Mi manca molto la mia professoressa

Inviata da Elettra Malagoli · 6 mag 2016 Disturbo ossessivo compulsivo

Ci sono domande simili alla mia ma preferisco raccontare la mia esperienza, perché è un periodo in cui mi sento veramente male, ho perso la voglia di fare cose che di solito per male che stia ho sempre voglia di fare. Sto iniziando anche ad andare male a scuola e forse rischio la bocciatura, perché non riesco più a studiare.
Il problema per cui sto male non è solo questo, ma rappresenta momentaneamente un buon 90%.
Sono molto affezionata alla mia ex prof di italiano. Le voglio bene come vorrei bene a una madre.
Quest'anno (sono in terza superiore) è il primo anno che non ce l'ho più in classe e ne sento la mancanza ogni giorno che passa.
Soffrivo di autolesionismo e lei si era accorta fin dalla prima che qualcosa non andava, così piano piano mi si è avvicinata sempre di più, mi stava vicino, mi chiedeva, mi aiutava, mi dava speranza. "Non ti preoccupare, una soluzione la troviamo", "ci sono qui io".
Al contrario di ciò che si farebbe di solito spesso non partecipavo alle sue lezioni, non la guardavo mai negli occhi, cercavo di starle lontano perché volevo disperatamente che lei mi cercasse. E ha sempre funzionato. Per tanto che stessi zitta e che facessi la scontrosa lei mi aiutava e mi stava vicino.
Ero molto gelosa del mio rapporto con lei, perché si interessava e si interessa un po' a tutti i suoi ragazzi, e io volevo essere speciale come lei lo era per me. Però in un certo senso io ero speciale, mi dedicava ore intere a parlare, a cercare una soluzione, e per quanto io fossi antipatica lei era lì. Sempre. Costantemente. Ad ogni ora, minuto, lei era lì. A scuola e per e-mail.
Mi ha aiutata indirizzandomi verso uno sportello di ascolto per parlare e risolvere il mio problema, insomma si è spremuta per me. E io la amo per questo.
Ma... quest'anno è diverso. Quando ho saputo che non l'avrei più avuta in classe avrei sputato i polmoni, avrei urlato che non è giusto, che la vita mi stava togliendo anche la sola persona a cui volevo bene davvero, perché maledizione, non ho amici.
Sono stata malissimo, ma lei ogni tanto mi cercava per e-mail e mi sono lentamente calmata, la sentivo vicino. A volte mi chiedeva di vederci per ricreazione e parlare un po'. Di recente però sono io che devo cercarla, lei mi scrive molto meno, sembra disinteressata.
Poco tempo fa le ho raccontato una cosa su di me che non avevo mai raccontato a nessuno e che addirittura facevo fatica a dire a me stessa. Lei mi ha pregata di parlarne con i miei genitori più volte e la conversazione è finita lì. Alla fine dell'email le ho scritto che le voglio bene, perché effettivamente non gliel'ho mai detto.
Ecco, si è staccata. Per i corridoi l'altro giorno mi ha salutata con un "Salve". Salve? A me?
Se mi vede in corridoio finge di non vedermi, tiene gli occhi bassi, la sento distante, e io ho così bisogno che sia vicino a me ancora, che mi scriva almeno qualche cosa una volta al mese, che si accorga e si ricordi di me. Sono così gelosa di chi ce l'ha in classe..
Hanno provato ad avvicinarmi altre persone ma io le ho dovute allontanare perché non voglio nessun altra persona, voglio soltanto lei, che ormai mi conosce come il palmo della sua mano, che per me è un appoggio, una persona stupenda, una madre.
Vorrei soltanto un suo abbraccio, come le avevo dato l'anno scorso, stretto stretto da fare male, per sentirla vicino e sapere che al mondo c'è davvero qualcuno che tiene a me. Vorrei che non fosse così indifferente per i corridoi come non lo è mai stata, perché ogni volta mi si apre una ferita sul petto da cui inizia a colare sangue e non smette fino al giorno dopo, quando si riapre nuovamente per il medesimo episodio.
Mi sento rifiutata per l'ennesima volta, oltre che dalla società anche da lei, l'unica persona a cui davvero tengo.
Voglio riallacciare i rapporti, non voglio romperli. Non mi interessa se sto crescendo, senza di lei sono sola, e non c'è nessuna "Tranquilla, troveremo una soluzione", non c'è nessun "Ci sono qui io adesso".
Voglio soltanto lei, la sua vicinanza, il suo sorriso.

