Mia figlia non sa scegliersi le amicizie

Inviata da Barbara S. · 26 feb 2015 Psicologia infantile

Buongiorno dottori, sono una mamma di una ragazzina di quasi 17 anni che frequenta il terzo anno del liceo scientifico. E' sempre stata una ragazzina studiosa che non ha mai dato problemi ma che è un po' chiusa e fa fatica a fare amicizie. Il problema è che tende a focalizzarsi solo su poche persone e poi si fa influenzare pesantemente da queste. Alle medie era amica solo di due ragazze: una con difficoltà di apprendimento e ripetente, l'altra che si vestiva da maschio aveva una una famiglia problematica ed è stata pure sospesa da scuola. Speravo che con l'iscrizione al liceo le cose migliorassero dato che mi sembrava fosse capitata in una classe di ragazzi in gamba. Invece lei ha legato solo con una ragazzina sciocca che non faceva che ridere e scherzare e che il primo anno è stata bocciata. Il problema è che lei si fa trascinare sempre da queste amicizie: alle medie riferivano che insieme alle due amiche disturbava in classe, e anche alle superiori un insegnante mi ha detto che è un bene che la sua amica del cuore non sia “più nella stessa classe” perché così segue le lezioni con più attenzione. Io vorrei che avesse amicizie più “sane”, ma lei non partecipa a nessuna attività con i compagni perché durante l'intervallo è nell'altra classe con l'amica tanto che ho dovuto chiedere alla bidella di impedirglielo, invano perché lei mi ha risposto che non è la baby sitter di mia figlia. Nel palazzo dove abito c'è anche una ragazzina coetanea, che spingo a frequentare, ma lei la snobba e la tratta con altezzosità. La ho spinta a frequentare pallavolo ma lei ha insistito per un corso di danza moderna dove non è portata ed è pure lontano da casa. Ora mia figlia ha un calo improvviso di rendimento scolastico e non vorrei che lo facesse apposta per farsi mettere in classe assieme all'amica, cosa posso fare per spingerla ad aprirsi di più con le persone giuste?

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Miglior risposta 27 FEB 2015

Gentile Signora Barbara,
Lei esprime le Sue preoccupazione di mamma di un ragazza 17enne e in questo ha tutta la mia comprensione. Tuttavia lei riporta dei 'dati': rendimento scolastico, caratteristiche amicizie, divieto di vedere una ragazza, attività sportiva da Lei desiderata ecc....Ma....come sta sua figlia???
La ragazza si trova in piena adolescenza, periodo della vita caratterizzata dalla fase di separazione-individuazione con le correlate (e necessarie) contrapposizione agli adulti di riferimento e ricerca dalla propria strada. In tutto questo è essenziale il gruppo dei pari (coetanei).
Quindi, in riferimento alla Sua domanda conclusiva, non c'è da stupirsi che il suo metro di mamma di stabilire quanto una persona sia 'giusta' si discosti dai criteri di valutazione di una giovane ragazza. Ad esempio, quali aspetti dell'amicizia con la ragazza che lei definisce 'sciocca' soddisfano sua figlia?
Le consiglio di parlare con un professionista della sua città della discrepanza fra le Sue aspettative sulla ragazza e della loro discrepanza rispetto alle caratteristiche individuali uniche di Sua figlia delle quali occorre tenere conto per un processo evolutivo sereno verso un'adultità equilibrata e soddisfacente.
La saluto cordialmente e resto a disposizione.

Dott.ssa Manuela Viglierchio Psicologo a Torino

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16 MAR 2015

Gentilissima,
come è normale che sia è spontaneo preoccuparsi dei propri figli e volere il meglio, ma il suo meglio non è detto che sia il meglio in assoluto, se sua figlia sceglie queste amicizie, qualcosa di positivo ci sarà, provi a scoprire insieme a sua figlia cosa ci vede in queste amicizie, basso rendimento scolastico non è sinonimo di brutte persone, ognuno ha i suoi lati positivi e sicuramente sua figlia li vedrà. Non dobbiamo riversare sui nostri figli i nostri desideri, dobbiamo convincerci che sono persone differenti da noi e che posson scegliere strade differenti da quelle che abbiam noi scelto, provi a non esser categorica e a trovare il meglio che sua figlia vede in quello che per tutti significa "cattiva frequentazione"

