Mi sento esclusa

Inviata da Lidia · 8 ott 2017 Crisi adolescenziali

Salve, mi chiamo lidia.
Mi capita molto spesso, troppo, di sentirmi esclusa. Ho diversi gruppi di amici, con quello del liceo mi trovo molto bene, sono a mio agio e siamo molto legati. Ma quest'anno siamo andati in vacanza insieme e io, non so perché, mi sentivo costantemente esclusa, anche se so che in realtà non è così. In particolare mi sentivo esclusa da 3 mie amiche, con cui abbiamo per anni avuto un rapporto molto molto stretto ma con l'inizio dell'Università meno. Ne ho anche provato a parlare ma non ci hanno dato molta importanza, anzi sembravano quasi scocciate e pensassero che mi lamento per niente. Perché in effetti sono una ragazza fortunata, non ho mai avuto problemi a socializzare con le persone, non sono timida e vengo reputata bella da quanto so (non vorrei tirarmela, cerco solo di
essere oggettiva). All'apparenza infatti sembro la ragazza con meno problemi di autostima al mondo. Il fatto è che con l'università mi sono creata un gruppo di amici anche lì, ma con loro, per quanto siano persone molto carine e simpatiche, mi sento sempre a disagio, esclusa e ho quasi paura a dire quello che penso. Ogni volta che apro bocca mi sembra di dire una cosa stupida, e questo sicuramente traspare. Non riesco ad essere me stessa, non so perché ho questo blocco. Loro mi sembrano meglio di me, più simpatici, più informati, più intelligenti, con molte più cose da dire... e il fatto è che dato che mi succede spesso, con molto gruppi di persone, credo il problema sia mio. Non penso le persone mi escludano davvero, ho tanti amici, però non posso fare a meno di sentirmi così, e più mi ci sento più mi blocco. Forse è dato dal fatto che sono molto riservata sulle mie cose, faccio fatica a parlare di ciò che mi tocca davvero e per aprirmi con una persona ho bisogno davvero mi tanto tempo.
E ho troppa paura del giudizio degli altri.
Come faccio a non sentirmi più così?

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Miglior risposta 9 OTT 2017

Gentile Lidia,
i momenti di transizioni creano spesso delle difficoltà. L'ambiente universitario per quanto ricco e stimolante, l'ha allontanata in parte dalle amicizie consolidate del liceo , ponendola di fronte al compito di instaurare nuove relazioni.
La sua percezione di inadeguatezza potrebbe essere solo temporanea e scomparire non appena si sente inserita in un ambiente meno nuovo e più sicuro.
Non abbia paura ad esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni ed eviti di confrontarsi con gli altri pensando che siano migliori di lei.
Se la difficoltà permane, valuti la possibilità di un percorso psicologico di sostegno e di attivazione di cambiamenti positivi nelle dinamiche relazionali.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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10 OTT 2017

Buongiorno Lidia,
Da quel che leggo ha da poco iniziato il percorso universitario. Momento di passaggio, importante e allettante quanto complesso come tutti i cambiamenti che affrontiamo nella vita. A tal proposito le consiglio di leggere l'articolo sul cambiamento che trova sul mio sito e che potrebbe esserle utile.
Con il tempo cambiano i punti di riferimento, le modalità personali di stare in gruppo e di vivere il gruppo. Si giunge lentamente al momento in cui la propria sicurezza e l'autostima vengono dettate da forza e stabilita' interna piuttosto che da conferme da parte di chi ci circonda.....magari è proprio questo quello che le sta accadendo. Potrebbe esserle utile una consulenza psicologica che l'aiuta a fare chiarezza rispetto a quello che ha scritto.
Le auguro il meglio.

