Ho acquisito le problematiche di mia madre, che fare?

Inviata da Irene · 25 ago 2014 Terapia familiare

Buonasera,
ho 28 anni e ho dei dubbi che mi affliggono perché non so come definire quanto successo. Sono figlia di ragazza madre. Mio padre era il cognato di mia madre..era perché è morto. Lui era una persona violenta, aggressiva verbalmente, picchiava mia mamma e mi usava come "ostaggio" durante le loro liti o come metodo di ricatto nei confronti di mia mamma. Mia mamma ha subito violenze anche da sua sorella (vendicativa per il tradimento) e dalle figlie (mie cugine, nipoti). Mia mamma mi ha voluto dare il suo cognome e portarmi via da lui che ha continuato a perseguitarla negli anni. Quando lei è scappata con me neonata si è rifugiata a casa dei suoi genitori. Tutti gli anni della mia infanzia e della prima adolescenza li ho passati in un ambiente poco felice..E' qui che vi chiedo di definire ciò che non so definire.. Mia nonna ipocondriaca e autolesionista e mio nonno succube di lei controllavano me e mia mamma perennemente, erano sempre arrabbiati e mostravano il disprezzo per me e mia mamma..ci hanno fatto dormire nella stessa stanza fino ai miei 13 anni compiuti, ci obbligavano a mangiare cibi che non ci piacevano e quelli che mi piacevano me li facevano desiderare e non me ne davano oppure li nascondevano, mi proibivano di usare molta acqua calda per lavarmi, non mi facevano guardare spesso i cartoni, mi controllavano quanto dentifricio usavo, non mi facevano sedere vicino al caminetto, non volevano che usassi la bicicletta, il pallone, i pattini perché li disturbavo e li facevano sparire, quando dovevo suonare il flauto per le lezioni di musica alle medie mi facevano uscire fuori in pieno inverno per esercitarmi fuori perché dentro disturbavo..mi spegnevano la luce per non sprecare la corrente elettrica, e per non fare chiasso la notte e non disturbarli la notte mia mamma portava il vasino da notte in camera dove io e lei facevamo la pipì l'una di fronte all'altra fino a quando avevamo 13 anni...ciò che non capisco è l'atteggiamento di mia mamma...ho sempre avuto un rapporto morboso con lei di amore e odio... lei per difendermi da loro cercava di fare in modo che io non potessi commettere niente che desse fastidio ai nonni e quindi mi sgridava, si arrabbiava, faceva brutte facce di persona sempre arrabbiata... quando non volevo dormire mi obbligava a dormire e poiché dormivamo nella stessa stanza se rimanevo sveglia si arrabbiava con me perché io la disturbavo se rimanevo sveglia, è spesso capito che mi deve schiaffi in faccia perché magari facevo qualcosa che dava fastidio ai nonni e magari lei mi aveva già avvertita..in parte mi difendeva con gesti materiali...o raccontandomi le favole...ma qualcosa sento mi sia mancata...lei non mi difendeva verbalmente quando mi criticavano o giudicavano..mi difendeva a mia insaputa..per prevenire i loro atteggiamenti lei mi avvertiva in tono autoritario...insomma commettevo sempre qualcosa che desse fastidio,,,le colpe erano sempre le mie...per quasi tutta la mia vita ho colpevolizzato i miei nonni...e nel mio amore morboso per mia mamma l ho sempre giustificata e mi sono sempre sentita responsabile per tutti i sacrifici che lei ha fatto per me..per la brutta vita che ha dovuto affrontare a causa mia...e ora mi trovo a 28 anni con un senso di rabbia profondo, autoritaria e perfezionista come lei (lei voleva e vuole che le cose dovessero e siano fatte come dice lei, altrimenti sgridate o risposte sarcastiche), con la paura di molte cose, blocchi e limiti, con una bassa autostima e senso di colpa che non va via... sono severa con me stessa e con gli altri, dipendo dalla sua valutazione delle cose, chiedo spesso a lei un'opinione e mi comporto in base alla sua opinione...quando vede che sono autoritaria con qualcuno lo difende e lo giustifica...io mi arrabbio e passo dalla parte del torto..sono consapevole di ciò che sono e dei miei problemi...ho la fobia della morte e delle malattie mentali...insomma un bel quadretto!! potreste aiutarmi a identificare mia madre? grazie!

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Miglior risposta 5 SET 2014

Salve Irene, la tua lettera esprime non soltanto un forte senso di disagio per i tuoi vissuti familiari e per l'influenza che questi determinano per l'intero tuo mondo relazionale ma soprattutto la tua forza e il coraggio che dalla tua infanzia ti hanno segnato permettendoti di resistere alle situazioni sfavorevoli di vita cui sei stata esposta.Per cui, ammirando questa tua forza, in accordo con altri colleghi, anche il mio parere sarebbe quello di cogliere i nostri feedback come un'opportunità per intraprendere un percorso di terapia che ti possa servire a rielaborare in maniera adeguata tali vissuti, sollecitare magari ad esprimere altri e a dare un significato alla tua esistenza proprio alla luce delle esperienze relazionali che ti hanno segnata in modo tale da attutire gli strascichi che queste comportano nella tua attuale vita quotidiana e aiutandoti a rafforzare ulteriormente la tua resilienza facendo del tuo bagaglio esperienziale comunque un tesoro che ti ha condotta sino ad oggi ad essere ciò che sei..posizione, ripeti, da cui ritengo tu possa, volendo migliorare..sempre di più partendo già da una buona base di personalità che richiede solo di essere un po più strutturata! in bocca al lupo!!
Dr.ssa Viviana Armenise

