Incinta - minacciata
Ciao, sono una ragazza di 30 anni, incinta all'ottavo mese. Sto vivendo una situazione non normale e molto difficile. Ho deciso di condividere la mia storia su questo blog nella speranza di ricevere supporto. Ho conosciuto il mio compagno sette anni fa sul lavoro e ci siamo rincontrati dopo sei anni. Nessuno di noi sapeva cosa fosse successo all'altro nel frattempo. Lui, dopo aver chiuso una relazione di dieci anni mi ha cercato, ci siamo innamorati e abbiamo deciso di creare una famiglia. Scoprendo di essere incinta, ho preso la decisione di trasferirmi nella sua regione rinunciando alla mia vita privata, famigliare e lavorativa.
Purtroppo, la situazione ha preso una brutta piega quando ho scoperto che faceva uso di sostanze stupefacenti leggere, che lo trasformano negativamente. Diventava aggressivo verbalmente, si irritava facilmente e non riusciva ad accettare delle mie riflessioni senza percepirle come critiche personali e accuse. Il giorno di Ferragosto, abbiamo litigato dal mattino al pomeriggio. Lui ha deciso di andare al mare con gli amici, lasciandomi sola a casa in un giorno di festa. È tornato ubriaco verso sera dopo una giornata di divertimento con gli amici. Nonostante fossi incinta, ha insistito per andare a cena con loro, finendo per dormire su una panchina. Il giorno successivo, mentre il litigio continuava, ho avuto un attacco di panico e, una perdita, ho deciso di recarmi in ospedale. Sono stata trattenuta in osservazione per evitare di tornare a casa. Il giorno seguente, i miei genitori sono venuti a prendermi, ho fatto la valigia e sono tornata a casa da loro.
Il giorno di Ferragosto abbiamo litigato dall'inizio della giornata al pomeriggio. Lui ha deciso di andare al mare con gli amici, lasciandomi sola in casa in un giorno festivo. È tornato ubriaco verso sera dopo una giornata di divertimento. Nonostante fossi incinta, mi ha accusato di sbalzi d'umore senza chiedere scusa o rendersi conto degli errori. Ingenua e innamorata, dopo un po' di tempo ho deciso di tornare da lui, concedendogli un'ultima possibilità.
Inizialmente sembrava andare bene, ma i litigi sono continuati. Arrivata al quinto mese di gravidanza, ho iniziato a rispondere alle sue urla con urla anche io, cosa che non avevo mai fatto prima. In un episodio, durante un litigio serale, è uscito al bar con gli amici a bere senza rispondermi al telefono fino all'una di notte. In preda all'ansia, sono uscita di casa in bici per cercarlo e l'ho trovato al bar. Si è messo a ridermi in faccia, in preda alla rabbia gli ho tirato un ceffone. Lui, ubriaco, si allontana dal bar si reca in auto carica la mia bicicletta e guida fino alla caserma dei carabinieri minacciando di denunciarmi, i quali ci hanno diviso e hanno chiamato un ambulaza per accertare le mie condizioni di salute, alla fine sono stata portata a casa.
Nonostante un apparente miglioramento, le tensioni sono riemerse. L'ennesimo litigio è nato a seguito di un mio gesto, ho fatto un regalo alla nipote del mio compagno, suscitando critiche sia dalla madre della bambina che dal mio compagno. Successivamente, durante un litigio via messaggi, lui è sparito di nuovo, causando contrazioni e il rischio di un parto prematuro. Dopo essere stata portata d'urgenza in ospedale, lui è tornato solo alle 3 di notte. La madre, intervenuta, ha dichiarato di non interessarsi della mia gravidanza. La situazione è peggiorata quando ho scoperto il suo uso di cocaina.
Dopo un periodo di lavoro, tornato a casa, si è scatenato un altro litigio durante una passeggiata. Mentale e fisicamente esausta, ho iniziato a sentire contrazioni, chiamato l'ambulanza, sono stata portata di nuovo in ospedale, stavolta trattenuta in osservazione per due giorni. Mi hanno persuaso ad avvisare i miei genitori, i quali sono intervenuti ancora una volta in mio aiuto. Ho preparato le scatole e le valigie e sono tornata a casa dalla mia famiglia.
Lui continua ad accusarmi, sostenendo che la colpa è mia, attribuendola ai miei sbalzi d'umore dovuti alla gravidanza. Non si è mai interessato veramente alla gravidanza, è stato assente per il lavoro e ha causato molte situazioni negative. Ha proposto di trasferirci nella cittadina al nord d'Italia dove risiede la mia famiglia. Ho perso totalmente la fiducia in lui; nonostante a tratti mi senta ancora innamorata, altre volte sprofondo nello sconforto e vorrei non averlo mai conosciuto.
Ho vissuto l'intera gravidanza in uno stato mentale ed emotivo difficile. Ho molta paura che la bambina abbia percepito tutto, con eventuali conseguenze. Senza contare la responsabilità di essere una madre sola, con una figlia senza figura paterna. Mi sento profondamente colpevole e distrutta. Concludo con l'ennesimo suo gesto, è tornato a casa ubriaco e mi ha scritto molti insulti, mandandomi a ....