Dott.ssa Antonella Giallonardo Psicologo a Roma

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9 OTT 2017

Cara Lidia,
mi sembra di capire che abbia da poco cominciando a frequentare l'Università, un cambiamento non di poco conto nella vita di ognuno. Non mi riferisco tanto alla difficoltà o alla differenza dei metodi di studio, quanto piuttosto nel trovarsi per la prima volta in un nuovo ruolo, con tutto quello che ne consegue: la realtà che si trova a vivere, nuove conoscenze, nuove modalità di quotidianità ecc. cose che fanno poi i conti anche con le aspettative che aveva già fatto in passato rispetto a questo nuovo status di studentessa universitaria.
A mio avviso questo cambiamento (di altri non ne parla e non mi permetto quindi di avere un'idea) l'ha portata ad un ripensamento generale sulla qualità delle relazioni interpersonali in generale, il sentirsi esclusa, l'essere sempre riservata sulle sue questioni personali e, cosa che più mi colpisce personalmente, la "troppa paura del giudizio degli altri".
A parer mio sarebbero temi da riprendere con uno specialista che la aiuti in questo suo fruttuoso cammino di maturazione che ha intrapreso ma che ha fatto emergere anche questioni delicate e da approfondire: il rapporto con gli altri è importante e nessuno di noi se ne può sottrarre ma questa "troppa paura!" da cosa deriva? e cosa significa per Lei?
Un cordiale saluto

Dr.ssa Anna Fontemaggi

Dr.ssa Anna Fontemaggi Psicologo a Rimini

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9 OTT 2017

Gentile Lidia,
I cambiamenti, come per esempio il passaggio all’università, con il cambiamento di contesto e la costruzione di nuove relazioni sociali, sono sempre un momento delicato in cui la persona deve far ricorso a tutte le sue risorse per adattarsi. È abbastanza comune che si amplifichino, fino a diventare un problema, quelle che sono le caratteristiche personali.
La paura del giudizio e la non esposizione che ne deriva, comportano la mancata condivisione nelle nuove relazioni, di aspetti di sé, con il mantenimento di una certa distanza dagli altri e la percezione personale di non appartenenza, esclusione, solitudine, inadeguatezza, ecc.., a seconda del proprio modo di essere.
Spesso la paura del giudizio è sostenuta da un ideale di perfezionismo a cui si ritiene di dover aderire per mettersi in gioco e farsi conoscere, come se ci fosse uno standard minimo, che però è molto alto, a cui si deve aderire per non rischiare critiche, esclusione, ecc...
Può aiutare spostare l’attenzione sugli altri e cercare di conoscerli, di farsi un’idea di chi sono, al di là dei giudizi che, si pensa potrebbero esprimere.
Un cordiale saluto.

Dott.ssa Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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9 OTT 2017

Cara studentessa universitaria,
la sua difficoltà è ben conosciuta a molti come lei, che da una situazione scolastica ben organizzata passano ad un contesto universitario nuovo, con regole differenti, con colleghi differenti che in alcuni casi diventano anche amici intimi o storie d’amore. Nulla di strano quindi in quello che descrive se non una difficoltà di adattamento al nuovo contesto che diventa uno strumento con cui si misura il passato, anche per denigrarlo. In questo momento ha bisogno di sicurezze e di sperimentare se stessa in un nuovo contesto... consideri che le accadrà spesso in futuro, in famiglia, nel mondo del lavoro soprattutto. All’università ha anche la possibilità di cambiare gruppo di studio, frequentare nuove persone quindi si trova in una situazione privilegiata... ne approfitti per fare esperienze di relazione! Crescere e diventare adulti passa anche per questo percorso... non abbia timore, siamo sopravvissuti in molti!
in bocca al lupo per i suoi obiettivi futuri,
Cordiali saluti
Dott Alessandro Stirpe

The Profilers Srl Psicologo a Roma

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9 OTT 2017

Cara Lidia,credo che, prima di riuscire a rispondere alla domanda "come faccio a non sentirmi piu' cosi'", sia importante comprendere che cos'e' questo "blocco", soprattutto in termini di significato. Come mai con l'entrata all'universita' ha cominciato a sentirsi esclusa? Percepiva anche prima questa sensazione? E' uguale in tutti i gruppi che frequenta? Se cominciamo a rispondere a queste domande, riusciremo a comprendere meglio cio' che succede a Lidia, e a capire il senso che ha per lei questo blocco. Ad esempio, un'ipotesi potrebbe essere che tale blocco, la protegge e la preserva dall'esporsi al giudizio degli altri, temuto da lei stessa. Sentirsi esclusa potrebbe essere un po il "costo" di questa protezione. Se cosi' fosse, sarebbe necessario cercare di lavorare su se stessa sulla paura del giudizio degli altri. In genere laddove comunque si parla di blocco, quasi sempre c'e' sotto una paura. Spero che queste poche righe l'aiutino nel riflettere sul senso di questo suo disagio. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto. Dott.ssa Sara Silvan

Dott.ssa Sara Silvan Psicologo a Monteriggioni

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