Salve Dott.re/dott.ssa.
Mi chiamo Chiara e ho 23 anni. Sono al terzo anno di università (facoltà di lettere), fuori corso. Mi mancano nove esami. Inizialmente andava tutto bene, provavo ansia prima degli esami, ma in un modo nell'altro affrontavo tutto riuscendo anche a passare gli esami. Con il tempo però ho iniziato a provare meno interesse, soprattutto dopo che mi sono ritrovata a dover venir operata e in casa la situazione già difficile di per sé è peggiorata. Ho dovuto iniziare a curare mia nonna, malata di Alzheimer e da lì sono entrata completamente in crisi. Ho iniziato a dare a rilento gli esami fino a bloccarmi. Ho pensato più e più volte di farla finita, ma ho sempre tentato di riprendermi. Ora, dopo che mia nonna è morta (e ciò mi ha causato un gran vuoto e sofferenza, pur essendomi liberata dopo anni di prigionia, a casa sua) e dopo che l'altra mia nonna si è ammalata, mi ritrovo completamente a terra. Sto pensando di lasciare l'università e i miei mi hanno detto di essere d'accordo, pur sentendomi io in colpa. Sono confusa. Non capisco cosa vorrei fare, ho pensato di lasciarla per un periodo, lavorare e liberarmi da ogni ansia e da questo peso opprimente e riprendere gli studi dopo essere andata via di casa e aver tenuto da parte un po' di soldi per pagarmi tutto da sola. Da anni sogno di andarmene, vista la situazione in casa (mio padre ci tratta spesso male ed è opprimente, mia mamma ha i suoi problemi e con mio fratello mi trovo male. Mi sento un pesce fuor d'acqua.) e io sono arrivata ad un punto dove vorrei farla finita e basta, pur di non sentire tutto questo dolore, pur di non sentire più nulla. Piango ogni giorno, sono senza energie, passo la giornata a studiare ma non riesco proprio a immagazzinare niente, non respiro bene (svegliandomi anche durante la notte perché mi sento soffocare, e quindi rimanendo tutto il giorno stanca causa poco sonno) e ho sempre mal di testa, dolori al petto e alle spalle (spesso mi si blocca il braccio dalla tensione) e tanta ansia. Sono confusa e mi sento solo una nullità e un peso. Ho chiesto ad alcune mie amiche, ma i pareri sono discordanti e mi rendo conto di dover decidere da sola, ma sono troppo confusa. Cosa dovrei fare? O almeno, come dovrei reagire? Lasciare anche solo per un po', come se fosse un periodo sabbatico per ritrovare me stessa, riprendermi, lavorare, e poi ricominciare o tentare di resistere continuando a star male?
Grazie in anticipo.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
18 LUG 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Chaira...la tua descrizione è quella di una persona depressa, con dolori psicosomatici e ansiosa. Ma tutto questo è la conseguenza del problema, non è il problema.
I problemi di personalità esordiscono intorno ai 20 anni ed in seguito ad un evento scatenante, nel tuo caso la nonna.
Non è questo il momento di pensare a studiare, non stai bene, sono soldi e tempo perso.
Consiglierei trovarsi un lavoretto e, soprattutto, una psicoterapia.
L'università non scappa, quando ti sentirai meglio, se ti andrà, ricomincerai.
Coraggio
14 LUG 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Chiara, la sofferenza che esprimi nella Tua lettera è veramente tanta.
Mi dà un senso di profonda tristezza pensare, che dopo tutto quello che hai avuto la forza di affrontare Tu possa gettare la spugna.
Credo sinceramente che un bravo psicoterapeuta Ti possa aiutare e sostenere.
Aiutare intanto a trovare in Te la forza per liberarti dal peso delle vicende passate e ritrovare in Tè l'energia per vivere una vita felice, come sicuramente meriti.
Considera che se il passato non può essere dimenticato purtuttavia può essere superato. Infatti se si guarda indietro non si può vedere tutte le opportunità di vita che stanno davanti a noi.
Resto a Tua disposizione e Ti saluto con simpatia. Dr. Marco Tartari, Asti
14 LUG 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Chiara
cerca, per prima cosa, di vedere diversamente la situazione.
9 esami sembrano tanti ma invece sono pochi e se tu tornerai a dare un senso all'università e al tuo percorso, io credo che ce la farai in tempi anche brevi. In tutte le vicissitudini che descrivi hai dimostrato grande forza e grande coraggio.
Sì, è arrivata la crisi, e questa crisi ti mette davanti nuovi bisogni e nuovi desideri evolutivi.
È giusto che tu sia alla ricerca di un nuovo equilibrio e di un nuovo "stile di vita" più dinamico e significativo.
Ora "spezzate" le vecchie certezze, c'è questo vuoto da colmare.
Però, cambiando atteggiamento, ripeto, si può recuperare voglia di terminare l'università...sarebbe una laurea ad altissimo valore personale; poi di lì "spiccare il volo" per nuove cose.
...Gli "anni sabbatici" o solo i "periodi sabbatici" sono una gran fregatura...si perde del tempo e basta!
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta
13 LUG 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno gentile Chiara,
resistere continuando a star male, quando il problema è proprio il suo resistere alle pressioni della sua famiglia, non mi sembra proprio il caso, diventerebbe un modo distruttivo per abbandonare - per sfinimento - l'università. Dalla sua richiesta non è chiaro se la scelta della facoltà e di continuare gli studi sia stata sua o sotto dettame della famiglia... Ecco, dovrebbe ripartire da qui, domandarsi se questa scelta parte da se stessa, se era/è un suo desiderio o no, poi prendere coraggio e chiedere aiuto ad uno/a psicologo/a psicoterapeuta per risollevarsi dalla grande fatica anche emotiva dell'accudimento delle sue parenti e per rimodellare piano piano le sue priorità di vita.In molte facoltà d'Italia ci sono i centri di ascolto psicologico per gli studenti.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma