Il tradimento di un genitore

Inviata da C. · 12 feb 2015 Terapia familiare

Buonasera, ho 22 anni e da circa un anno e mezzo ho scoperto mia madre in comportamenti ambigui con altri uomini al di fuori della nostra famiglia, senza sapere come spiegare la cosa a mio padre con cui non ho mai avuto alcuna confidenza (essendo sempre stato più o meno assente per lavoro). Ovviamente ho tenuto la cosa per me, anche se con difficoltà, finchè circa 1 anno fa mio padre ha scoperto tutto. Non avevo mai capito il grado di 'tradimento' di mia madre finchè non li ho sentiti litigare e ho anche capito che c'erano tantissime cose che non sapevo nemmeno io. Hanno litigato per tutta l'estate e tutto l'inverno rendendo la casa un inferno. Hanno fatto giorni a litigare e giorni a far finta che non fosse successo nulla, un caos totale. Mia madre ha minacciato più volte di andarsene di casa, spesso facendo leva su di me per 'colpire' mio padre, ma non ha mai avuto veramente il coraggio di farlo. L'ho vista prenderlo a sberle, buttargli a terra le suo cose. Altra cosa brutta è che mia madre non ha avuto la furbizia e la discrezione di tenere le cose nascoste, con risultato che alcune persone del nostro paese erano già a conoscenza dei suoi comportamenti (cosa che trovo umiliante per mio padre e di cui mi vergogno pure io). Ora a quanto pare è da un pò che la situazione si è stabilizzata e non litigano più, anche se da parte mia posso dire che mia madre continua ad avere atteggiamenti strani, come se dovesse sempre nascondere qualcosa (ad esempio l'ho scoperta a scrivere messaggi con un telefono sconosciuto e probabilmente con un'altra sim telefonica, che ha prontamente cercato di nascondere), tuttavia ho deciso di cercare di staccarmi e di lasciar stare pur trovandolo molto difficile (vivendo nella stessa casa). Ora vengo a me. Quando 1 anno fa è stato scoperto tutto, non ho avuto una particolare reazione negativa, ho pensato che si sarebbero separati e che forse sarebbe stato meglio così. Tuttavia, col passare dei giorni ho cominciato ad avvertire sintomi spiacevoli, quali stanchezza, tristezza, difficoltà nell'addormentarmi o nell'alzarmi al mattino, nel concentrarmi, sonno disturbato con incubi, ma diciamo che questa estate lavorando e uscendo sono riuscita a distrarmi. Da questo inverno invece il mio stato d'animo è crollato, con crisi di pianto frequenti, ansia per gli esami (ho sempre avuto voti molto alti, che ora stanno calando), generale stanchezza e difficoltà a reagire e ad affrontare le cose. Spesso litigo con i miei genitori e mia madre in particolare, incolpandola di essere stata vergognosa ed attribuendo a lei la colpa del mio malessere. Ho una sorella maggiore che però vive fuori da molto tempo e che, avendo vissuto la cosa da lontano, non capisce il mio malessere e mi accusa di vittimismo. Mio padre ogni tanto mi rinfaccia di aver tenuto il segreto e non averlo confessato subito a lui, e l'ingiustizia dell'accusa mi fa sentire molto impotente. Credo di avere una rabbia molto forte nei confronti dei miei genitori (soprattutto mia madre, la quale ha tradito un pò tutta la famiglia, incolpando però mio padre che invece si è preso la responsabilità di essere sempre stato assente) che ora si comportano come se niente fosse successo mentre io mi ritrovo 'sola' ad affrontare le conseguenze di una frattura abbastanza grossa che tra l'altro ha fatto soffrire molto mio padre, che nel frattempo è dimagrito ed ha cominciato ad assumere comportamenti bisognosi insoliti con richieste di affetto e di attenzione. Sono comunque d'accordo che stiano cercando di ricostruirsi una quotidianità sana e vivibile, ma in tutto ciò io mi ritrovo in questo stato, con una laurea da affrontare e decisioni da prendere sul mio futuro, cosa che al momento mi sembra insormontabile. Comincio inoltre ad avere difficoltà nella relazione con un ragazzo che vedo da circa 1 anno, che mi piace tantissimo ma ho paura che in questo stato d'animo potrei diventare bisognosa e dipendente e che se si accorgesse di come sto mi vedrebbe come una bambina. Vorrei riuscire a ritrovare un minimo di serenità, se non altro, quel poco che mi serve almeno per finire gli esami. Ho sempre l'impressione che essendo ormai grande avrei dovuto reagire in modo forte ed indipendente, e per questo mi sento forse un pò "sfigata". Pensate che il mio stato d'animo sia esagerato o fuori luogo? Cosa dovrei fare e come comportarmi in casa? Grazie mille.

