Non ce la faccio davvero più
Ciao, sono una ragazza di 14 anni e sono stanca di vivere. Quando dico di essere stanca di vivere sono seria. Mi "piace" molto di più dire che sono stanca di vivere piuttosto che dire di voler morire. La voglia di morire è una conseguenza, nient'altro. Io voglio morire poiché sono stanca di vivere.
Ma poi, su, ammettiamolo, io non so neanche cosa voglia dire vivere. In 14 anni non ho ancora scoperto cosa significhi. Mi sento come se voi, un bel giorno, abbiate deciso di avere una bambina, l'abbiate messa al mondo e fine. Come se fossi una bomboniera messa lì nella vetrina. Mi sento come se la mia vita non fosse davvero mia. Come quando giocavo con Elena con le barbie e decidevamo di aggiungere anche il papà alla storia; lui c'era, sì, fisicamente c'era ma era come se non ci fosse perché nessuno lo animava. Mi sento inanimata, ecco.
Io questa vita non la sto vivendo, ci sto sopravvivendo. Non ha senso continuare con questo senso di vuoto, con questa infelicità. Il suicidio non è negativo. Perché continuare ad essere infelici? Perché fare terapie per cercare di cambiare le cose, non facendole fare il loro corso? Paradiso? Inferno? E, la storia che chi si toglie la vita è destinato all'inferno è una gran cavolata! "La vita è un dono di Dio" continuano a ripetermi. La vita non è né un dono, nè di Dio. La vita è mia e io decido per me, la vita o la morte.
E il senso di insufficienza? Niente di peggiore. Niente di peggiore fino a quando non si giunge alla consapevolezza di essere niente. Alla consapevolezza che, ammesso che io viva, tra 10, 20 o 30 anni non sarò niente, non sarò fiera della mia vita e non sarò fiera di me. Il punto è che, nella vita, vorrei davvero trovare una persona che mi faccia sentire libera, fiera, viva. Una persona che non debba per forza amarmi. Voglio una persona che mi faccia credere che qualcosa di bello esiste anche per me, che la vita non è poi così brutta e che il mare in tempesta lo amano anche i marinai. Voglio una persona che per un giorno, un'ora o due secondi mi faccia pensare al fatto che se sono qui è perché un motivo per vivere ce l'ho anch'io.
E' chiedere troppo? Mi accontento di poco. Mi basterebbe anche una persona triste quanto me a tal punto da farmi sentire capita. Perché, penso, alla vita si sopravvive solo quando si ha qualcuno che ci ama e ci capisce. Amore e comprensione come colonne portanti della vita. Magari le mie sono crollate per un disastro e magari qualcuno, un giorno, verrà a ripararle.
Io voglio qualcuno che mi faccia credere che la vita è veramente bella, non per forza con lui/lei, non per forza con voi. Io voglio essere libera, non voglio stare chiusa in casa 12 ore al giorno, a non fare niente, a vedere che gli altri escono e si divertono, a vedere quello che potrei fare io. Ma che non posso. Volete sapere perchè “perdo” tempo, forse troppo o forse troppo poco, a stare sul letto, con le cuffie e con un iPad in mano? Lo volete sapere? Perchè il letto è l’unico posto in cui mi sento protetta, le cuffie mi fanno stare in un mondo tutto mio, l’iPad è un mondo bello, è l’unico sfogo in questo mondo di merda, dove devi lavorare sempre di più (ed è “giusto”) per fare sempre qualcosa in più degli altri, e anche se tu stai già dando il massimo, non è abbastanza; non è abbastanza per questo mondo del cazzo. Ecco, è così che mi sento, non sono abbastanza. Una famiglia dovrebbe essere un posto felice, un posto sicuro, un posto in cui ti senti a casa, LA casa; per me non è così. C’è sempre qualcosa che io devo fare in più, per essere più brava, per essere così e per essere colà. Io soffro di attacchi di panico e voi, voi che siete la mia famiglia, non ve ne siete mai accorti. VOI. I miei genitori. I miei genitori non mi conoscono affatto. Mi conosce di più una mia compagna (dico compagna perchè non posso dire amica) di voi. Non dovrebbe essere così. Quando mi chiedete come sto, ci pensate mai che qualcosa potrebbe non andare bene come dico? Ci pensate mai che quando fisso il vuoto e voi mi chiedete cos’ho io vi rispondo sempre “niente”, “ho solo un po’ di mal di testa, è tutto ok” Tutto ok? Di ok non c’è proprio niente. Di ok c’è solo il fatto che non voglio farvi preoccupare, c’è sono il fatto che non mi piace vedervi giù e quindi faccio di tutto per non vedervi a tristi per me.
