mobbing stress da lavoro depressione
Salve, sono una donna di 47 anni, lavoro presso la stessa ditta da 22 anni. Ho un bel lavoro che mi piace e l'ho sempre fatto con dedizione avendo cura del cliente e di ciò che gli offro, come mi è stato insegnato dal primo giorno. L'ambiente lavorativo invece è sempre stato pesante. Colleghi che badano più alle chiacchiere, formano gruppetti e mostrano belle maschere, per poi rivelarsi vuoti e interessati solo al proprio benessere. La direzione della ditta invece ogni 2-3 anni cambiava, essendo una multinazionale nelle aree di servizio in autostrada. Si sa che comunque queste situazioni sono usuali in molti ambienti e negli anni mi sono creata una corazza. Nel 2008 mi sono ammalata seriamente, leucemia. Ho passato 7 mesi in isolamento in ospedale, il trapianto e poi la convalescenza a casa. Ero già data per spacciata, ma io ce l'ho messa tutta. L'ho fatto per la mia famiglia e per le mie bimbe. Avevo l'appoggio di tutta la mia famiglia e delle amicizie che si sono riavvicinati a me. E' questo calore che mi ha fatto guarire. Anche sul lavoro alcuni colleghi si sono dimostrati umani , ma è difficile capire se lo hanno fatto solo perchè è doveroso farlo oppure era davvero sentito. La dimostrazione è stata al rientro, dopo 1 anno e mezzo. la solita Indifferenza . Invalidità e legge 104: il rientro dalla malattia non è stato soft. avevo i permessi di riposo extra e mi facevano fare straordinari esagerati. L'anno del rientro ho accumulato 280 ore di straordinari in 6 mesi. Io stavo bene, volevo ritornare a lavorare, l'ho desiderato tanto durante la malattia. non volevo tornare per pesare sugli altri. io volevo esserci al 100% Le cose sono cominciate a peggiorare da quando mi sono separata da mio marito. le mie faccende personali sono filtrate tra le colleghe che hanno cominciato a isolarmi e senza sapere le mie motivazioni e i fatti realmente accaduti.( mio marito ami tradiva con la mia migliore amica). Il mio isolamento si è fatto ancora più fitto. Il giorno della rottura con mio marito ero al massimo della crisi e quasi in lacrime ho chiamato la direttrice che avevo quel tempo e siccome avrei dovuto lavorare qualche ora dopo, ho chiesto se in via eccezionale avrei potuto stare a casa. Avevo paura per le mie figlie, in qualche gesto sconsiderato e anche per me stessa. La direttrice mi minacciòche se non fossi andata al lavoro mi avrebbe messo un'assenza ingiustificata e mi avrebbe scritto una contestazione formale. Era proprio accanita su di me e mi minacciava continuamente di licenziamento. Dovevo essere sorridente e perfetta in ogni movimento, anche se dentro ero sofferente per la separazione e i problemi che ne sono seguiti. Dopo qualche tempo, cambio di direzione, Tutto si calma.Passano 6 mesi e cambia ancora. Arriva una direttrice svitata, platealmente scorretta, il suo gruppetto diventa quello delle fumatrici. e quelle che vanno alle festicciole e si ubriacano . Si ritrovano spesso, molto spesso direi, a fumare in orario di lavoro, lasciando i non fumatori a lavorare anche per quelli che fanno salottino nel retro del locale. La direttrice ama i gatti che chiama le sue bimbe...e le mie colleghe per trarre massimo beneficio amano follemente a loro volta i gatti. Ingiustizie, trattamenti preferenziali, solite cose... Nel frattempo mi sono rifatta una vita decente. Ho trovato un uomo stupendo che ama me e le mie figlie come fossero sue. Con il mio ex, dopo un primo momento in cui ci siamo dovuti abituare al cambiamento, ora siamo in ottimi rapporti e si collabora. Ho dato il mio aiuto nei suoi momenti di difficoltà e lui altrettanto. Ho dato una mano anche alla sua nuova compagna a trovarle un lavoro ( insieme a me ). Anche con lei nessun problema. Parliamo esclusivamente di lavoro e di poco altro. Mi guardo bene dall'entrare nel loro privato, anche perchè so bene i difetti del mio ex!
Una notte, mentre ero al lavoro, orario 22/6 entra un gruppetto di ladri che si portano via il bancomat e devastano il locale. La paura provata quel giorno me la porterò per sempre nel ricordo. Mi sono sentita sdoppiare, una parte di me è uscita dalla mia schiena e io mi sono vista dall'alto. Credevo mi avrebbero uccisa. Invece scappano via. Chiamo la direttrice ma non risponde. Chiamo un responsabile, arriva e mi trova sotto shock l'entrata del locale distrutta. Quando arriva la direttrice mi rimprovera che era il suo giorno libero e che aveva diritto di farselo. Probabilmente alterata dall'alcol, decisamente inappropriata la battuta, nessuna considerazione per il mio stato. Ho continuato a fare le notti successive, nonostante la paura. (ovviamente nessuno si è offerto al mio posto, nessuno si è preoccupato per me, purtroppo nemmeno io di me, avrei dovuto andare dal medico e stare a casa un po') Lavoriamo durante la settimana sempre soli di notte. In due solo il venerdi e il sabato. A discapito della nostra sicurezza e della ben celata paura. Sono forte, sopporto pesi e ingiustizie, convivo coi miei colleghi che si vendono molto bene a parole. Presuntuosi e giusti solo loro. Tutto consueto fino a questo momento ma ora ho toccato il fondo. Ieri all'ennesimo rimprovero ingiustificato, la mia collega che mi difende a voce alta sbraitando, un responsabile arrivato da poco che ha notato un segno di sofferenza nel mio viso e subito si è precipitato su di me a rassenerarmi, prendendo fra le sue mani il mio viso. Ho avuto un collasso, un pianto di rabbia e dolore. Un accumulo che non sono riuscita più a nascondere. Io non ne posso più.
Cosa posso fare per prendermi un periodo di tempo per recuperare energie e voglia di tornare all'inferno?
Non riesco più a dormire di notte, mi alzo 2, 3 4 volte per notte per andare in bagno. Sono stanca. Se lavoro di notte dormo 2-3 ore di giorno. Se lavoro la mattina, mi devo alzare alle 4.30 e la notte faccio fatica a prendere sonno. Ferie non me ne da, L'aspettativa non è retribuita e io non posso permettermelo. Il mio lavoro mi piace, è quello che lo circonda che fa schifo. A parte un paio di colleghi che soffrono anche loro come me, vivo in una concentrazione di egoismo e falsità che non merito. Mi sono meravigliata di aver pianto, con tutto quello che ho passato, pensavo di aver trovato una giusta direzione. L'importanza alle persone che mi vogliono bene e non all'ambiente dove lavoro o ai piccoli problemi materiali. Invece non sono così forte e virtuosa.
Mi sembra di aver dato molto sul lavoro, ora ora vorrei solo riprendermi.
Un periodo di malattia per stress da lavoro?
Aiutatemi.