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Miglior risposta 6 MAG 2016

Gentile Elettra,
nella sua email esprime una forte rabbia e un senso di abbandono molto forti.
E' una mail molto bella perchè delicata.
Credo che questo momento così difficile per lei sia un pò un momento di crescita che crea caos e confusione.
La sua insegnante l'ha accompagnata in un passaggio importante, forse lei non si è sentita accettata in famiglia e dagli altri (non conoscendo la sua storia è difficile formulare ipotesi più certe) perchè stava provando ad esprimere se stessa senza in realtà sapere "Chi sono".
E' lei cara Elettra che dice di avere considerato questa insegnante "come una madre" ma non è una madre.
Questo attaccamento così forte è forse perchè è stata l'unica figura adulta ad ascoltarla, a collegarsi con le sue emozioni di adolescente, le sue paure e ansie.
A volte gli adulti non si ricordano di cosa significa essere adolescenti, ma non perchè non vogliono; alcuni non sono capaci e altri hanno timore d ricordarsi delle emozioni caotiche di quando si è adolescenti.
So che è molto difficile per lei accettarlo ma la sua insegnante si sta rapportando a lei in modo diverso, come due adulte e non perchè non le vuole bene.
Forse Elettra sarebbe molto utile per aiutarla a capire tutte queste delicate emozioni che sta provando, chiedere un sostegno ad uno psicologo che possa accompagnarla in questo momento difficile e farla sentire accolta e compresa.
Elettra mi dia notizie.
PsicologicamenteDonna della Dott.ssa C.Arcangeli (Roma)

PsicologicamenteDonna Psicologo a Roma

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11 MAG 2016

Cara Elettra,
comprendo il tuo stato d'animo ma anche tu devi fare uno sforzo per comprendere alcune cose.
La prima cosa che devi capire è che una insegnante, da un lato non può sostituire una madre e dall'altro non ha le competenze per funzionare da terapeuta perchè fa un altro lavoro, quello, appunto, dell'insegnante!
Tutto quanto di buono questa donna ha cercato di fare per te non rientrava nei suoi compiti istituzionali ed è stato frutto soltanto della sua sensibilità e bontà d'animo. Solo che poi, ad un certo punto si è dovuta fermare perchè si è accorta del legame forte che stavi costruendo con lei e della tua dipendenza affettiva e se ne è spaventata sicchè, con l'occasione del cambio di classe, ha cercato di frenare mentre, invece, bene aveva fatto ad indirizzarti dallo psicologo scolastico e spingerti a parlare con i tuoi genitori, forse nella speranza che ti avviassero ad un adeguato percorso di psicoterapia.
Ora tu non dovresti vivere questo atteggiamento della professoressa come un tradimento o un abbandono e non dovresti avere nei suoi confronti sentimenti ambivalenti di amore-odio.
Dovresti invece capire che a modo suo ha cercato di aiutarti e poi ha fatto un passo indietro solo perchè si è resa conto di non essere all'altezza del difficile compito che non le competeva per cui si è spaventata sentendosi impreparata e senza le necessarie competenze.
D'altra parte, penso che tu abbia una età di circa 16 anni e pertanto hai necessità di essere supportata dalla famiglia.
Allora mi auguro che tu voglia seguire il suo e anche il mio consiglio di confidarti con i tuoi genitori e chiedere loro di autorizzarti e sostenerti per intraprendere un percorso di psicoterapia di cui hai davvero bisogno.
Un caro saluto.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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