La mia famiglia non accetta il mio ragazzo
Buonasera dottori,
Da circa 5 anni sono fidanzata con un ragazzo. Quest'ultimo non è accettato dalla mia famiglia. Inizialmente era ben accolto in casa, rimaneva qualche volta anche a dormire, mangiava nelle ricorrenze, aiutava con qualche lavoretto, insomma le classiche cose che si fanno. Poi via via la cosa è andata scemando. Hanno iniziato a vedermi cambiare, crescere (finalmente aggiungerei), uscire dalla mia campana di vetro e vivermi la mia vita da 20enne insieme a lui e anche grazie a lui e probabilmente questo li ha infastiditi. Successivamente a una sua decisione di trasferimento a Milano (per motivi di lavoro), da me non condivisa, a cui però partecipo comunque trasferendomi, iniziano i problemi. La mia famiglia vedendomi lontana da casa e insoddisfatta, inizia a non sopportarlo, arrecando tutte le colpe a lui. Ne parla male, lo descrivono come una persona che non è. Danno giudizi senza un confronto, senza sapere le cose. E questo mi fa soffrire. Io effettivamente non stavo bene, quella scelta non mi rendeva felice ma sapevo il motivo per il quale lui la fece. Un futuro insieme. Nel corso dei mesi peggioravo sempre più e quando potevo venire a trovare la mia famiglia cercavo di non darlo a vedere. Non trovavo lavoro, non conoscevo nessuno ed ero sempre sola perché lavorava molto. Così, dopo qualche mese, decisi di andarmene, stravolta dalla situazione. I miei mi accolsero felici e sollevati non solo di avermi a casa con loro ma soprattutto di essersi levati dalle scatole lui, ritenuto il problema, colui che mi aveva rovinato la vita. Lo amavo e molto, ma la convivenza non aveva funzionato, in quella situazione non ero felice. Qualche mese dopo, mi fidanzo nuovamente con lui, felice perché in tutti quei mesi dove sono stata senza di lui stavo male e lo pensavo sempre. Attualmente stiamo ancora insieme e lui è tornato a casa, a Bologna dove abito anch'io e ora siamo vicini. La mia famiglia quando l'ha saputo gli è crollato il mondo addosso, sostenendo che non mi rende felice, che non ne vogliono più sapere. In casa il suo nome è innominabile. Nessuno parla di lui ne si interessa. A loro non ha mai mancato di rispetto, educato, rispettoso e di buona famiglia. Oltretutto, è ancora più discriminato e offeso dalla mia famiglia per le sue origini meridionali, anche se è solamente nato al sud, a Napoli per la precisione, ma è cresciuto sempre e solo qua al nord. Sinceramente non so che fare, ci soffro tantissimo perché mi sento inadeguata. Mi creano problemi e complessi mentali, mi faccio molte domande e il mio futuro mi spaventa moltissimo. Tante persone dicono che l'importante è essere felici con chi si sta insieme, questo è vero, però la vera felicità sta anche nel sapere che la propria famiglia è felice di te e orgogliosa dell'uomo/donna che ti sta accanto. Felicità significa anche riunirsi tutti insieme in famiglia, senza sedie vuote. La felicità è un domani accogliere nella mia casa la mia famiglia e mostrargliela orgogliosa. Cosa che non è mai successa. Capisco vogliano proteggermi (da non so nemmeno io cosa) e mi vogliano bene, ma sono preoccupati sulla base del nulla. Rimangono fermi nella loro ignoranza del "non conoscere" perché NON vogliono conoscere! Sono giovane e farmi tutti questi problemi e soffrire così tanto per una situazione che invece dovrebbe farmi stare bene, non l'accetto più. Abbiamo parlato più volte, ho cercato di dare spiegazioni ma ogni volta le loro risposte sono imposizioni da adottare, offese, arroganza e urla contro questa cosa che non accettano. E capite bene che dopo tante volte che accade ciò poi una persona si arrende e lascia che le cose vadano come devono andare. L'hanno descritto come una persona che non è, solamente per il fatto che non l'hanno mai voluto conoscere fino a fondo. Se ciò accadesse, capirebbero che persona è. Un ragazzo giovane, con la testa sulle spalle, lavoratore (cosa che loro sostengono non vera definendolo "facilone", "uno che non si accontenta"), maturo e intelligente. Cosa posso fare? Potete aiutarmi? Vi ringrazio di cuore.