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5 SET 2014

Gentile Irene,
probabilmente chiedendo di "identificare" sua mamma sta chiedendo un aiuto per trovare se stessa. E' vero, sua mamma le ha trasmesso i suoi comportamenti. Ciò è normale perchè ogni genitore influenza il figlio, inevitabilmente, nel bene e nel male. Inoltre nel suo caso la situazione è amplificata perchè sua mamma era l'unica persona che, con tutte le sue contraddizioni, la "difendeva", le voleva bene. Ma lei non è sua mamma. Le fobie che sta vivendo sono un segnale che una parte di lei le sta mandando perchè è venuto il momento di prendersi cura di sè. Non è più possibile tollerare i soprusi che ha vissuto. Il dolore della piccola Irene che voleva andare in bicicletta e chiedeva una vita normale. Intraprenda una terapia. Sarà un percorso impegnativo, ma è importante lo faccia.
La sua vita la aspetta.
Con i migliori auguri

Dott.ssa Iolanda Pappalardo Psicologo a Milano

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5 SET 2014

Gentile Irene,
chiedendo di "identificare" sua mamma probabilmente sta chiedendo un aiuto per trovare se stessa. Come lei dice ha assunto dei comportamenti di sua mamma, ma è naturale dal momento che ogni genitore influenza inevitabilmente i figli, nel bene e nel male. Nel suo caso questa situazione è amplificata dal momento che sua mamma era l'unica persona che le era vicina, che in qualche modo, anche se con tante contraddizioni, la "difendeva" e le voleva bene. Nonostante abbia la fobia delle malattie mentali non ne ha sviluppata una. Vista la sua storia invece sarebbe stato probabile. E' stata forte a sopportare tutto questo, ma ora è venuto il momento di prendersi cura di sè. Le sue fobie sono segnali che una parte di lei le sta mandando perchè non può più soffocare il tanto dolore che è dentro lei. Il dolore della piccola Irene che voleva andare in bicicletta e chiedeva una vita normale come tutti i bambini. Intraprenda una terapia, non sarà semplice, ma è importante lo faccia.
La sua vita la aspetta.
Con tanti auguri

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2 SET 2014

Cara Irene, quanto dolore nella sua storia! E quante incomprensioni, angherie....ora, forse, è il momento di buttare fuori utto questo dolore, la rabbia, il senso di non valere...cerchi una brava terapeuta che la aiuti a dare un senso e una giusta collocazione a tutti gli episodi della sua vita, che la aiuti a liberarsi dall'ombra della famiglia e le consenta, finalmente, di vivere la sua vita

Dottoressa Jessica Baldin Psicologo a Trissino

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26 AGO 2014

Ciao Irene,
sto cercando di riprendere il respiro dopo aver ascoltato col fiato sospeso quanto hai liberato nella tua penosa esposizione.
Finalmente hai cercato di aprirti e sono convinta che questo ti metta nelle condizioni di recuperare la tua serenità -attraverso un supporto psicologico - e di dare il giusto indirizzo alla tua esistenza.
Venendo al dunque, il tuo immediato bisogno è quello di essere aiutata a cercare la 'madre introiettata' che ti sta impedendo di sentirti te stessa con le tue risorse e di riflesso, una parte di te che si sta difendendo dalla sua ombra che si proietta verso l'esterno, alterando così, il tuo rapporto la realtà circostante.
Non vorrei averti messo in confusione con il mio 'gergo' da addetta ai lavori ma allo stesso tempo ritengo che sia quello che ti ci vuole per chiedere spiegazione a qualche mio/a collega della tua zona.
Comunque, per ora, puoi farlo anche con me, se credi.
Concludo col dirti che 'il lavoro' va fatto sulla tua persona e non su tua madre, per scoprire la differenza che c'è fra te e lei. Un caro saluto
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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25 AGO 2014

Cara Irene,
la sua è una storia di dolore e sofferenza, e non stupisce che oggi indossi questa corazza che la fa sentire, riprendendo le sue parole, colma di rabbia, con una bassa autostima, impaurita... Si chiamano difese, e sono necessarie alla persona.
Penso che quello che lei avverta, ad oggi, sia un modo di essere che non sente coerente con il suo vero sé e quindi con la parte più autentica della sua personalità. Le sarebbe sicuramente utile intraprendere un percorso di auto-conoscenza e di auto-consapevolezza, ma anche di liberazione e di espressione, con un collega della sua zona, in modo da rielaborare i numerosi disagi a cui è stata sottoposta sin dagli albori della sua esistenza e ridefinire ciò che oggi sente che non le appartiene più.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Martina Panerai

Dr.ssa Martina Panerai, Psicologa, Sessuologa Psicologo a Velletri

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