Salve, mi ritrovo in una situazione di blocco dal punto di vista universitario. Sto per finire il mio percorso in lingue, mancandomi 2 materie e la tesi. Il problema è che ho mentito ai miei genitori, che sono a conoscenza solo di 1 materia su 2. Non so perchè io abbia mentito. Il rapporto con loro non va assolutamente bene. Sento molta pressione, continui paragoni, attacchi verbali molto intensi nel momento in cui non va liscio qualcosa. Mi viene costantemente rinfacciata questa materia che ho ancora da dare e che mi farà ritardare 6 mesi. Non ho il coraggio di dire di quest'altra materia. Tutto questo mi provoca crisi di pianto, crisi di rabbia e di nervoso continuamente. Mia sorella sta vivendo una situazione difficile a livello universitario ormai da diversi anni e penso che il comportamento dei miei genitori nei miei confronti sia legato a questo. In ogni caso vorrei chiedere quale fosse il modo adatto per esporre la mia situazione ai miei genitori, e come reagire a un ipotetico attacco da parte loro.
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30 OTT 2022
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Buongiorno Alfreda,
mi sembra che nel tuo discorso tu stia dando per scontato che tu debba condividere ciò che fai con gli altri (nello specifico, del tuo altro esame coi tuoi genitori) e che di conseguenza tu qua stia chiedendo quale sia il modo migliore per farlo.
Apprendere nuove abilità comunicative o essere più assertivi è sempre utile, ma mi sembra che nel tuo caso occorra imparare ad essere più pragmatici e strategici. Capire quando ha senso combattere una battaglia e quando invece la si può vincere non presentandosi ad essa (e quindi evitando un inutile rischio di uscirne feriti o con meno energie).
Ti rispondo quindi così: "la trasparenza è tipica dei bambini. Gli adulti sono capaci di rendersi opachi".
Un sistema etico e morale che non contempla il creare frustrazione, dissimulare o, quando serve mentire (per creare il maggior beneficio possibile ad entrambe le parti), è poco sofisticato
.
E poi fare queste cose può essere dannatamente divertente.
Spero di esserti stato utile. Rimango a tua disposizione, lavorando online.
31 OTT 2022
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Gentilissima Alfreda, innanzitutto grazie per la condivisione. Immagino le fatiche che stai vivendo, soprattutto quando ci sono complicazioni dovute alle relazioni con i genitori. Parlare con un terapeuta potrebbe aiutare a comprendere meglio ed esplorare a fondo le motivazioni sottostanti i dubbi e le difficoltà che riporti.
30 OTT 2022
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Buonasera Alfreda, nella sua domanda leggo tutta la sua sofferenza e mi dispiace.
Io consiglierei di affrontare semplicemente i suoi genitori, magari dopo un confronto con sua sorella, per condividere le modalità parentali che vi mettono in difficoltà.
Un ipotetico attacco da parte dei suoi come risposta purtroppo non dipende da lei, eventualmente lei può valutare un allontamento dal giudizio dei suoi genitori.
Un percorso di Psicoterapia può sicuramente esserle di supporto.
30 OTT 2022
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Gentile Alfreda,
nell'immediato la invito a riflettere sulle cause del suo blocco o ritardo nel percorso di studi; ciò serve sia per una sua chiarezza interiore e sia per spiegare ai suoi genitori i motivi di questo ritardo sottolineando che non ha detto la verità per il timore di essere attaccata e disprezzata, cosa che non le dà la giusta serenità nello studio.
E' poi consigliabile un percorso di psicoterapia individuale (preferibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale) per la sua crescita personale e per acquisire un adeguato livello di autostima e assertività.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
29 OTT 2022
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Buongiorno,
mi sento di consigliarle di far passare loro questo suo stato d'animo. Credo che, posti di fronte a ciò, i suoi genitori prendano atto che la sua salute ha la priorità sull'andamento universitario. Anche perché se lei non è serena difficilmente può dare buone prestazioni nello studio e uno stato mentale non buono se trascurato potrebbe causare perfino uno stop nel suo percorso universitario. Pertanto è importante prestare attenzione a ciò in primis. Questo è il genere di messaggio che proverei a passare loro.
