Monotonia
Ho seguito per 7 anni terapie cognitivo comportamentale coadiuvate a colloqui privati e psicofarmaci (ora di mantenimento) con annessi 2 ricoveri in clinica.
Nel 2018 sono stata dimessa dal CSM con tanto di complimenti da parte del team che mi ha sempre seguita e supportata/sopportata dalla nascita esplosiva dei "sintomi depressivi" post partum.
I sintomi erano presenti anche prima del parto ma più subdoli: anoressia, bulimia, abuso di alcol e promiscuità.
I primi anni dalla comparsa dei sintomi, mi diagnosticarono i DCA.
A 18 tentai il suicidio con overdose da farmaci e droghe (anafranil, alcol e droghe) .
Mi fu successivamente diagnosticato il bipolarismo (diazepam, paroxetina ed Litio per stabilizzare l'umore).
Cominciai con l'autolesionismo ed i sintomi bulimici esplosero con violenza (cominciai a perdere i denti).
Dopo il primo ricovero coatto (mia figlia aveva 3 mesi), mi diagnosticarono la personalità borderline ed incominciai un percorso di disintossicazione da minias e cannabis....
Premetto che non ho mai avuto sintomi di astinenza nonostante gli psichiatri della clinica aspettavano la mia esplosione di delirio da down.
Dopo la terapia di gruppo per soggetti con personalità borderline, riuscii a finire gli studi e trovare un ottimo posto di lavoro (che ho tuttora).
Ho una figlia di quasi 9 anni ed un marito da 11.
Sono normopeso e pratico sport da quando ero piccola.
Dai test del q.i fatti dalla psicoterapeuta, ho un risultato alto (123).
La mia tesi fu su Freud.
La domanda che mi angoscia è: sono borderline davvero?
Perché passare da bipolare a borderline sia stato così preso alla leggera?
Perché adesso conduco una vita che prima (anche ora ma solo come idea)pensavo fosse aberrante?
La psicoterapeuta mi ha sempre detto che dovevo gestire la "noia" e la "noiosa monotonia "...per essere normalmente e comunemente come "tutti".
Mi alzo, lavoro, cena, doccia e nanna. Ok ho una famiglia, ho amici e gioisco ogni venerdì sera....insomma, una vita come tutti.
Odio la monotonia ed il pensiero di poter essere "libera" solo SE andrò in pensione, mi angoscia.
È questa la famosa "normalità " tanto preclusa nel mio Ego?
Questo pensiero mi attanaglia la mente perché IO NON SONO COME TUTTI. Io sono S. e voglio essere libera.... purtroppo la società (etica morale e co.) Ci impone un metodo comportamentale da seguire per non essere etichettato "strambo".
A volte vorrei non svegliarmi più per non vivere in un deja vu'. Un loop che si ripete ogni giorno.
So che è sbagliato pensarlo e so che dovrei essere grata per tutto ciò che ho.
Ma ho un temperamento così diverso ed estroso che (come un meccanismo di difesa), lo rinnego. Solo così facendo, non risultero' una psicotica cronica.
Grazie.