Miriam Cassandra Psicologo a Molfetta

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4 MAR 2015

buon giorno,
capisco e condivido le preoccupazioni di una mamma ma mi domando se abbiate mai affrontato insieme l'argomento!!!
come sta sua figlia che sta attraversando un momento molto difficile del ciclo di vita?
E' sempre bene a mio parere, in un momento così delicato affiancare ai ragazzi un professionista che possa aiutarli nelle difficoltà temporali, nel caso di sua figlia forse potreste intervenire rispetto la possibile paura del relazionarsi agli altri, alla possibile immagine di se non corrispondente alle sue aspettative o ai suoi ideali, ecc.
spero di averla aiutata.
Dott.ssa Verusca Gorello
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Verusca Gorello Psicologo a Roma

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4 MAR 2015

Gent.ma Barbara, comprendo bene le sue preoccupazioni e i dubbi: l'adolescenza è un periodo complesso, non facile, sia per lo stesso adolescente che per chi gli sta vicino. Sono d'accordo con chi le ha consigliato di chiedersi come stia sua figlia, anche se la vicinanza affettiva, certe volte, ci impedisce di fare un 'passo indietro' per guardare i figli da una certa distanza, in modo da evitare di sovrapporre propri bisogni e desideri ai loro. Potrebbe provare a dare valore alle scelte di sua figlia, a interessarsi ai suoi gusti, come la danza. ...e magari trovare una persona che potrebbe aiutare lei, Barbara, a ritornare in contatto con la sua adolescenza, per avere più strumenti interni di comprensione di sua figlia e di quel periodo faticoso, pieno di contraddizioni ma anche pieno di energia e di potenza che è l'adolescenza.
Sono convinta che le sue preoccupazioni, se solo un po' comprese con l'aiuto di un esperto, potranno trasformarsi in risorse sensibili per stare vicino a sua figlia, per farle sentire che ha fiducia in lei e che la stima. Le auguro tutto il bene possibile, a presto, Dott.ssa Elisabetta Colace

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3 MAR 2015

Gentile signora Barbara, sembrerebbe che sua figlia sia per così dire timida e insicura, infatti sceglie persone poco in gamba...è probabile che non sia riuscita a costruire dentro se stessa sufficiente fiducia e autostima. La sua preoccupazione di madre è condivisibile. Credo però che la sua strategia funzioni male e rischi di far sentire sua figlia sempre più in difficoltà e sempre più in basso rispetto agli altri. Chieda una consulenza a uno psicologo esperto nel trattare le relazioni familiari. In pochi colloqui la aiuterà a trovare la strada giusta con sua figlia.
Cordialmente, luisa arrigoni, psicoterapeuta familiare, milano