Buona giornata.
29 OTT 2022
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Salve,
Comprendo la sua situazione di imbarazzo, perché se da un lato vorrebbe dire la verità ai suoi genitori, dall'altro si sente di dovergliela celare e mettersi in fuga da loro che la opprimono. Diventa così una situazione di conflitto interiore che blocca la decisione personale. In effetti se si viene controllati e redarguiti, la tendenza è quella di difendersi e scappare può essere la difesa più automatica. Tuttavia è necessario in tali casi fermarsi e riflettere sul perché l'ambito universitario è diventato un campo così invaso dai suoi genitori. Se questa università è stata scelta da lei, se questa scelta le piace, insomma se lei si sente protagonista di questo percorso universitario, allora potrà parlare con loro apertamente, prendendosi la libertà di dire quale è la reale situazione e prenderà cosi la vita nelle proprie mani. Quindi è importante prima riflettere sull'esperienza personale dello studio, cosa le piace della sua scelta e se la sente propria, e dopo affrontare direttamente i suoi genitori, non temendo il giudizio perché non colpevole. Se farà questi due passaggi, riflettere sulla propria scelta e poi affrontare i genitori, allora si metterà fuori dal giudizio che è anche un giudizio interno psichico e trarrà un senso di liberazione e sollievo dal peso di tenere nascosto ciò che non deve essere giudicato, perché è fuori da ogni tipo di colpa. Infatti vivere ed errare non è una colpa, ma fa parte del crescere.
Pietro Salemme
29 OTT 2022
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Buongiorno, comprendo la situazione e la sofferenza.
Alcune volte il miglior modo per affrontare la situazione che temiamo, è semplicemente affrontarla. Questo perché generalmente pensiamo che il carico emotivo successivo al l’affrontare quella situazione possa essere intollerabile. Ma non è così. Con le giuste strategie di regolazione è possibile non solo gestire l’ansia anticipatoria e le eventuali emozioni spiacevoli conseguenti all’aprirsi con i suoi genitori, ma anche i pensieri che oggi la bloccano e le fanno prevedere le conseguenze peggiori, mantenendo questo circolo vizioso.
Inoltre, sarebbe utile per lei attuare un training di assertività per migliorare le sue abilità comunicative nella relazione con gli altri, riuscendo ad esprimere apertamente i suoi bisogni, senza andare a ledere quelli altrui, ed eventualmente imparando a smorzare l’eventuale aggressività dell’altro.
Rimango a disposizione, anche online.
Dottoressa Anita Ferri
29 OTT 2022
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Buongiorno Alfreda, grazie innanzitutto per aver condiviso qui un pezzetto della tua storia.
Mi spiace per la situazione che racconti, si sente leggendoti la sofferenza che provi.
Tu dici di non saper perché avresti mentito, andando avanti col tuo racconto le ragioni sono pienamente comprensibili, tuteli te stessa dagli attacchi. Parti da questa considerazione di base, non ti senti sicura ad essere trasparente. Immagino tu sia più che maggiorenne e non hai il dovere di condividere la tua storia universitaria con i tuoi genitori, fa parte di te, della tua crescita e del tuo diventare persona autonoma.
Detto questo mi sembra evidente che le dinamiche fra voi facciano sì che in questo momento tu ti senta in colpa nei loro confronti, per aver mentito e per perdere questi fantomatici mesi.
Forse puoi partire da questi vissuti emotivi molto disturbanti, il senso di colpa, il senso di rabbia, tristezza, il senso di dover rispettare una tabella di marcia imposta dall'esterno, di non essere ascoltata per considerare di chiedere un aiuto psicoterapeutico, magari ad un* professionista sistemica famgiliare che possa aiutarti con le dinamiche famigliari che stai fronteggiando.
Mi rendo disponibile ad ascoltarti, Dottoressa Marta Lanfranco