Non mi piace stare stare con gli altri, è normale?
Inviata da Jennifer · 26 giu 2018
Mi chiamo Jennifer, ho 19 anni. Fin da quando era piccola ho sempre preferito stare da sola, anche se a volte ho cercato di far parte di qualche gruppo, ma spesso mi sentivo come una ruota di scorta, mi sembrava che li altri stessero con me solo perché dovevano o perché non avevano altri con cui stare. Relazionarmi con gli altri mi stanca molto,infatti, quando sono a scuola o al lavoro e sono costretta a socializzare con gli altri mi sembra di sprecare energia inutilmente,e ,come se non bastasse,quando torno a casa mi sento stanchissima e nervosa. Non ho molti amici,e quei pochi che ho non li vedo mai, spesso invento scuse per non andare in giro con loro, non li chiamo e non li scrivo. Se lo fanno loro mi sento come costretta a fare qualcosa che non voglio, non mi va di farlo e cerco di fare in modo che la conversazione finisca il prima possibile. La mia solitudine non mi disturba, anche se a volte invidio le persone che riescono a farsi amici tutti. Anche la relazione con i miei è inesistente, parlo poco con loro e quando lo faccio è perché devo;mi sembrano degli estranei, credo che riuscirei a vivere anche senza di loro, non credo che la loro assenza possa causarmi qualche dolore. Non sono una persona fredda, provo sentimenti, e a volte ad esempio vorrei avere un fidanzato, ma quando penso che per averne uno dovrei uscire e socializzare mi passa subito il desiderio. Vorrei essere come gli altri, evitando però di socializzare.
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27 GIU 2018
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Gentile Jennifer,
certamente la situazione che hai descritto e che vivi è egodistonica cioè per te rappresenta un disagio per quanto cerchi di negarlo o minimizzarlo dicendo che "non ti piace stare con gli altri".
In realtà, più che non piacerti tu hai difficoltà a stare con gli altri e questo può configurare il "disturbo evitante di personalità".
La tua affermazione, poi, di voler essere come gli altri senza però socializzare è alquanto contraddittoria perchè gli altri sono diversi da te proprio in quanto hanno anche una vita sociale.
Avendo adesso più chiaro che stiamo parlando di un disturbo di personalità, ti suggerisco un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
28 GIU 2018
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Jennifer,
da quanto scrivi, sembra che tu sperimenti una sorta di dissonanza cognitiva legata al contrasto tra il piacere di stare da sola e l’invidia per gli altri cui attribuisci una buona capacità di socializzare. Vivi sicuramente una situazione paradossale che per certi versi costituisce il blocco che cristallizza la situazione. Sarebbe importante valutare con un professionista se il tuo caso rientra nel “disturbo evitante di personalità” contraddistinto dalla tendenza a esagerare la reale entità delle difficoltà, dalla mancanza pressoché totale d’intimità e confidenza con individui al di fuori della parentela stretta, dal rifiuto delle attività che implicano un contatto interpersonale significativo, da eccessiva sensibilità a critiche e disapprovazioni e da manifestazioni ansiose di fronte ad altre persone.
La tua situazione, del resto, potrebbe configurarsi anche come “stile evitante” che presenta nello specifico il fatto di sentirsi a proprio agio con l'abitudine, la ripetizione e la routine, di preferire il conosciuto allo sconosciuto, di preoccuparsi circa quello che gli altri pensano, di esprimere tendenzialmente un atteggiamento impacciato e apprensivo, di adottare con successo comportamenti contro fobici.
Il suggerimento che posso darti è di individuare una/un professionista che possa accompagnarti verso una soddisfacente socializzazione, facendosi carico della tua situazione e aiutandoti nella risoluzione delle tue difficoltà.
27 GIU 2018
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Jennifer,
vista la situazione che descrive, intuisco la presenza del tipico "paradosso nevrotico": di cui probabilmente tutti disponiamo in grandi quantità. Il paradosso nevrotico consiste nel desiderare di raggiungere un, certo obiettivo, essere consapevoli di averne la possibilità, ma non essere disposti a farlo per via di alcuni prezzi da pagare. Nel suo caso il prezzo è lo stress dovuto all'intrattenere le relazioni sociali o familiari. Fin qua tutto bene, i problemi arrivano quando noi iniziamo a desiderare fortemente il raggiungimento dell'obiettivo ma ci troviamo immobilizzati. Le strategie per uscine esistono e vengono applicate quotidianamente da psicologi psicoterapeuti di tutto il mondo. Se vuole avere la rete sociale che desidera ma evita di cercarla per lo stress, se vuole avere un fidanzato ma non è disposta a mettersi in gioco come attore sociale, si rivolga ad un professionista della sua zona, o ad un servizio della sua azienda sanitaria, per affrontare questo problema.
Sperando che lei riesca a realizzare i suoi obiettivi di serenità e socialità,
cordiali saluti,