Mi sento schiava del mio intestino
Mi sento "schiava" del mio intestino irritabile. Ad esempio: non potrei mai pensare di uscire al mattino, o avere appuntamenti senza essere prima andata in bagno
Se non per cose brevi e in contesti ampi, liberi di muovermi e rumorosi (tipo spesa, giretto in centro ecc.)
Perché?
Perché so che se non vado in bagno e dovrò stare tutta la giornata fuori starò male sia fisicamente (gonfiori, fastidi, dolori al colon) che psicologicamente, siccome mi impediscono di stare serena e mi creano una strana angoscia che l'altro possa accorgersene.
La stessa cosa vale per subito dopo i pasti, specialmente dopo quelli serali nei quali mi gonfio di più, dove i gas intestinali sono copiosi, dolorosi e spesso rumorosi se non espulsi, creandomi un forte imbarazzo...
Dico contesti rumorosi e ampi proprio perché l'idea di stare vicino a qualcuno in un ambiente chiuso e silenzioso dove si potrebbero udire rumori intestinali, e quindi intuire che io possa avere un bisogno impellente, mi crea un forte disagio/imbarazzo (vivo uno stato di agitazione: voglia di scappare, caldane, sudorazione).
Quando ho un appuntamento prediligo alimenti e bevande che mi gonfino il meno possibile, bevo una tisana sgonfiante se il giorno prima ho mangiato cose che mi hanno irritata, gonfiata, e tante altre piccole azioni che facciano stare il mio intestino "tranquillo".
Ovviamente la mia ansia contribuisce a tutti i sintomi fisici creando un circolo vizioso...
Mi chiedo che disturbo abbia, perché gli altri non si fanno i miei "calcoli" mentali?
Mi sembra che nessuno viva la mia condizione fisica o quanto meno si faccia i miei problemi sui propri processi fisici. Mi sento ridicola a fare e ad esporre delle paure del genere, però mi rendo conto che condizionano non poco la mia vita. Sono legata a orari,strategie, mi precluso delle esperienze per questa "fobia".