Ho una bambina di quasi 5 anni al 2o anno di materna. Ultimamente sembra vivere con insofferenza il fatto che non sia sempre la più brava nelle attività scolastiche. La maestra usa dare 1 caramella al più bravo pertanto a chi non lo è nella specifica attività, può passare il messaggio di "non essere bravi". Le ho spiegato che è normale che qualcun altro possa essere più bravo di noi in talune cose e che non deve dispiacersi. Di fatto, per lei è una competizione continua. Qualche volta si apre i libricini per "esercitarsi" ed essere all'altezza. Non so come comportarmi: se incoraggiare la sua competitività o ridimensionare l'importanza delle performances scolastiche e spingerla a maggiore spensieratezza, vista l'età.
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20 APR 2017
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Gentile Chiara
A quanto pare l'insegnante della scuola materna sta incoraggiando alla competitività. Quello che può fare lei a mio parere è compensare un po' favorendo anche attività cooperative dove non c'è un vincitore o un perdente ma la gioia di dare il proprio contributo al gruppo. Alla bambina comunque restituirei che è importante il suo modo di reagire alle "sconfitte" perché questo atteggiamento la aiuterà nel dare il meglio di sé però è importante anche imparare ad accettare di non primeggiare senza disperare. Tenga d'occhio il suo stato emotivo. La saluto
Dott.ssa Serena Costa psicologa dell'infanzia Trentino
19 APR 2017
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Gentile Chiara,
ci sono bimbi che hanno il bisogno di primeggiare, altri meno; la sua bimba fa parte del primo gruppo, probabilmente tende al perfezionismo e a tener tutto sotto controllo, tanto da "allenarsi con i libricini"; questo atteggiamento alla vita la aiuterà di sicuro nell'organizzarsi e nel raggiungere gli obiettivi. E' anche vero , però, il rovescio della medaglia: la bimba pretende molto da sé stessa e soffre se non arriva alla meta. Le consiglio di continuare la strada che ha intrapreso, cioè di non sostenere l'eccessiva competizione, magari aiutandosi raccontando qualche storia (ci sono tanti libricini carini sulle emozioni che possono tornare utili, gestione della rabbia quando si perde ad un gioco e non si arriva primi) e la inserisca in attività ludiche non competitive, da più grande in qualche sport di squadra.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan