se sia successo qualcosa di particolare nella sua vita, qualcosa che possa averle fatto perdere energia e voglia di fare. Parla del fatto che ha lasciato il lavoro e che passa tutto il giorno sola a casa in attesa che arrivi il suo compagno alla sera, dal quale forse non si sente adeguatamente valorizzata e compresa. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad ascoltarsi e comprendersi, in modo da recuperare pian piano le risorse giuste per dire si alla vita e di conseguenza al cibo. Auguri, dott.ssa Daniela Cannistrà.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

580 Risposte

350 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018

Cara Isola, il suo attuale rapporto con il cibo potrebbe essere "sintomo" di un qualcosa che va ben oltre il cibo stesso....da come si racconta sembra che un tempo il cibo fosse sinonimo di "prendersi cura" degli altri e di se stessa, mentre oggi sembra diventato obbligo, peso, tortura....racconta di aver lasciato il lavoro e di trascorrere tutto il giorno da sola in attesa dell'arrivo del suo compagno alla sera, dal quale forse non si sente adeguatamente valorizzata e compresa. Credo che ci possano essere elementi di stress legati ai cambiamenti dell'ultimo periodo, che potrebbero essere affrontati con un percorso psicologico. In questo modo potrà pian piano imparare ad ascoltarsi e comprendersi, in modo da ritrovare risorse adeguate per dire si alla vita e di conseguenza al cibo. Auguri, dott.ssa Daniela Cannistrà.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

580 Risposte

350 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018

Cara Isola, forse il suo approccio al cibo è "sintomo" di un qualcosa che va oltre il cibo stesso....racconta di aver lasciato il lavoro e di stare sola in casa fino a sera, aspettando il ritorno del suo compagno, dal quale non si sente forse apprezzata e valorizzata. Da come racconta, sembra che in passato il cibo fosse per lei sinonimo di "prendersi cura" degli altri e di se stessa, cosa che invece oggi sembra diventata una tortura, un obbligo, un peso....ci sarebbero aspetti diversi e profondi da valutare, e la invito a considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicologo per fare un lavoro su se stessa. In questo modo potrà ascoltarsi e pian piano capire cosa sta succedendo davvero, recuperando risorse ed energie giuste per dire si alla vita e al cibo. Auguri, dott.ssa Daniela Cannistrà.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

580 Risposte

350 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018


Gentile utente,
a mio avviso, l'aver perso l'entusiasmo per la preparazione del cibo ed il gusto nel consumarlo che ha coinciso con l'inizio della dieta da parte del suo compagno, può essere espressione di un periodo di depressione del tono dell'umore le cui cause possono essere meglio indagate in un percorso di psicoterapia che la invito ad intraprendere.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

8823 Risposte

24153 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

15 MAG 2018

Gentile Isola,
Ha ragione. Il cibo é un canale di comunicazione vivo e carico di emozioni, sentimenti, affetti, é un canale creativo che consente di esprimere e di donare, di condividere e di nutrire, di curare e di sedurre, di confermare ruoli, forme della relazione, dinamiche e atmosfere.
La vostra coppia sta attraversando un periodo di trasformazione: lei ha lasciato il lavoro ed ha molto tempo libero ( forse troppo) e lui si é messo a dieta venendo meno alla sua aspettativa di potersi gratificare nel cucinare per lui.

Come mai siete arrivati a questa trasformazione? Cosa vi state comunicando attraverso il canale del pasto e del cibo? Cosa vi state chiedendo e cosa vi state negando?

E lei, mia cara, sta esprimendo uno stato depressivo, sta vivendo una perdita.. racconta di una vita senza più colore e gusto e capacità trasformativa, una vita piatta senza idee ed energia vitale.... lei é in stallo... sta soffrendo molto... e si sente sola, perduta... ha perso il suo obiettivo finale, il suo ruolo...

Forse potrebbe valutare di lavorare con il cibo, di trovare una sua fonte di espressione creativa e remunerativa..

Le consiglierei una terapia personale ad indirizzo analitico o un percorso di coppia.
Un caro saluto
Dott.ssa Nicolini Fabiana

Dott.ssa Fabiana Nicolini Psicologo a Bologna

124 Risposte

70 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

Spiega il tuo caso ai nostri psicologi

Invia la tua richiesta in forma anonima e riceverai orientamento psicologico in 48h.

50 È necessario scrivere 22200 caratteri in più

La tua domanda e le relative risposte verranno pubblicate sul portale. Questo servizio è gratuito e non sostituisce una seduta psicologica.

Manderemo la tua domanda ai nostri esperti nel tema che si offriranno di occuparsi del tuo caso.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Introduci un nickname per mantenere l'anonimato

La tua domanda è in fase di revisione

Ti avvisaremo per e-mail non appena verrà pubblicata

Se hai bisogno di cure psicologiche immediate, puoi prenotare una terapia nelle prossime 72 ore e al prezzo ridotto di 44€.

Questa domanda esiste già

Per favore, cerca tra le domande esistenti per conoscere la risposta

psicologi 26750

psicologi

domande 22200

domande

Risposte 142350

Risposte