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2 MAR 2015

Gentil.ma Barbara,
accolgo la sua preoccupazione perché da essa traspare una grande attenzione nei confronti di sua figlia. Lei vede in sua figlia tante belle possibilità, che comunque si sono manifestate (non sono rimaste latenti) e sono certa che continueranno a manifestarsi. Tuttavia, lei teme che queste possano "appassire" con la frequentazione di persone inadatte alla valorizzazione dei punti di forza di sua figlia. Comprendo. Come dicono i colleghi, la fase adolescenziale fisiologicamente caotica. Le scelte che si fanno in questa età sono spesso contraddittorie, in sua figlia però trovo una coerenza di fondo.
Essendo lei un pò introversa e timida sta vivendo delle difficoltà relazionali: difficoltà a stare in gruppo, fare attività di gruppo, sport di squadra e...a selezionare persone "vincenti". Le persone che sceglie sono ragazze che hanno a loro volta delle difficoltà, anche se di ordine diverso dalle sue, perché si parla soprattutto di difficoltà sul piano scolastico. Probabilmente sono persone che non la spaventano, che non le creano ansia di prestazione, che non la fanno sentire in sfida con sé stessa per qualcosa. Vede sua figlia serena? Se si è già un'ottima cosa. Se invece vede che vorrebbe frequentare persone diverse, ma non ci riesce, allora sarebbe opportuno aiutarla nel farlo. Tuttavia, mi pare di capire che sia il suo modo per stare bene. Probabilmente un domani svilupperà una grande sensibilità per le persone che hanno delle difficoltà, quindi non cambierei il suo desiderio di relazionarsi con esse e non mi preoccuperei della possibilità che queste possano bloccare l'evoluzione di sua figlia. Comprendo che il calo del rendimento scolastico sia, invece, un dato sul quale soffermarsi un pò di più. Mi interesserebbe sapere da quando prende voti più bassi e se le insegnanti riportano anche comportamenti oppositivi o di svogliatezza, oppure se si tratta di materie nuove, particolarmente impegnative e nelle quali sua figlia sta comunque dando il massimo.
Se vuole rispondere alle mie domande mi fa molto piacere, le risponderò a mia volta. Altrimenti, nel frattempo, le dico solo di provare ad accettare più serenamente le scelte di sua figlia, preoccupandosi meno di quello che possono agire su di lei, specialmente se queste sono semplicemente persone con difficoltà, ma non persone con problemi di condotta grave (in questo caso sarebbe diverso). Solo attraverso scelte autonome, consapevoli e coerenti, sua figlia continuerà il suo percorso di crescita. Viva la diversità! Faccio una piccola confidenza, io ho frequentato per anni persone in difficoltà, poi ho scelto psicologia e ora amo questa professione. L'importante è saper sviluppare le proprie risorse, parallelamente a scelte amicali un pò particolari! Buona giornata e se vuole risponda pure!

Dr.ssa Silvia Colizzi Psicologo a Milano

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27 FEB 2015

Gentile Barbara
i fattori che possano aver spinto sua figlia a prediligere questo tipo di amicizie possono essere legati a bassa autostima e al fatto di essere stata un poco "viziata" in famiglia.
Inoltre le due cose sono collegate.
Mi spiego meglio: la predilezione per l' amicizia con persone più deboli, poco produttive e un pò ai margini,probabilmente, da a sua figlia una sorta di potere aggiuntivo in quanto non deve confrontarsi con persone adeguate e quindi procura l'illusione di essere forte. Se aggiungiamo il fatto di essere stata molto accudita, seguita e un poco viziata in famiglia,questo le da quel senso di potersela cavare con poco impegno e una "pretenziosità" che, aggiunta all'essere ribelle (ciò dovuto all'età), può diventare un disadattamento.
Il tutto è molto problematico da gestire.
Voi genitori (il babbo che ruolo ha in famiglia?) dovreste parlarle molto chiaramente e cercare di invertire questo processo.
Ci si può rivolgere ad uno psicologo scolastico (se è presente in questa scuola) per chiedere consiglio, oppure ad un professionista.
A mio parere è importante che, in questa fase, la ragazza venga seguita ai fini di correggere un poco questi atteggiamenti portando in luce i problemi e le difficoltà che ci sono sotto.
Spero essere stata utile
Saluti
Dot..sa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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27 FEB 2015

Buongiorno Barbara,
l'adolescenza è davvero un'età molto delicata e difficile, anche per i genitori! I ragazzi hanno bisogno di poter sperimentare e trovare la propria identità, iniziano a mettere in discussione i genitori e ad avvicinarsi al gruppo dei pari, che diventano il punto di riferimento ( ci si comporta e ci si veste come l'amica..). Il contatto con amiche che sembrano fragili sembra offrire a sua figlia una maggiore sicurezza e meno paura. Potrebbe essere utile invitare a casa queste amiche e capire che cos'è che attira sua figlia. Se in questi momenti i genitori entrano in contrasto aperto, i figli tenderanno ad avere un atteggiamneto ancora più provocatorio. Credo che possa da una parte concedere a sua figlia di scegliersi le amicizie, anche se con molta preoccupazione, mentre dall'altra parte può cercare di incentivarla a partecipare anche ad altri gruppi, tenendo un po' di polso fermo sulla scuola.
Rimango in attesa se ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