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Miglior risposta 13 FEB 2015

Cara Annalisa, parta dal presupposto che a ridosso della laurea lei deve affrontare una serie di perplessità determinate dall'imminente affacciarsi al mondo del lavoro, prendere delle decisioni, insomma crescere e progettare il suo futuro. Già questo porta legittimamente uno stato d'animo ansioso sovente accompagnato da una sensazione di impotenza e vuoto. Tutto ciò inserito nella sua situazione familiare accentua le difficoltà poiché lei si sente probabilmente a livello inconscio complice di sua madre avendo 'mantenuto' il suo segreto, si colpevolizza perché si sente comunque legata a lei giacché si tratta di sua madre e giacché suo padre vuole recuperare con lei un rapporto. Non vede però riconosciute le sue difficoltà, insomma i suoi genitori hanno una crisi esplosa da qualche anno ma figlia di un rapporto coniugale disfunzionale nel tempo, sua sorella non avendo vissuto tale crisi in prima persona e vedendo i suoi genitori continuare a vivere sotto lo stesso tetto, ora più o meno serenamente, non comprende le sue 'lamentele'. Lei però sa di stare male è questo è già un grosso passo verso la presa di consapevolezza che è necessario modificare qualcosa per fuggire dal disagio e ricostruire un nuovo equilibrio con se stessa e di se stessa con la sua famiglia. Supererà così anche le perplessità che vive nella coppia; a questo proposito non si faccia limite della sua felicità, non si imponga dei vincoli o dei paletti; se non sta bene si senta libera di parlarne con il suo compagno e cerchi in lui le attenzioni di cui ha bisogno per sentirsi protetta e per riprendere in mano la sua vita in autonomia.
Cordialmente. Dott.ssa Claudia Marceddu

Dott.ssa Claudia Marceddu Psicologo a Ghilarza

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18 FEB 2015

Salve Annalisa,
si chiede se il suo stato d'animo sia esagerato o fuori luogo. Mi sto chiedendo come sia possibile far finta di nulla di fronte a quello che sta vivendo. Sembra ci sia contraddizione tra il far finta di nulla ed i suoi sintomi: la sua parte razionale pensa una cosa ed il suo corpo un'altra. Non le sembra anche a lei? Non c'è equilibrio tra la sua mente ed il suo corpo e questo si riflette negativamente anche nella relazione con il suo ragazzo e nel suo impegno universitario.
Un saluto
Dott.ssa Fiammetta Favalli

Dott.ssa Fiammetta Favalli Psicologo a Roma

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18 FEB 2015

Gentile Annalisa, si chiede se il suo stato d'animo sia esagerato o fuori luogo. Mi sto chiedendo come è possibile far finta di nulla di fronte a quello che sta vivendo. Mi sembra ci sia contraddizione tra il far finta di nulla ed i suoi sintomi: la sua parte razionale pensa una cosa ed il suo corpo un'altra. Non c'è equilibrio e questo non le fa vivere bene sia la relazione con il suo ragazzo sia il suo impegno universitario.

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16 FEB 2015

E' proprio ciò che sto tentando di raggiungere, individuarmi dalla mia famiglia. Ora però mi trovo in difficoltà a causa di questo stato d'animo che mi impedisce di concentrarmi sulle mie cose e in particolare l'università. Credo di aver avuto dei campanelli d'allarme già al mio compleanno a dicembre, in cui ho cominciato ad avvertire uno sbalzo d'umore molto forte, che ha culminato qualche settimana fa quando per la prima volta sono stata bocciata ad un esame (ho sempre avuto risultati molto buoni), cosa che mi ha delusa tantissimo . Da lì la situazione è precipitata, penso non tanto per l'esame quanto perchè mi sono resa effettivamente conto di essere in difficoltà ormai da un pò di tempo e da quel giorno ho avuto svariate crisi di pianto o comunque tristezza e disagio, rifiuto nell'affrontare gli ultimi esami e irritabilità. Nel frattempo i miei genitori hanno ricominciato a litigare e il rapporto con mia mamma si è ulteriormente rotto visto che non manca di mettermi in mezzo al litigio ogni volta, anche facendomi litigare con mio padre. Vivo con un perenne senso di pesantezza e malinconia, mi hanno prescritto Homeovit v44 che a quanto mi han detto è un leggero anti depressivo omeopatico. Sperando di farcela, ringrazio tutti per le risposte.