Io ho 13 anni ho paura di rimanere sola.
Io ho 13 anni e soffro di attacchi di panico.
Io ho 13 anni e ho paura di mostrare chi sono veramente.
Io ho 13 anni ho paura di non riuscire ad integrarmi.
Io ho 13 anni e sono stanca di vivere. Ho 13 anni. Ho voglia di sbagliare, ridere, piangere, sporcarmi e leccarmi le ferite.
Ho 13 anni e penso di sapere tutto.
Ho 13 anni e sono testarda. Ho 13 anni e sono un’infinita contraddizione. Ho 13 anni mi dovete lasciar stare, fatemi amare chi voglio, fatemi crescere. Voglio poter sperimentare
Voglio prendermi il mondo. Voglio cambiare il mondo. Voglio rimediare ai vostri errori. Voglio abbattere i muri. Voglio nuove rivoluzioni. Voglio i colori. Ho 13 anni e non starò zitta e anche se mi avete insegnato a odiare, io non odierò. Ho 13 anni e ho una paura fottuta. Ho 13 anni e ho paura di niente e di tutto.
Questo è in momento di sbagliare, non è tra 20 anni, quando avrò dei figli, un marito, una casa, un lavoro, una famiglia da portare avanti. Il mio momento (bello e brutto) è adesso. Ci siete mai chiesti chi sia il mio idolo? Ve lo dico subito. Il mio idolo sono i Måneskin, in particolare Vic; voi direte “vabbè, è solo un momento, troverai altre persone sicuramente “migliori” di questa Vic” e io vi risponderò“no.” Perchè il mio idolo è Vic? Perchè vorrei essere come lei; lei soffre di attacchi di panico ed è riuscita ad andare avanti. È riuscita ad andare avanti grazie a Damiano, Ethan e Thomas, che l’hanno supportata, l’hanno capita, l’hanno ascoltata, l’hanno aiutata. Voi cosa fate di tutto questo? Loro sono una famiglia, magari non hanno legami di sangue ma sanno cosa vuol dire “accompagnare” una persona in difficoltà. Voi direte “vabbè, non lo sapevamo che soffrivi di attacchi di panico, tu non ci dici mai niente, noi non ce lo possiamo immaginare”, “ Lo dici solo perchè vuoi delle attenzioni in più”, “Non è niente, non sai neanche cosa voglia dire avere un attacco di panico”. E invece vi sbagliate, e vi sbagliate di grosso qui. Voi di me non sapete niente. Vi siete mai chiesti perchè “Coraline” sia la mia canzone preferita? Ovviamente no. Ve lo dico io? Ovviamente si. Io sono Coraline, io voglio sparire, non voglio mangiare, sento un mostro che mi tiene in gabbia, che mi ricopre la strada di mine, piango, ho l’ansia, voglio il mare, ma ho paura dell’acqua, ma non sapete che il mare è dentro di me. Sono solo una ragazzina, ma sento un peso e prima o poi mi spezzerò. Penso che sia arrivato il momento, penso di essermi spezzata. La gente dirà “non vale niente, non riesce neanche a uscirà da una misera porta”. Ma un giorno, una volta ci riuscirò. O almeno lo spero. Ma non lo spero per me; lo spero per Elena, per Luca, per i nonni e per tutte quelle persone che mi vogliono veramente bene. Quella dei Måneskin non è una fase, come la chiamate voi… Non ve ne siete mai accorti, ma io i Måneskin li amavo anche prima di Sanremo e dell’Eurovision. Voi dovreste conosce i meglio di me, dovreste sapere quello che farò prima che io lo faccia, dovreste sapere il lavoro che voglio fare, dovreste sapere il perchè della scelta del lavoro che voglio fare.