Dott.ssa Alice Parri Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Alice Parri Psicologo a Firenze

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27 FEB 2015

Gentile Barbara,
sembra di capire che i problemi correlati con la scelta di amicizie non ottimali siano iniziati o si siano acuiti durante le scuole medie. Questi problemi perdurano tuttora. Sua figlia è un'adolescente e è normale, anzi auspicabile che durante l'adolescenza i figli attraversino un fase di contestazione, di originalità, di contrapposizione al mondo adulto che si manifesta soprattutto nel contravvenire a modelli di comportamento, fino a quel momento seguiti, portati avanti dai genitori. Ne discende che probabilmente più lei cercherà di insistere perché sua figlia adotti dei modelli di comportamento adeguati, più potrebbe essere stimolata questa normale tendenza degli adolescenti a "contestare".
Nel difficile compito di accompagnare il figlio adolescente nella sua crescita, se la situazione dovesse farsi preoccupante, le consiglio di farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta.
cordiali saluti








questi problemi perdi

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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26 FEB 2015

Gentile Barbara, ti capisco benissimo perchè prima di essere psicologo sono un padre e l'adolescenza è un periodo della vita delicatissimo che porta spesso a comportamenti particolari. Molte volte tali comportamenti vengono perpetuati per attirare l'attenzione o per non aver il coraggio di esprimere un disagio. Non è facile dare un consiglio senza avere un contatto con la persona. L'unico consiglio che mi sento di darti è di provare a fare un colloquio con uno psigologo/a eventualmente coinvolgendo tua figlia. In questi casi l'aiuto psicologico può essere decisivo. Un caro saluto, Giuseppe

Dr. Giuseppe Di Maria Psicologo a Roma

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26 FEB 2015

Salve signora Barbara.
La prima cosa su cui le suggerisco di riflettere è l'età di sua figlia. Si trova nella delicata fase adolescenziale, un’età in cui, oltre ad essere alla ricerca della propria identità, si è in lotta con parti di sé e degli altri per affermare il proprio IO. Probabilmente essendo una ragazzina chiusa tende a legarsi a ragazze che vede più fragili o “diverse” dalla norma magari perché ritiene che da queste non può essere prevaricata come potrebbe esserlo da una ragazza più estroversa e spigliata.
Piuttosto che vietarle certe amicizie o indurla a frequentarne delle altre, forse sarebbe meglio non porle eccessivi divieti ed assecondare, laddove non nocivo, la sua indole. Altrimenti si corre il rischio di accrescere la spinta al contrasto e alla disubbidienza tipica dell’età adolescenziale. Piuttosto parlare con sua figlia, proporle attività da svolgere insieme, magari anche con le amiche del cuore, come cucinare una torta, andare al bar, fare shopping…potrebbero unirvi maggiormente e lei avrebbe inoltre la possibilità di capire meglio sua figlia e il perché dei suoi comportamenti. Idem per lo sport, se lei preferisce un corso di danza moderna, dirle o farle capire di non essere portata potrebbe minare la sua fragile autostima e indurla ancor di più a chiudersi e a reagire con il contrasto e la disubbidienza. Piuttosto, seppur con sacrifico, le consiglierei di assecondare questa sua richiesta. Impegnarsi in un attività fisica che le piace può aiutarla. Sarà lei da sola a capire se essere o meno portata per la danza e a quel punto sceglierà da sola se proseguire o meno. Questo la farà sentire più autonoma e matura.
In ogni caso cerchi sempre la via della comunicazione e dello stare insieme. Ciò non significa dare sempre ragione a sua figlia o assecondare ogni suo capriccio, ma semplicemente discutere insieme in modo costruttivo senza imposizioni o divieti. Probabilmente sua figlia sbaglierà ancora ma sapere di avere un porto sicuro dove approdare nei momenti di disagio e sofferenza senza sentirsi giudicata piano piano l’aiuterà a sentirsi più responsabile della propria vita.


Luisa Granato

Dott.ssa Luisa Granato Psicologo a Valverde

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