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13 FEB 2015

Carissima,
nel passaggio da una fase adolescenziale a quella adulta, hai scoperto che esistono problematiche nella coppia impossibili da risolvere se non dalla coppia stessa. A differenza di tua sorella che ha spiccato il volo nel momento più adeguato, tu ti sei trovata coinvolta ed in uno stato non orientato alla tua emancipazione, prova ne è che non hai ancora realizzato l'esperienza di sentirti in coppia con i l ragazzo che ti piace.
Ora, non conoscendo il tuo stato di attuale dipendenza dalla famiglia, mi è impossibile darti qualche utile suggerimento (se credi possiamo parlarne anche da qui), ma di certo resta il fatto che tu hai bisogno di staccartene emotivamente e per prima cosa iniziare a sperimentarti in prima persona in una relazione che ti faccia recuperare quanto di positivo in una coppia (la tua), ci possa esistere.
Continuare a preoccuparti per i tuoi, è inutile ed una perdita di risorse per te preziose; saranno loro stessi ad orientarsi prima o poi verso benessere, continuando a convivere a modo loro o separandosi.
Restando a tua disposizione, ti saluto caramente.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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12 FEB 2015

Salve Annalisa,
compito dei genitori è quello di difendere i propri i figlie prepararli ad affrontare la propria vita in modo indipendente. Da quanto lei racconta sembra che la prima funzione (la difesa) sia venuta meno nel momento in cui lei è stata coinvolta nelle difficoltà relazionali dei suoi. Mantenere un segreto, non mantenerlo? Qualsiasi decisione avesse preso uno dei due si sarebbe risentiro, è stata posta in una situaizone impossibile da sostenere. E' una situazione molto spiacevole e che facilmente può far vacillare anche chi, fino a quale momento, si sentiva forte. Le questioni dei suoi genitori debbono ritornare ad essere solo dei suoi genitori, voi figlie in questa diatriba non dovete farvi coinvolgere. La capacità di mettere limiti tra il suo privato ed il loro è quella che la può salvare dal vivere la sua vita con i loro pesi. E' possibile che un percorso con una persona competente la possa aiutare ad "individuarsi" dalla sua famiglia.
Cordiali saluti
Dott. Monno

Dott. Alessandro Monno Psicologo a Bari

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12 FEB 2015

Cara Annalisa, è riuscita a spiegare molto bene la difficile situazione familiare che sta vivendo e il suo stato d'animo non è ne' esagerato ne' fuori luogo. Ho la sensazione che lei abbia bisogno di una sorta di testimone, qualcuno che le convalidi i sentimenti dolorosi che sta vivendo in questo momento.

In qualche modo sembrano esserci in lei due aspetti entrambi molto importanti, 1) quello più bisognoso, arrabbiato, che si sente solo, impotente ed è consapevole di aver bisogno di avere qualcuno vicino che abbia un'occhio di riguardo nei suoi confronti, 2) quello più adulto e indipendente, efficiente nello studio e nel lavoro, in grado di cambiare e progettare il suo futuro.

Credo che in situazioni come queste la sfida sia proprio quella di riuscire a conciliare questi due aspetti senza dimenticarsi di uno dei due. Comprensibilmente questi due aspetti potrebbero sembrarle a tratti inconciliabili ma non devono esserlo per forza.

Se da un lato lei sembra trovarsi in una condizione di bisogno, dall'altro sulla base di quello che scrive mi sembra anche che si trovi nella posizione di poter fare delle buone scelte per se stessa e per la sua vita.

Per imparare a fare questo potrà volerci naturalmente del tempo. Se ne sentirà il bisogno, può considerare l'idea di parlare con uno psicoterapeuta della sua città.
Un grosso in bocca al lupo. Resto a disposizione per ulteriori domande.
Dott. Massimo Perrini

Dott. Perrini Massimo Psicologo a Roma

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