Il dubbio è già una risposta?
Buongiorno,
sono una ragazza di 28 anni e sto con il mio ragazzo (27 anni) da 1 anno. Il conoscersi è stato, per entrambi, la cosa più incredibile che ci sia mai successa. Lo scorso anno è stato a dir poco idilliaco, non abbiamo avuto mai una discussione e abbiamo da subito sentito una connessione che è impossibile spiegare a parole. Lui rappresenta la prima volta in cui io mi sia davvero innamorata - e lo stesso vale per lui nei miei confronti.
Da marzo di quest'anno però è iniziato un momento molto difficile; abbiamo scoperto le prime differenze tra noi, io ho iniziato ad avere diverse paranoie e lui ha iniziato ad essere sempre più abbattuto ed incerto perché non sapeva più come far fronte a queste preoccupazioni. Io sono stata sicuramente molto pesante quando in realtà problemi non ce n'erano e lui ha iniziato a sentirsi molto affaticato. All'improvviso io ho inoltre subito un lutto per me devastante e il mio umore è ovviamente peggiorato, facendomi sprofondare ancor di più nelle preoccupazioni che già avevo. Io sono una persona molto attiva, non riesco a stare senza agire e sono il classico can che abbaia ma non morde: sbraito tanto, ma dentro di me i sentimenti che provo per lui non sono cambiati di una virgola e penso di avere trovato la mia vera metà. Lui è invece una persona che interiorizza tanto, che sembra placida ma che in realtà dentro di sé vive grossi cambiamenti. Mi ha confessato infine di sentire, in certi momenti, dubbi su ciò che prova per me e in sostanza di temere di non riuscire a provare più l'amore che provava prima.
Abbiamo provato a gestire la cosa stando assieme e impegnandoci, ma il non sapere cosa prova mi ha distrutto e io vivevo crisi ogni giorno che ovviamente non ci permettevamo di proseguire nel migliore dei modi. Vedendolo molto confuso e incapace di staccarsi da me (per non farmi male ulteriore) ho proposto di fare una cosa diversa e prenderci una "pausa", il che non significa che ci siamo lasciati, ma solo che -conscia di correre un rischio enorme- lo sto lasciando in pace, solo, libero di pensare e fare ordine dentro di sé.
Penso sia l'unica scelta possibile, in quanto si tratta dell'unica cosa che non abbiamo provato, però io sono pessimista e ho un dubbio che mi attanaglia. Amare non è una scelta? Dire "non so se posso tornare ad amarti" non significa già di per sé che per lui è finita?
Ho il terrore di stare aspettando a vuoto, perché in realtà la chiave è la sua volontà, non un qualcosa che deve capire e che gi deve apparire chiaro da un momento all'altro.
Solo l'idea che non voglia più impegnarsi con me mi uccide, perché per me lui è l'unica persona che voglio.
Volevo chiedere se faccio bene ad aspettare e lasciargli tempo o se ormai è tutto finito.
Grazie. Saluti.