Buongiorno,
Ho 36 anni e sto con il mio compagno che ha 40 anni da 1 anno e 5 mesi. Capita a volte che all'improvviso il mio compagno non mi parli più, soprattutto se è di cattivo umore o se dico qualcosa che lo tocca nel profondo. Anche se provo con tutta la dolcezza e la calma possibili a chiedergli di dirmi cosa c'è che non va, lui non me lo dice. Io allora ho dei veri attacchi di ansia, perché mi sento ignorata, quindi lui si chiude ancora di più. A me questo silenzio sembra un grosso torto. Allora provo a distrarlo, andiamo a fare una passeggiata, spero che ritorni di buon umore, non c'è verso, mi risponde in modo scontroso se faccio qualche osservazione banale, poi mi arrabbio e scatta di nuovo l'ansia per il suo mal umore.
Premetto che da ragazzina mio padre teneva il broncio quando non mi comportavo bene e litigavamo, invece di fare la pace mi ignorava per giorni.
Vorrei lasciare il mio fidanzato, anche per altre motivazioni, ma vorrei essere sicura di non provare la stessa ansia con un altro. È colpa mia oppure il suo è un atteggiamento sbagliato? Non si dovrebbe comunque comunicare all'altro i propri problemi in una coppia? Forse è troppo introverso per me. Grazie dell'attenzione.
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29 MAR 2021
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Gentile Viola,
sicuramente lo stile educativo punitivo ricevuto da suo padre nell'infanzia l'ha condizionata anche in età adulta nello specifico di questa relazione con possibilità di reiterarsi anche in altre possibili relazioni.
Nella coppia una buona comunicazione tra i partners è essenziale e rappresenta un presupposto fondamentale per un rapporto equilibrato.
Per questo motivo è consigliabile che lei intraprenda un percorso di psicoterapia che le permetta di elaborare e superare le ansie derivanti dai traumi del passato in modo da gestire al meglio la relazione attuale o eventuali altre relazioni sentimantali future.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psaicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
30 MAR 2021
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Cara Viola,
immagino la fatica, l'angoscia e la mortificazione nel provare a capire e a smuovere una persona che non si lascia andare e che non ci fa entrare nel suo mondo. Questo poi, nel suo caso, e' ancora piu' enfatizzato se richiama un vissuto del passato e il rapporto che aveva con suo padre.
Come gia' lei scrive, in una coppia si dovrebbe comunicare con l'altro, aprirsi, condividere le gioie, ma anche le preoccupazioni, le rabbie o le delusioni; il dialogo e il confronto sono elementi fondamentali a che un rapporto possa funzionare e crescere.
Le suggerisco un percorso di supporto psicologico che l'aiuti a prendere la decisione per lei giusta e affrontare le sue ansie per vivere meglio questa o le future relazioni.
Spero di essere stata di aiuto, se crede sono a disposizione anche online.
Cordiali saluti.
D.ssa Ilaria Bedini
29 MAR 2021
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Gentile utente, mi sembra di capire che il comportamento del suo compagno non la faccia sentire libera e che si senta in una situazione di soggezione. Tra voi non c'è un clima di complicità e di serenità, ma una forte tensione, dunque si tratta di un rapporto disfunzionale. Il fatto che anche suo padre mettesse in atto lo stesso atteggiamento non deve farla sentire in colpa, al contrario deve metterla in guardia e farle capire di prendere le distanze da questa inadeguata modalità relazionale. Le faccio tantissimi auguri e resto a disposizione per consigli e approfondimenti. Dott.ssa Daniela Noccioli.
29 MAR 2021
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Carissima, certo, in una coppia la comunicazione é fondamentale per trovare quell'equilibrio che faccia bene ad entrambi. Le consiglierei di lavorare sulla gestione e l'elaborazione dei Suoi vissuti, legati alla figura paterna, e in generale maschile, evitando cosí che questi possano influenzare negativamente il Suo oggi. Attraverso un lavoro psicologico su se stessa riuscirebbe anche ad uscire da situazioni che Le creano malessere con il riconoscimento delle Sue risorse.
Buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.
29 MAR 2021
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Gentile Viola, buon giorno!
Da quello che scrive mi pare che lei si trovi in una relazione piuttosto tossica con una personale usa il silenzio in senso punitivo, per poterla rendere fragile e controllarla.
Tenga conto che una relazione sentimentale dovrebbe farci sentire bene, a nostro agio, accolte, apprezzate, ricambiate; se la relazione con questo uomo le provoca ansia così intensa non va bene per lei.
Lei ha perfettamente ragione nel pensare che in una relazione sana si debba comunicare apertamente in merito a incomprensioni e problemi, e lei ha la capacità di farlo, mentre il suo fidanzato è evidente che non ne abbia né la capacità né la volontà.
Spero esserle stata d'aiuto, se desidera ulteriori approfondimenti mi trova a sua disposizione anche il privato!
Le auguro ogni bene!!!