Non piaccio fisicamente al mio compagno

Inviata da Sarah · 29 apr 2019 Terapia di coppia

Salve,

Mi chiamo Sarah e ho 25 anni. Sono in una relazione da un anno e mezzo con un ragazzo che di professione è militare ed è spesso via. Abbiamo passato riverse peripizie l'anno scorso quando ha dovuto assentarsi saltuariamente per sei mesi. Soffrivo di attacchi di panico (ero seguita) e prendevo psicofarmaci per questo motivo. È stata una sofferenza per entrambi. Ed è stato anche motivo di cambiamento fisico. Ero molto magra e sportiva e mi sono trovata con 20kg di più addosso in meno di due anni e un'infiammazione alla tiroide che sicuramente non mi aiuta. Nonostante ciò ho smesso i farmaci, sono dimagrita 10kg, sono tornata a lavorare dopo i famosi 6 mesi di inferno e mi sono rimessa in piedi. Lui è un ragazzo molto frustrato, è diventato apatico e insodisfatto della vita per via soprattutto del suo lavoro che non si è rivelato essere ciò che lui sognava. Condiamo il tutto con il fatto che non ha superato un concorso per cui si era davvero molto impegnato. È costantemente arrabbiato, deluso, ha un odio dentro che viene percepito da chiunque si avvicini. Ed è molto tagliente e "cattivo" quando "si sente attaccato", cioè più o meno ogni qual volta gli si rivolga una domanda personale. Ora mi rinfaccia di essere incostante e inconcludente (non termino ciò che inizio, come l'università e la patente. Ho avuto una lunga storia di depressione, dove sono stata seguita per più di 15 anni e sono stata anche diverse volte in un centro specializzato. A 23 anni ho capito che stavo facendo quel corso di studi per i miei genitori e non per me e mi causava molta sofferenza, ho mollato a qualche esame dalla laurea. Proprio perché ho imparato a dire di no e conoscere i miei limiti. Con la patente per il fatto dei farmaci non me la sentivo). Mi dice quindi di essere poco autonoma (gli pesa un sacco dovermi dare un passaggio in macchina alla mattina nonostante facciamo la stessa strada, sia un modo per risparmiare, per stare assieme e soprattutto perché per lui mi sono trasferita in un posto molto scomodo per quanto riguarda i mezzi pubblici (ma almeno lui era vicino alla caserma). Ora mi ripete anche che non gli piaccio fisicamente. Io capisco nel momento più buio, dove stavo male, dove mi trascuravo perché non avevo nemmeno più la testa per pensare, sicuramente non è attraente. Ora mi sto rimettendo in forma, ho tirato fuori la grinta, sono sempre in giro mentre lui è la persona più pigra e apatica del mondo (non sta bene, lo capsico, ma dorme di continuo). Ora vuole ritentare un concorso, eventualmente trasferirsi in Toscana dove è nato (ora siamo in Trentino) e io gli darei anche questa di possibilità! Magari stando meglio si tira fuori... Mi sembra però un amore molto egoico, non riesco a comprendere ciò che lui prova davvero. Parla di amore profondo e viscerale, che sa quanto io lo amo , che mi reputa una ragazza intelligente e buona... Ne parliamo così spesso che ormai sono più i momenti spiacevoli che quelli piacevoli. Per sopperire alla sua mancanza di stimoli, quando era assente l'anno scorso si era messo in comunicazione con delle prostitute, proprio per l'adrenalina che derivava dal compiere un illecito. Nei miei confronti però! L'ho scoperto per caso a Natale, perché queste cose purtroppo si sentono. E lui si era sempre trovato delle ottime scuse, se fosse stato per lui non me l'avrebbe mai detto. Ora si sente mortificato. Ma la mia fiducia ne risente. E anche il non sentirmi apprezzata. Mi sembra spesso di dover difendere il mio valore come persona.

Cosa dovrei fare?

P.S: lui si rifiuta di chiedere aiuto professionale

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Miglior risposta 30 APR 2019

Gentile Sarah,
Mi sembra una relazione piuttosto complessa ed impegnativa, si concentri un po' su se stessa. Cerchi di sganciarsi dalla dipendenza in termini di maggior autonomia, si attivi attraverso un lavoretto, esca con amiche. Purtroppo il partner non cambierà, lei merita rispetto! Investa su se stessa, in seguito prenderà le eventuali opportune decisioni.
Resto a disposizione
Dr.ssa Donatella Costa

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30 APR 2019

Cara Sarah, per quanto riguarda gli psicofarmaci: la gestione del farmaco (prenderli e smetterli) è stata monitorata ed è da uno psichiatra? i farmaci possono essere nocivi ed avere effetti collaterali se gestiti male; in alcuni casi invece possono essere di aiuto con attento monitoraggio. La storia di cui parla mi sembra una storia che in questo momento della sua vita la stia rendendo infelice ma, sopratutto, mi sembra che ci sia anche qualche dinamica di dipendenza. Ha un lavoro? sta portando avanti cose per sè? ora che ha smesso i farmaci la sta prendendo la patente? le sta bene andare in Toscana? per essere felici prima di tutto è necessario essere indipendenti e autonomi altrimenti la nostra felicità e la nostra infelicità sarà sempre dipendente da un'altra persona. Un saluto. Luisa

Dott.ssa Luisa Fossati Psicologo a Firenze

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29 APR 2019

Gentile Sarah,
lei dice di essere in Trentino per seguire questo militare ma, dal momento che non ha completato gli studi, attualmente ha un lavoro?
Ha fatto bene a non assumere più psicofarmaci che causano molti effetti collaterali nocivi e mi fa piacere che ora si sta rimettendo in forma prendendosi più cura di sè.
Pertanto fa anche bene se continua a difendere il suo valore come persona ma per fare questo deve effettivamente diventare autonoma sia economicamente che psicologicamente.
Solo in tal caso potrà sentirsi libera di scegliere se mantenere questa relazione o chiuderla qualora senta di non essere sufficientemente rispettata, apprezzata e gratificata.
Comunque,se ne dovesse sentire l'esigenza può avvalersi di un supporto psicologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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